Crioconservare il proprio liquido seminale: quando?

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

La crioconservazione dello sperma è consigliata ad uomini:

- affetti da neoplasie con necessità di terapie radianti, chirurgiche o farmacologiche che possono    indurre una grave dispermia od azoospermia, non sempre reversibili,

- ipofertili  (gravi oligozoospermie, criptozoospermie),

- prima di un intervento chirurgico che possa mettere a repentaglio l'eiaculazione,

- prima di una tecnica di fecondazione assistita, se si pensa che ci possono essere problemi nella raccolta successiva di un campione a fresco,

- in vista di una vasectomia.

All'uomo devono essere fornite tutte le informazioni riguardo al servizio di crioconservazione e dovrà firmare il consenso informato ai sensi delle leggi vigenti. Il documento sarà stilato in duplice copia e una verrà consegnata al paziente.

Ancora verrà dalla Struttura compilata una scheda per la raccolta dei suoi dati sensibili ed anamnestici.  

La cartella verrà inserita nell' archivio “crioconservazioni”, presente in laboratorio, previa firma consenso per la "privacy", sempre in duplice coppia.

Il biologo consegnerà quindi un contenitore sterile, etichettato col nome e cognome dell'uomo, per la raccolta del liquido seminale da crioconservare.

Dopo la crioconservazione verrà compilato un referto che documenterà la qualità del liquido seminale prima e dopo il congelamento ed il numero delle paillettes crioconservate. Verrà redatto sempre in dupplice copia ed una verrà consegnata al paziente. Le attuali norme sono molto rigide per quanto concerne la tracciabilità dei campioni e per questo, se è pur vero che il liquido seminale appartiene alla persona che l'ha crioconservato, per eventualmente trasportarlo verso un altro laboratorio vi è la necessità di riempire una opposita modulistica che garantisca la presa in carico del campione da parte del laboratorio che dovrà riceverli. 

Il referto finale generalmente è disponibile comunque entro i primi 3 giorni dalla crioconservazione del campione.   

Fonti: http://andrologiamedica.org/infertilita.asp

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/336-tumore-al-testicolo-come-preservare-la-fertilita.html

 

Data pubblicazione: 27 febbraio 2011

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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7 commenti

#1
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

un dato che spesso scappa è in tutti i casi di FSH elevato. Sono noti casi (abbastanza rari a dire il vero), in cui l' unico dato rilevabile sono spermatozi lenti, poi si dosa FSH e lo si trova stranamente alto. Questi casi sono soggetti a peggioramento irreversibile dello spermiogramma in pochi anni.

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Quindi caro Giorgio diresti che anche in questi casi è consigliata la criconservazione?

#3
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Esatto: una quotaparte importante di costoro (circa una metà) presentano una microdelezione del braccio corto del cromosoma Y: anche su questa base si è ipotizzato che quella alterazione genetica (microdelezione Y) pur presente dalla nascita sia progressiva e con spermiogramma inizialmente dal decente al normale.

#5
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Ciao Giovanni,
alcuni dei mei pazienti hanno la sclerosi multipla e, vanno in contro a terapie mediche , che spesso li rendono infertili.
La possibilità di crioconservare il proprio liquido seminale, oltre che una strategia "salva-prosecuzione della specie", è anche una strategia "salva-coppia", accettano più volentieri e con minori sensi di colpa nel confronti della moglie-compagna la terapia.
Saluti e buon lavoro
Valeria

#6
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Certo e questo è molto vero anche per tutte quelle patologie, come ad esempio sono le neoplasie, che colpiscono uomini giovani e che hanno una partner fissa.

#7
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Verissimo,credo fermamente che avere una via d'uscita all'inesorabile terapia, funga da antidepressivo e motivi i pazienti a proseguire la terapia assegnatagli.
Saluti

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