Testosterone e arteriosclerosi

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Quando gli uomini invecchiano con una certa frequenza si riscontrano, nel loro sangue, livelli di testosterone ridotti.

L’uso del testosterone per supplire a questo deficit, in questi anni, è aumentato in modo significativo, soprattutto nell’ultimo decennio, ma ancora oggi non conosciamo per bene gli eventuali effetti secondari, collaterali a lungo termine di questa indicazione terapeutica.

Ora è stato pubblicato, sul Journal of the American Medical Association (JAMA), uno studio multicentrico (tutte prestigiose istituzioni statunitensi), randomizzato, a gruppi paralleli, in doppio cieco e placebo controllato, mirato a valutare se l’eventuale assunzione di testosterone, in questa fascia di popolazione maschile, potesse avere qualche effetto non positivo sull’aterosclerosi delle arterie coronarie e carotidee, situazioni cliniche spesso associate ad attacchi cardiaci e ad ictus.

La sperimentazione ha coinvolto 308 uomini maturi, di età pari o superiore ai 60 anni e con livelli di testosterone bassi o ai limiti inferiori della normalità (100-400 ng/dl con la frazione libera inferiore a 50 pg/ml); 156 hanno ricevuto, per un periodo di tre anni, del testosterone in gel mentre 152 solo confezioni di gel placebo.

Le caratteristiche “basali” dei due gruppi erano molto simili per età e patologie correlate.

I risultati, in sintesi, della ricerca hanno rilevato che questa somministrazione di testosterone non ha prodotto differenze significative dei tassi di alterazione né sullo spessore dell’intima-media delle carotidi comuni né sulle calcificazioni delle arterie coronarie e questi dati sono sicuramente tranquillizzanti anche se, essendo finalizzati a stabilire solo l’eventuale progressione aterosclerotica dei vasi considerati, non possono essere interpretati come capaci di stabilire una “sicurezza cardiovascolare” completa.

 

Un dato infine in controtendenza, rispetto ad altri precedenti lavori scientifici, è che non sono stati rilevati, con questa somministrazione di testosterone, miglioramenti significativi sulla risposta sessuale in generale ed sulla qualità di vita correlata alla salute.

 

Fonte:

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Data pubblicazione: 28 agosto 2015

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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