Conoscere le malattie delle vene

luciopiscitelli
Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale

La Insufficienza Venosa (I.V.) è alla base di una varietà di manifestazioni cliniche che non vanno sottovalutate a causa dell’elevato potenziale evolutivo che va dal semplice danno estetico rappresentato da piccole venule, capillari dilatati (teleangectasie) o dalla pannicolopatia edematofibrosclerotica (cellulite), all’impegno funzionale (reflussi valvolari, varici), ai danni anatomici più gravi (flebiti superficiali, trombosi venose profonde, ulcere venose), potenzialmente pericolosi e che richiedono trattamenti lunghi e impegnativi con possibili esiti cronici (Sindrome postflebitica).

Sintomi iniziali che devono insospettire sono le “parestesie” (percezioni sensitive di vario genere come bruciore, prurito, sensazione di peso o tensione ecc.) riferite agli arti inferiori, l’edema (gonfiore delle gambe o dei piedi), crampi, “cellulite”.

Al di là delle situazioni già manifeste, un consulto specialistico è pertanto consigliabile anche per le pazienti di sesso femminile asintomatiche, ma portatrici di possibili “fattori di rischio” (familiarità per patologie venose, attività lavorative, abitudini di vita, eccesso ponderale, gravidanza, uso di pillola anticoncezionale, ecc), poiché l’esame clinico e strumentale consente di rilevare segni iniziali di malattia e di predisporre efficaci misure preventive; è possibile inoltre limitare eventuali interventi terapeutici a procedure più semplici con migliori risultati funzionali e soprattutto estetici.

La valutazione delle malattie delle vene si basa su un approccio clinico-strumentale integrato che comprende:

  • Valutazione anamnestica
  • Esame clinico generale
  • Esame clinico locale
  • Indagini strumentali (Doppler, Ecocolordoppler, ecc.)

 

Programma terapeutico integrato

La terapia della I.V. si avvale di diverse metodiche rivolte al trattamento dei sintomi funzionali e/o delle manifestazioni estetiche. E’ un settore in cui, anche in relazione all’abilità dell’operatore, la Medicina Estetica si integra con i trattamenti terapeutici classici, senza per altro limitarne la reale efficacia.

Il riconoscimento di fattori favorenti (stipsi, flogosi pelviche, alterazioni posturali, ecc.) va opportunamente tenuto in considerazione e può richiedere specifici provvedimenti.

La terapia farmacologica generale e topica-locale è utile nelle manifestazioni iniziali della I.V. (cosiddetta s. prevaricosa) e come trattamento complementare agli altri presìdi terapeutici. Non si può tuttavia pretendere che questo tipo di terapia faccia guarire le varici conclamate evitando gli interventi più invasivi. E’ di fondamentale importanza e può essere anche molto impegnativa nelle manifestazioni più gravi della malattia, quali le flebiti e le trombosi venose profonde (farmaci anticoagulanti, trombolitici, ecc.).

L’elastocompressione rappresenta il cardine del trattamento delle malattie venose in tutte le sue manifestazioni e si avvale dell’impiego di presìdi (fasce, calze) di diversa elasticità, tipo e modello (diversi da quelli pubblicizzati sulle riviste di moda!) la cui scelta si basa su precisi criteri di valutazione clinica e va fatta esclusivamente dallo Specialista. L’industria moderna per altro propone ottime soluzioni, in continua evoluzione, che conciliano efficacemente esigenze terapeutiche ed estetiche.

La terapia sclerosante è indicata come unico trattamento per le piccole varicosità e per gli inestetismi (capillari dilatati o “teleangectasie” – microscleroterapia) o come terapia complementare a quella chirurgica. Poiché non è priva di possibili effetti negativi, va effettuata solo da chi abbia veramente sufficiente “cultura” ed esperienza nella scelta delle indicazioni e nell’attuazione della tecnica. Richiede inoltre ambiente e strumentazione adeguata nel rispetto più accurato delle norme di sicurezza ed igiene.

La mesoterapia è una utilissima terapia complementare, che, nei casi in cui vi sia effettiva indicazione e venga scientificamente applicata, consente di ottenere buoni risultati soprattutto sul piano estetico nel trattamento della pannicolopatia edematofibrosclerotica (cellulite), affezione che quasi sempre si associa alla Insufficienza Venosa.

La terapia chirurgica diventa necessaria in presenza di reticoli venosi più estesi e per le varicosità più importanti (varici tronculari da insufficienza valvolare); si avvale oggi di tecniche attuabili quasi sempre in regime ambulatoriale o di day-surgery e nella maggior parte dei casi in anestesia locale o spinale.
Anche in questo caso esistono numerose metodiche con specifiche indicazioni in casi diversi (legatura di rami perforanti, flebectomie con miniincisioni, safenectomia mediante stripping, ecc.); le diverse tecniche possono avere inoltre diversa estensione e spesso vengono opportunamente associate.
Chi ha maggiore esperienza in questo settore è ormai in grado di effettuare anche interventi di maggiore entità, quando indicati, nel pieno rispetto del risultato estetico (miniincisioni, suture estetiche, ecc.).

Nessun approccio corretto al problema della Insufficienza Venosa può tuttavia fare riferimento a singole metodiche. Nessuna di queste procedure da sola è infatti in grado di risolvere ogni tipo di problema. Pertanto solo chi è in grado di attuare ciascuna di esse, a seconda dei casi, avendone la sufficiente esperienza e integrandole opportunamente, potrà praticare un corretto trattamento della Insufficienza Venosa.

Data pubblicazione: 05 giugno 2011

Autore

luciopiscitelli
Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso 2a FACOLTA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli tesserino n° 13488.

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