Aiuto ci siamo persi i genitori! Web, figli e privacy, cosa dice la legge

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

“Il pudore è l’epidermide dell’anima”.
    Victor Hugo

 

  • Una Quiche Lorraine ben riuscita? Postata.
  • Un tramonto che ha regalato infinite emozioni? Postato.
  • Una cenetta intima in famiglia? Postata.
  • Un regalo simbolico appena ricevuto? Postato.
  • E, per ultimo - ma non per minore gravità - il sorriso del proprio figlio? Ed ancora, i suoi primi passi, le sue prime amicizie, o i primi tacchi da adolescente ed il suo primo rossetto? Postati!

 

Una ricerca americana realizzata dall'università di Washinton e del Michingan, ha analizzato il comportamento di 250 famiglie con figli con un'età compresa tra i 10 ed i 17 anni, ed ha dimostrato che i bambini/ragazzi sono davvero imbarazzati ed infastiditi dal fatto che i loro genitori postino su Facebook le loro foto e condividano i fatti loro con il resto del mondo, parenti ed amici inclusi.

I ragazzi più grandi sono già abituati a gestire la loro immagine online, tra social e le più svariate app, quindi gradirebbero che nessun altro fornisse un'immagine di loro stessi diversa da quella che loro, quotidianamente, costruiscono.

La legge francese
La legge francese, per arginare questo dilagante ed imperioso desiderio dei genitori di mostrare e postare i loro figli come dei veri trofei, ha stabilito sanzioni che vanno da una multa che arriva fino a 45.00 euro fino ad arrivare ad un anno di carcere, nel caso in cui vengano rivelate notizie riservate dei loro figli senza il loro consenso.

A quanto pare i figli, come diceva Gibran Khalil, non sono dei genitori, ma di loro stessi.

 

Qualche riflessione

Gli eccessi di esibizionismo genitoriale rappresentano davvero un problema serio per i figli.

Forse stiamo assistendo ad una vera inversione di ruoli?

Genitori perennemente online, sempre connessi, come i ragazzini, che postano tutto e di tutto, con l'intento di domare il tempo che passa, e figli silenziosi chiusi in un dignitoso imbarazzo.

Figli che postano le loro immagini - intime, simboliche, importanti o buffe - da condividere "soltanto" con chi vogliono loro, talvolta, genitori esclusi.

 

Aiuto, ci siamo persi i genitori!
Forse, adattandoci lentamente ma costantemente, alle modifiche epocali, non ci siamo accorti di aver perso l'infanzia ed anche la genitorialità.

I nostri piccoli, sono dei piccoli adulti, abbigliati come noi genitori con cui condividono telegiornali, giochi e sport, chat, modus operandi e vivendi, tipici degli adulti.

Se ci guardiamo intorno, possiamo notare una destabilizzante “omologazione” tra genitori e figli: non esiste più quell'antica “divergenza generazionale” che tutelava entrambi e che stabiliva ruoli e regole.

I genitori, fino a non molto tempo fa, venivano eletti a tutori, a guide ed a modelli personologici ed esistenziali per i loro bambini, oggi il conflitto spaventa e la strada dell'omologazione sembra essere la meno impervia e la meno faticosa.

Il ruolo genitoriale sembra aver cambiato veste nel tempo: un tempo autoritario, poi autorevole, ed oggi, spesso, smarrito o paritario, venendo a mancare quella segreta asimmetria utile alla crescita degli adolescenti.

I genitori transitano verso l'adolescenza ad oltranza per lenire la paura di invecchiare, ed i bambini diventano adolescenti, velocemente e pericolosamente.

In questo caos del vivere, si sono smarriti i ruoli e gli argini che dovrebbero contenere le possibili mareggiate del crescere, favorendo invece pericolosi e frequenti straripamenti.

  • Ma dov'è finita la genitorialità autorevole e protettiva, che tendeva a negare una minigonna troppo mini o un tacco troppo alto?
  • Tutti travolti dalla selfie mania?
  • Anche a scapito del pudore e della privacy dei propri figli?

I ruoli vanno ben distinti, anche online, i genitori devono fare i genitori ed i figli i figli.

I premi contengono, i secondi si ribellano.

I primi rimproverano ed i secondi si arrabbiano.

Ed ancora, i primi stabiliscono le regole e gli orari ed i secondi non li rispettano.

Facebook dovrebbe essere vietato fino a 14 anni - per legge - contrattato e spiegato loro, per evitare che la fascinazione e l'immediatezza, unitamente alla sovraesposizione ed alla mancanza di pudore, possano prendere il posto della sana differenziazione tra vita online e vita off line, tra pudore e narcisismo.

I genitori travestiti da adolescenti, che postano le loro foto e che le condividono anche senza il loro permesso, generano confusione ed una destabilizzante inversione dei ruoli.

Basta un semplice gesto per farli sprofondare nella vergogna.

Se i genitori non sono consapevoli, saranno i figli a portare il peso del disagio e dell'inadeguatezza.

L'adolescenza è di per se un'età caratterizzata da un vero groviglio di malumori, da una danza asincrona tra desiderio di autonomia e bisogno di protezione, tra rabbia e regressione, tra paura e coraggio.

Il genitore rappresenta un punto fermo, una certezza, solido e stabile.

 Giuseppe Riva, professore di psicologia dei nuovi media all'Università La Cattolica di Milano, ha appena pubblicato un libro davvero illuminante: “I social network”- il Mulino 2016.

Il professore, oltre ad avere spiegato la fascinazione da etere, il pericoloso scollamento dalla realtà e l'utilizzo compulsivo ed esclusivo dei media, ha posto la sua attenzione sull'immagine che i giovani raccontano di se, tramite il web.

Da quando infatti, hanno l’accesso ai social come Instagram e Facebook, cioè dai 13 anni in poi, gli adolescenti hanno il diritto di raccontarsi come vogliono.

Da mamma e da clinico mi chiedo se questo "come vogliono" - senza stravolgerlo o manipolarlo, e senza invasioni di campo - sia il caso di analizzarlo insieme a loro, con calma e con cura, e sia anche il caso di spiegare loro la differenza tra immagine reale e virtuale di loro stessi, tra se e falso se.

Ma forse fare il clinico è sicuramente più semplice del fare - anzi essere - la mamma.

 

Fonte: http://27esimaora.corriere.it/articolo/i-diritti-digitali-dei-minori-mai-foto-online-senza-permesso/

lettura consigliata: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5460-aiuto-ci-siamo-persi-i-bambini-adolescenza-precoce-o-infanzia-contratta.html

Data pubblicazione: 20 aprile 2016

2 commenti

#1
Dr.ssa Vincenza De Falco
Dr.ssa Vincenza De Falco

"Ma forse fare il clinico è sicuramente più semplice del fare - anzi essere - la mamma."

Eh sì, hai ragione Valeria, più facile fare il clinico che essere mamma, specialmente nella nostra epoca, non è affatto semplice.
Essere mamma o papà è e rimane il "mestiere" più difficile, e purtroppo non esistono scuole, corsi, o insegnanti che possono "insegnare" ad essere dei genitori perfetti.

Le difficoltà poi aumentano, se cerchiamo di trasmettere ai figli dei messaggi, dei valori, o delle priorità che poi non "coincidono" con quelli che vengono trasmessi dagli altri genitori agli amici dei nostri figli...

Il dialogo, le spiegazioni l'essere vicini ai figli è fondamentale....ma l'impressione è che oggi a volte sono più "genitori" e saggi alcuni figli e piuttosto immaturi e "figli" alcuni genitori.

Complimenti per questo tuo articolo che mette bene in evidenza una delle realtà dei nostri tempi.


#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Cara Cinzia,
grazie per i tuoi consensi, fanno sempre piacere.

Hai perfettamente ragione, c'è sempre qualche genitore simpaticamente più tollerante che ai nostri figli può piacere di più...così come sono in aumento le inquietanti scorciatoie come le "inversioni dei ruoli" anti/conflitto generazionale.

Buon fine settimana.
Valeria

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