Un esame del sangue per la diagnosi di depressione

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta

Un recente studio, pubblicato sulla autorevole rivista scientifica Molecular Psychiatry, descrive un nuovo test ematico, che analizza contemporaneamente 9 marcatori biologici, e che è in grado di differenziare pazienti affetti da depressione da controlli sani.

La diagnosi di depressione viene formulata sulla base dei sintomi e dei vissuti riferiti dal paziente o dai suoi familiari, e può variare fortemente anche in dipendenza dell’esperienza e degli strumenti clinici del medico o dello specialista. La possibilità di aggiungere alla valutazione clinica, sempre fondamentale, anche un test biologico oggettivo, potrebbe contribuire ad aumentare l’accuratezza diagnostica e potrebbe aiutare a monitorare la risposta clinica ad un determinato trattamento.

I precedenti tentativi di sviluppare test per la diagnosi di depressione basati su un singolo marcatore biologico, rilevato nel sangue o nelle urine, non hanno prodotto risultati soddisfacenti, né in termini di sensibilità (ossia la capacità di un test di rilevare una determinata malattia), né in termini di specificità (ossia la capacità di escludere una determinata malattia).

La biologia della depressione, infatti, suggerisce che esiste una serie di complesse interazioni tra cervello e marcatori biologici periferici (cioè misurabili nel sangue). Questa complessità, unita alla variabilità che esiste tra un individuo e tutti gli altri, rende facilmente comprensibile come un approccio diagnostico basato su un singolo marcatore, non può essere sufficiente dal punto di vista clinico.

Il test sviluppato misura, su un singolo prelievo di sangue, la concentrazione di 9 marcatori associati a processi come l’infiammazione, lo sviluppo e il mantenimento dei neuroni, l’interazione tra strutture del cervello coinvolte nella risposta allo stress e in altre risposte comportamentali. Il risultato del test, elaborato da un software appositamente studiato, è un indice chiamato MDDScore, che può andare da 0 a 100. Nella prima fase di valutazione sono stati sottoposti al test, complessivamente, 70 adulti affetti da depressione maggiore e 43 controlli sani. E’ stato considerato indicativo di una diagnosi di depressione maggiore un punteggio MDDScore superiore a 50. Il test si è dimostrato capace di rilevare una condizione di depressione con un sensibilità del 91% e una specificità del 81%.

Gli autori ritengono che avere a disposizione un test biologico per affiancare la diagnosi clinica di depressione possa aiutare molte persone depresse ad acquisire consapevolezza della propria malattia e a seguire le cure specialistiche farmacologiche e/o psicologiche. Se il test dovesse confermare la propria validità anche in studi successivi, effettuati su più larga scala e su popolazioni di età e gruppi etnici diversi, potrebbe essere usato, oltre che come ausilio diagnostico all’insostituibile valutazione dello specialista, anche per verificare l’efficacia clinica delle terapie antidepressive.

Fonte: G I Papakostas, R C Shelton, G Kinrys, M E Henry, B R Bakow, S H Lipkin, B Pi, L Thurmond, J A Bilello. Assessment of a multi-assay, serum-based biological diagnostic test for major depressive disorder: a Pilot and Replication Study. Molecular Psychiatry, 2011; DOI: 10.1038/mp.2011.166

Data pubblicazione: 04 febbraio 2012

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