Mancanza d’erezione: il sintomo va sempre tolto o talvolta mantenuto?

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Moltissimi utenti ed ancor di più giovanissimi, scrivono per chiedere aiuto, conforto, ascolto e suggerimenti prima diagnostici e poi terapeutici, per  il “deficit erettivo”; la mancanza totale o parziale della capacità erettiva o  l’impossibilità ad avere  un’erezione di adeguata rigidità, che sia sufficiente per un rapporto sessuale completo ed appagante per il paziente e la partner.
Le richieste sono in crescente aumento, cosi’ come sono in aumento i giovani, spesso inesperti e spauriti, che lamentano questa dolorosa e visibile disfunzione sessuale.
La prima tappa diagnostica è sempre e comunque  quella andrologica, tappa che ha il duplice scopo di fornire una “diagnosi certa” , che investighi l’etiologia della disfunzione e, che fornisca soprattutto  “elementi di realtà” a giovani e non,  terrorizzati per l’accaduto, che vagano nel web cercando soluzioni fai da te o diagnosi semplicistiche e false, sempre e soltanto via etere.
La “diagnosi clinica” è un atto unico ed un atto medico ed ha lo scopo di arginare voli pindarici disfunzionali con la fantasia del paziente, che a seguito di una reiterata latitanza diagnostica vaga nel nulla ed amplifica e rinforza  ogni forma di ansia e di disfunzione sessuale.
Esclusa l’etiologia organica o mista, un’attenzione maggiore va rivolta alle cause psichiche e relazionali , sempre presenti nel d.e,, che spesso da cause diventano effetti, rapendo e catapultando  il paziente in un doloroso circolo vizioso, da cui è difficile venirne fuori velocemente e con modalità indolore per autostima, narcisismo e coppia.
Il tentativo da parte del paziente di inseguire la funzionalità erettiva diventa poi la causa della successiva vulnerabilità erettiva , con conseguenti processi mentali ed emozionali altamente disfunzionali; il paziente invece di godere a pieno dell’immaginario erotico, del corpo dell’altra e della sensorialità dell’intimità, verrà distratto e  disturbato da un “rumore di fondo”, abitato da un monitoraggio continuo della capacità erettiva.
Quando la diagnosi andrologica esclude cause organiche, è opportuno trattare sempre e comunque il sintomo erettivo con la terapia orale eo combinata?
Diventa indispensabile ed obbligatorio effettuare una diagnosi scrupolosa e completa delle cause “altre” correlate al d.e., per comprendere e soprattutto calibrare il futuro percorso terapeutico, da adattare per il paziente eo coppia, come un abito fatto su misura.
Spesso il sintomo assume dell’economia del paziente un “significato difensivo”, rappresenta a volte il perno attorno a cui ruota la coppia o la struttura di personalità del paziente con conseguenti  meccanismi di difesa.
La mancanza d’erezione, a volte può rappresentare una strategia per non entrare in contatto con il mondo femminile in generale e vaginale in particolare, può rappresentare una difesa contro l’omosessualità latente, contro l’ansia, contro l’eccessiva intimità, può ancora salvare il paziente da una possibile dissociazione di tipo psicotico, o slatentizzare vissuti di depersonalizzazione e de realizzazione.
L'assunzione delle pillole dell’amore, Viagra, Cialis o Levitra, per pazienti psicogeni,  andrebbe concordata solo dopo un’analisi di tipo psicodinamico della struttura di personalità del paziente, per comprendere a fondo le dinamiche  difensive, organizzate inconsciamente  ed  affidate al mantenimento del d.e..
Il farmaco, spesso  scompaginata gli equilibri psichici, sapientemente e faticosamente strutturati dalla psiche del paziente con d.e, assicurando e favorendo la meccanica dell’erezione, senza però concedergli il vero piacere dell’intimità. Talvolta il paziente riesce a mantenere l’erezione, ma sviluppa un’ulteriore meccanismo di difesa, mediante l’”anorgasmia”, l’assenza cioè di risposta orgasmica.La natura multidimensionale della sessualità umana è tale da imporre
un inquadramento e un ‘approccio terapeutico integrato’ al soggetto
portatore di  un disturbo sessuologico.
Una “diagnosi non completa” ed una terapia che non affronti le cause
nella loro globalità, possono costituire , un fattore di mantenimento
del disturbo nel tempo, anziché la risoluzione della disfunzione

Data pubblicazione: 09 febbraio 2012

6 commenti

#1
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Ti dico il mio pensiero, non antitetico. Da andrologo, quindi da medico quando invio a psicologo evito di prescrivere farmaci. Per i seguenti motivi: dietro la paura dell' insuccesso ci sono tante paure che la pillola copre. Dare la pillola significa avvallare la paura inconscia di malattia del corpo, negarla è un messaggio di salute fisica. Dare la pillola significa togliere una motivazione all' imoegno del paziente in psicoterapia. Ho attentissamente selezionato (per usare un eufemismo) psicologi. In due casi soltanto negli ultimi tre anni ho dovuto prescruvere farmaci a terapia psicologica iniziata.
Dare una scelta al paziente alla fine della visita andrologica: o farmaci o psicologo (dando pro e contro) significa da un lato far maturare emotivamente il soggetto dall' altro rispettare la sua libertà. Naturalmente il paziente può sempre cambiare: il più delle volte si stufa dei farmaci entro 1 anno. Ma questo non dovrei dirlo.

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Ciao Giorgio e grazie dell' interessante ed anticonformista commento clinico.
Mi trovi in perfetta sintonia con il tuo scritto, i sintomi vanno rispettati, attenzionati diagnosticati e solo dopo curati.
L' etiologia psicogena, e' molto complessa e sfaccettata e, spesso correla con uno storico sessuale, Intrapsichico , emozionale e relazionale, molto complesso.
Un saluto.
Valeria

#5
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Non mi pare di essere anticonformista, ma biecamente ortodosso: se uno ha mal ditesta perchè ha la digestione lenta, gli curo la digestione. Poi quanti ragazzi con problemi psicogeni hai visto su questo sito che dopo una terapia di pastigliette sono daccapo una volta sospesa la terapia?

#6
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Lo so, hai ragione, ma non tutti e lo sai bene, la pensano come noi.
Le pillole, sono solo sintomatiche, ma non "curano" il mal di pancia,nè velocizzano la digestione.
Oltre a strutturare una possibile dipendenza psicologica dalla terapia orale, a svezzamento terapeutico, smettono di sperimentare una condizione farmaco-dipendente, di salute sessuale!!!

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