Trattamento della fuga venosa nel deficit erettile. Ritorno al futuro

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

 Gli autori di questo lavoro hanno voluto testare la validità di un trattamento endovascolare che, in epoca previagra, era in effetti una delle possibilità di cura delle disfunzioni erettili su base vascolare. Ai tempi delle protesi semirigide infatti, si proponeva la legatura della vena dorsale del pene, previo studio dei corpi cavernosi con cavernosometria e grafia. Io per fortuna sono nato in epoca post viagra, ma sicuramente chi si è dedicato a tali metodiche ha maturato anche una grande esperienza in campo chirurgico.

Oggigiorno non tutti però possono permettersi l’uso continuato di farmaci per bocca, iniettivi o il posizionamento di una protesi di ultima generazione.

Allora perché non tornare al passato? Ma, come si fa anche per il varicocele, scleroembolizzare la vena dorsale profonda del pene invece che legarla e sezionarla

Lo studio riportato in calce porta risultati che possono forse far ben sperare in qualche soggetto selezionato. La soddisfazione nella penetrazione, e il minor consumo di farmaci,è avvenuto in 77 pazienti su 96.

E’ stato utilizzato atossisclerol 3% dopo FIC (iniezione nei corpi cavernosi) di alprostadil e controllo con ecocolorddoppler

 

 

 

 

Venous leakage treatment revisited:

Pelvic venoablation using aethoxysclerol

under air biock technique and Valsalva maneuver

Ralf Herwig 1, Salvatore Sansalone 2

Vienna International Medical Clinic, Department of Urology, Austria; 2 Medical University Tor Vergata, Department of Urology, Italy.

Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2015; 87, 1

Data pubblicazione: 18 maggio 2015

Autore

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Università La Sapienza di Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43740.

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8 commenti

#1
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Tieni presente che questo articolo è stato respinto da numerose riviste per lo scarso controllo dei dati. A tutt' oggi la fuga venosa viene ritenuta un sintomo di problemi psicogeni, strutturali, ormonali, neurologici, arteriosi.

#2

Il trattamento chirurgico di legatura della vena dorsale del pene si è dimostrata un fallimento nella cura della DE, perciò penso che si verificherà la stessa cosa per la scleroembolizzazione.

#3
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

"Se son rose fioriranno" diceva la mia povera nonna ma questo controverso capitolo andrologico della fuga venosa credo che dovrà ancora essere studiato e meglio capito a livello diagnostico prima di arrivare ad una indicazione terapeutica precisa, valida e condivisa.

#6
Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

I commento dei colleghi Scalese, Cavallini, Beretta, Izzo e Piana ...inducono a trarre le conclusioni :

Tale metodica, come la precedente classica legatura della vena dorsale, non lascia spazio a speranze terapeutiche. Forse proprio perchè anche la "fuga venosa stessa" non ha ancora una sua vera identità.

#7
Dr. Roberto Mallus
Dr. Roberto Mallus

Nella mia esperienza concordo che la fuga venosa è stata una patologia "per lo più trattata in climica privata " con risultati positivi solo per la tasca di chi la ha operata. Come direbbe il graNde Totò "con qs ho detto tutto!"
Un saluto

#8
Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

Grazie Roberto, anche il tuo contributo rinforza le convinzioni

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