La Sterilità Maschile ormai è da considerarsi "malattia sociale"

lambertocoppola
Prof. Lamberto Coppola Ginecologo, Andrologo, Sessuologo

Nel nostro paese ogni anno si formano circa 450.000 nuove coppie, tra matrimoni e convivenza di fatto. Considerando che il 20-25% di coppie ha problemi di infertilità, si può stimare che ogni anno in Italia 90.000 nuove coppie con difficoltà riproduttive si vengono ad aggiungere a quelle degli anni precedenti non trattate e con terapie in corso.

Siccome la sterilità è una malattia che può durare anche per un ventennio, si stima che oggi in Italia più di 1.000.000 coppie (vale a dire circa 2.000.000 persone!) siano sterili.

In considerazione del fatto che il 40% della sterilità è imputabile a problematiche andrologiche e il 20% a problematiche di coppia si stima che circa 1.000.000 uomini siano affetti oggi da sterilità maschile.

Se si calcola che in Italia ci sono 7.000.000 di individui maschi in età riproduttiva, si può sicuramente affermare che nel terzo millennio un italiano su dieci sia sterile.

Ne consegue quindi che l’infertilità maschile sia sicuramente da annoverarsi tra le malattie sociali, in considerazione anche del fatto che la problematica riscontrata nel maschio investe psicologicamente anche la moglie e quindi i dati su esposti vengono inesorabilmente a raddoppiarsi.

Purtroppo a differenza di ciò che avviuene nelle donne la “ricognizione diagnostica della fertilità dell’individuo di sesso maschile” oggi avviene ancora al momento del desiderio di paternità e, quindi, spesso a distanza dell’evento patologico causale della dispermia.

Data pubblicazione: 09 dicembre 2012

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