Il mio ragazzo-marito va con le prostitute. Che faccio?

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Tra le frequenti email ricevute e le risposte su Medicitalia, molte contengono paure, sconforto, delusione, acredine  e terrore, circa la scoperta dei torbidi trascorsi sessuali di indagati mariti o fidanzati.
Moltissimi uomini, durante la loro crescita sessuale, sono si sono spesso imbattuti in una sessualità di tipo mercenario, colti dall’aspetto ludico, contagiati dal cicaleccio del collettivo o mossi da furore testosteronico, il  “mestiere più antico del mondo”,  stenta ad estinguersi e, tra le coppie, miete vittime e carnefici.

Le donne che mi scrivono addolorate e confuse, mi chiedono cosa può trovare un uomo, e per di più il loro uomo, in una sessualità a pagamento, con donne dai facili costumi, ammaliatrici di anime sole e solitarie, mi chiedono spesso se possono ancora fidarsi di lui e se quest’uomo, così plagiabile  dall’aspetto ormonale, potrà mai essere il padre dei loro figli.
La sessualità mercenaria, assolve a svariate funzioni: rileggendo la storia della sessualità maschile, sin da tempi lontani, i ragazzi, compiuta la maggiore età, invece dell’auto e della patente, il padre, regalava loro una notte simbolica di “ svezzamento sessuale”, che gli concedeva di transitare velocemente alla vita adulta.
Pratica non affatto dolorosa in termini di possibili traumi psichici e sessuali, ma che non esitava ad estinguersi.

Le prostitute, oggi, hanno una funzione rassicurante e consolatoria, circa le possibili ansie da prestazioni maschili e, passando dal pagamento e dal concetto di potere, l’uomo che si concede quest’esperienza si deresponsabilizza circa l’obbligatorietà al perfezionismo sessuale e non si dedica al faticoso piacere sessuale femminile.

Recenti studi epidemiologici sugli Italiani a letto, hanno rivelato  che l’italiano medio, con età compresa tra 35 e 65, sembra avere organizzato la sua vita privata su un  “doppio binario emozionale ed esistenziale”: quello ortodosso e quello parallelo, più consono alla trasgressione .
Il primo, quello casalingo, caratterizzato da moglie  e figli , rappresenta il porto sicuro, le abitudini quotidiane, il talamo rassicurante e consolatorio , la stabilità amorosa che secondo il dire comune, rappresenta la tomba dell’erotismo e della sessualità.
Il secondo, quello parallelo,  abitato invece dall’amante, più o meno stabile,  rappresenta la concretizzazione della trasgressione, dell’immaginario erotico, della passione, spesso da “pausa pranzo”.

Cosa cercano gli italiani di oggi, sotto le lenzuola?
Perché tendono  a creare una  scissione, di maschilista memoria, tra sesso e cuore, tra sentimento e corporeità, tra amante trasgressiva e moglie accudutiva?
Sessualità senza complicanze emozionali, da pausa pranzo, sms imprudenti e provocatori,  al fine di tenere sempre acceso il desiderio sessuale, che altrimenti tra le mura domestiche, sembrerebbe scemare.

Perché nell’immaginario comune, sembra esistere questa dicotomica scissione tra sessualità casalinga, noiosa ed ortodossa e sessualità acrobatica, da percorso parallelo?
Forse una sessualità mercenaria, sana questa dicotomica scissione, ma come clinico che si occupa di coppie, dei loro dolori e dei loro tormenti dell’anima, credo che una “sana e vibrante vita sessuale”, possa sanare questo doppio binario e fa transitare la vita sessuale nella “stanza dei giochi”!.

Data pubblicazione: 10 dicembre 2011

5 commenti

#1
Dr. Giuseppe Santonocito
Dr. Giuseppe Santonocito

Bisogna però distinguere chi va con l'amante (propriamente detta) da chi va a prostitute. Sono comportamenti molto diversi, dettati da atteggiamenti in generale differenti. Non necessariamente un'amante sta sullo stesso piano della prostituta.

Ad esempio, alla tua domanda:

>>> Perché tendono a creare una scissione, di maschilista memoria, tra sesso e cuore, tra sentimento e corporeità, tra amante trasgressiva e moglie accudutiva?
>>>

si può osservare che, se l'uomo con amanti è maschilista, ci sono pur sempre donne (le amanti) che si prestano a perpetuare la tradizione. Relazionalmente parlando, i danni si fanno in due, non può esserci maschilismo senza controparte accondiscendente...

La prostituta lo fa per denaro e basta, un amante può avere motivazioni di altro tipo. Così come l'uomo che sceglie di andare con le une piuttosto con le altre.

Insomma, amanti e prostitute non sono la stessa cosa.



#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Certo che no, ma speso soddisfano esigenze non espresse ed accolte dal talamo principale, sia per assenza di chiare richieste, per scarsa accondiscendenza.
L'uomo con le amanti poi non è maschilista , ma cerca e trova consensi e "conforti" svariati da più parti .

#3
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Da che mondo e mondo e, purtroppo è un retaggio duro a morire, la moglie si sposa, l'amante soddisfa altri bisogni , come se la parte cortigiana non appartenesse pure alle mogli.

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