Stress da vacanze o vacanze da stress?

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

"L'unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nel vedere nuovi paesaggi, 
ma nell'avere nuovi occhi"
Proust

 Già concluse, in itinere, settembrine, agognate, desiderate, immaginate: le vacanze.

Agosto, si sa, è il mese, forse, più difficile dopo dicembre.
Investito emozionalmente di altro, rispetto al semplice e concreto bisogno di riposo.
È un mese vacanziero, che ci obbliga a vivere in sospensione dal tempo e, spesso, dallo spazio.
Il desiderio più potente e prepotente è solitamente quello di andare in vacanza.

In vacanza da cosa?
Si va in vacanza dallo stress, dalle cose concrete da fare, dal quotidiano e, soprattutto, si immagina di trascorrere delle vacanze all'insegna della necessità di rigenerarsi psichicamente e fisicamente.
Le famigerate vacanze, si sa, sono iper investite da tanti elementi:
concreti, simbolici e fantasmatici.

  1. La dimensione sognante e dell'attesa che, come tutte le attese, è già un amplificatore di desiderio.
  2. Il bisogno di fare una pausa.
  3. La necessità di trovare un tempo di qualità per se, uno per la coppia ed uno per la famiglia.
  4. La curiosità di vedere nuove mete.
  5. Il recupero psico-fisico e così via.


Come spesso accade poi, a fine vacanza, i bilanci possono anche non essere positivi e le aspettative disattese. Esiste, quasi sempre, un divario tra aspettative e realtà, tra desideri inconsci ed aspetto razionale, tra individualità e dimensione di coppia/famiglia.

  • Quanto dovrebbe durare questa vacanza?
  • E, soprattutto, come dovrebbe essere suddivisa?
  • Quali bisogni, in realtà, dovrebbe soddisfare?
  • Quali ferite lenire?
  • Quali sogni risarcire?

Sono veramente tante le ragioni, coscienti ed inconsce, che ci spingono ad andare in vacanza, a lasciare "il punto qui e cercare l'altrove" [1], per adoperare la definizione - veramente evocativa - di Perussia [2], che ho preso in prestito da un bellissimo libro regalatomi dalla Collega dott. Magda Fregonese Muscarà, scritto a quattro mani con il marito Prof. Calogero Muscarà.

Se trasliamo la metafora del viaggio alla vita di tutti i giorni, possiamo notare come esiste una marcata differenza tra il turista ed il viaggiatore.

1- Il turista rimane periferico rispetto all'esperienza del viaggio, spesso trascorre il suo tempo all'interno di villaggi costosi all'insegna dell'all inclusive e conosce molto poco del luogo che decide di visitare.

2- Il viaggiatore invece, curioso e soprattutto interessato alla cultura locale, è disposto ad incontrare altri usi e costumi ed a dialogare con altri mondi, anche molto lontani dal suo.

La stessa differenza è applicabile al “viaggio della vita”: c'è chi decide di fare il turista in eterno, chi invece il viaggiatore, capace di visitare anche le emozioni più recondite e scomode e le proprie zone d'ombra.

Secondo Cohen, ci sono tre tipologie di turisti [1]:

1- il vacationer, colui che decide di andare in vacanza solo in luoghi noti.
Desidera esclusivamente riposare, staccare la spina, non pensare.
Non desidera sperimentare alcun cambiamento e nessun sussulto emozionale.
I cambiamenti li considera rischiosi, destabilizzanti e costosi dal punto di vista economico ed ovviamente psichico.

2- il sighteer: è il viaggiatore curioso.
Si informa, desidera conoscere luoghi nuovi, diversi, legge le guide, fantastica, aspetta.
È colui che adopera il viaggio per arricchire lo spirito, e non solo la pancia.

3- il drifter: è colui che sceglie l'avventura.
Niente di programmato, vuole mettersi alla prova, prenota solo il volo - magari di sola andata - e, forse, la prima notte in una sola città.
È colui che veramente desidera visitare le "Terre dell'altrove".

 

Cosa cerchiamo davvero in una vacanza?

  • Riposo?
  • Il contatto con la natura?
  • Recuperare il rapporto con il partner?
  • Giocare full time con i figli, senza iper connessioni o fantasmi lavorativi?
  • Passeggiare in riva al mare?
  • Leggere, scrivere, pensare?
  • Non pensare?

La vacanza può essere regressiva, riportare nei luoghi d'infanzia, riparativa, lenire le pene d'amore o le fatiche della vita ed avventurosa o sportiva, per chi necessita di una dose sempre maggiore di adrenalina.

Il desiderio imperante è solitamente quello del “cambiamento”: uno spostamento da un luogo all'altro, dal mare alla montagna, dalla famiglia ad un tuffo solitario, dalla noia e la fatica al confort da vacanza.
Insomma, c'è sempre la ricerca di qualcosa o di un'emozione, che regolamenta la scelta di una meta e tipologia di vacanza, o di un'altra.

 

Ma sappiamo davvero staccare la spina?
Rallentare o fermarsi del tutto non è semplice.
Le persone maggiormente a rischio di star male in vacanza sono gli ansiosi, i depressi e gli iperattivi.
Non è facile passare da un iper lavoro all'immobilismo più totale.
Dal rumore al silenzio ed al rumore di fondo della nostra anima.
Dal tablet e le connessioni perenni – amorose o lavorative - ad ascoltare il mare in una conchiglia, senza wi-fi.
Dal postare foto e tanto altro online, al sentire e vivere le proprie emozioni condividendole davvero con chi è fisicamente in vacanza con noi.
Cambiare le proprie abitudini - anche se per un lasso di tempo stabilito e circoscritto - spesso spaventa: voli e treni, imprevisti e ritardi, caldo o freddo, altro cibo ed altri abitanti...
Talvolta il corpo non si adatta e si ammala, proprio in vacanza, ed anche l'umore diventa marcatamente deflesso.

 

Coppia e vacanza

Un capitolo a parte meriterebbe la dimensione di coppia.

Il lavoro, anzi il super lavoro, diventa spesso una sorta di “intimità sostitutiva”, di “surrogato affettivo”, di amorevole compagnia, senza la quale la coppia dovrebbe fare i conti con tutto quello che in realtà non va più bene dentro il legame.

Molti matrimoni sopravvivono all’usura del quotidiano, grazie agli infiniti impegni.
Talvolta i partners non hanno né tempo né spazio per incontrarsi realmente: sono coniugi che escono da casa di fretta al mattino, si incrociano per pranzo, nella migliore delle ipotesi, unitamente ai figli urlanti e richiedenti e si rivedono la sera, stravolti e travolti dalla fatica della giornata.

Tutto questo viene prontamente modificato ed azzerato durante le vacanze, luogo simbolico dove “tempo e spazio” si azzerano.

 

Vediamo cosa accade
Molte coppie più o meno “funzionanti e funzionali” da lunedì a venerdì o da gennaio a luglio, diventano colleriche, disfunzionali e sofferenti durante il fine settimana, a dicembre e ad agosto. Sembra infatti che lo stress e la corsa continua che caratterizza la vita di tutti i giorni, possano servire a tenere unita la coppia.

Anche la differenziazione dei “tempi e dei luoghi” durante lo svolgimento delle attività famigliari ed extrafamigliari infrasettimanali, sembrano essere utili a mantenere il rapporto in “equilibrio” – o pseudo-equilibrio - tra distanza e (eccessiva) vicinanza.

  • Quando i partners vanno in vacanza, l'intimità va in vacanza con loro o vanno in vacanza dall'intimità?

La coppia, ancor di più quando è già famiglia, fa fatica ad andare in vacanza davvero e l'intimità, solitamente, può diventare la “grande assente”.
È veramente complesso e faticoso suddividere equamente il tempo della vacanza e trovare anche uno spazio-tempo per la vita intima e sessuale.
In estate - stagione sensuale per i suoi profumi, le sue mete ed i suoi sapori intensi - la vita sessuale dovrebbe beneficiare della dimensione dilatata del tempo e del benessere da assenza di stress lavorativo.
Niente stress, niente risvegli precoci - obbligati ed obbligatori - cene prolungate, passeggiate in riva al mare, un abbigliamento poco coprente e così via...

Le coppie potrebbero provare a sperimentare nuovi luoghi dell'eros, ma spesso non è sempre così.

 

Conclusioni
Chi viaggia davvero, impara a conoscere, o meglio, a sentire sulla propria pelle, che esistono “molti mondi possibili” (Perussia) e decide di incontrarli.
L'universo si allarga, si colora: vi è il quotidiano, le quattro mura domestiche che rassicurano, e l'Altrove.
Il viaggio, sicuramente metafora di tantissimo altro, è un contenitore di elementi concreti come quelli vacanzieri, ma anche di desideri inespressi ed inconsci, di desiderio di cambiamento e di evasione, e di svariate inquietudini.

  • Cosa mettiamo davvero in valigia?

Speranze, aspettative - speso magiche ed onnipotenti - di cambiamento, di felicità, di riposo e di amore.
Forse è davvero straripante questa valigia....
Ecco perché al rientro, spesso, siamo più stressati di quando siamo partiti.

 

Ringrazio la Dott.Muscarà per avermi regalato il Suo libro e per avermi invitata a riflettere sul significato simbolico del viaggio.

 

Bibliografia:

  1. "Gli spazi dell'altrove", Magda Fregonese e Calogero Muscarà Pàtron Editore
  2. Perussia "Note sulla psicologia delle testimonianze di viaggio", Unicolpi Milano. 

 

Aggiungo le seguenti letture:

 

 

 

 

Data pubblicazione: 21 agosto 2015

9 commenti

#1
Dr. Antonio Vita
Dr. Antonio Vita

No Valeria, NO. Le ferie, le vacanze, sono le benvenute nella vita di una persona. Pensa te a non cucinare per 15 o 20 gg., a non pensare alla spesa, a non tener conto dei desiderata del marito e di altri componenti la famiglia. E no, evviva le vacanze.... evviva. Sono ripristinanti, efficaci nel recupero di forze, energie e voglia di lavorare. Quando proprio non ce la fai più a stare senza far niente, allora ritorni al dovere, al lavoro, ai problemi degli altri, ma con la nostalgia delle ferie, delle vacanze, del dolce far niente. Che poi è tempo dedicato al pensiero, alla ragion pura.
Sarà che sono tornato appena ieri, ma non riesco a dimenticare la wscelta immensa del cibo, le chiacchiere inutili e futili, le dolci vacanze, ahimè troppo brevi per 11 mesi e rotti di lavoro. (Però adesso leggerò quello che hai scritto che è sempre ben detto e molto apprezzato da tutti - Hai avuto forse bisogno dei tuoi lettori, estimatori, fans ed altro? - Io non ho tutto questo!! e quindi per me WWWW le vacanze.) Ma leggerò con cura la tua disamina sulle vacanze "stressanti"!!!!

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Ciao Antonio,
ben tornato dalle vacanze!

Non è un articolo contro le vacanze, piacciono ovviamente anche a me e sono decisamente indispensabili, ma è un tentativo di andare "oltre" il concetto di vacanza, esaminando i desideri inconsci dei viaggiatori e le successive possibili disillusioni.

Tra l'altro questo articolo nasce dalla lettura del bellissimo libro scritto dalla nostra Collega Magda Musacarà.

Quando lo leggerai mi darai un tuo parere

Un caro saluto.

#3
Dr. Antonio Vita
Dr. Antonio Vita

Vedi, tornando dalle vacanze, hai da leggere alcuni libri e saggi che avevi lasciati sospesi, incurante dei loro contenuti perché le vacanze erano prossime e si assaporava già un’atmosfera di festa e di spensieratezza, (la ragion pura), abbandonando tutto e tutti per immergersi nella leggerezza dell'essere e del vivere, tra cui il ritmo incalzante dei bongos della serata africana (vedi facebook.it). Un vero e grande sballo perché eri sobrio e cosciente e nello stesso tempo eri esageratamente allegro e “folle”. Ti rimando alla serata dei Bongos!!! Dopo quella del Jazz (composto, misurato e ardito, ma sempre castigato e raffinato). La serata africana invece no, era una bolgia vissuta con la mente e con il corpo e con tutti i neuroni che schizzavano da tutte le parti, dentro al corpo e fuori, in una sarabanda di suoni mista ad un ritmo frenetico e vertiginoso.

#4

Cara Valeria, ti ringrazio molto per le parole gentili che hai avuto per il mio libro di qualche anno fa, scritto come testo per la Scuola Superiore di Turismo di Verona in cui insegnavo Psicologia del Turismo, che è stato anche adottato in alcune Universita'.. Il tuo articolo, bellissimo, lucido ed empatico coglie il desiderio di ..altrove.. di cui molti hanno bisogno per ricaricarsi, sognare, sperare, illuminare una vita grigia.. Le risposte possono appunto essere diverse.. soddisfatte, come nota il dottor De Vita , ma anche meno felici, se il maggior tempo per pensare, smettere di correre, essere invasi dalle cose da fare , non è allietato da più comunicazione,
sorrisi, abbracci, gioia..empatia.. E dipende molto da cosa metti nella valigia..!
!Complimenti, bravissima come sempre..

#5
Dr. Antonio Vita
Dr. Antonio Vita

E' così cortese e gentile la sig.ra d.ssa Magda Muscarà che uno finisce con il rammaricarsi di non averla conosciuta di persona e avuta come amica dei tempi andati. Ma Medicitalia fa scoprire, unire e condividere i pensieri e gli animi più diversi, alcuni distanti, alcuni molto molto vicini. C’è nella sig.ra Muscarà qualcosa “di casa nostra”, di vicinanza: la sua carriera di insegnante! L’avrei giurato. Con insegnanti di tal genere qualsiasi riforma è possibile non perché la signora Muscarà e tutti gli altri che hanno avuto le stesse doti e fattezze, sono soggetti da piegare e di cui servirsi, ma perché con loro la scuola è al sicuro per l’avvenire!
Con qualche motivo di stupore perché non sappiamo mai se siamo stati insegnanti prestati alla psicologia, o psicologi prestati, fortunatamente, alla scuola.

Come sempre, Valeria è una maestra nel mettere assieme “pane e companatico” e a fare di una cosa da poco un motivo di profonda riflessione.

#6
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Cara Magda,
grazie per le belle parole e grazie ancora per il tuo libro, ha abitato la mia valigia estiva...

Un abbraccio

Valeria

#7
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Grazie Antonio per le tue riflessioni e per le tue note.

Un caro saluto.

Valeria.

#8

Al Collega De Vita un ringraziamento per le cortesi , gentili riflessioni.. in effetti ho fatto anche l'insegnante per un periodo...ora , da molto , questo nostro lavoro soltanto.. e mi piace , ..e mi piace MI, che unisce, e permette sguardi simili e diversi ..un arricchimento continuo.. Buon lavoro Magda

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