Astinenza sessuale e analisi seminale: è ora di fare chiarezza

Per astinenza sessuale si intende il tempo trascorso dalla ultima eiaculazione, comunque prodotta, e l’eiaculazione sulla quale si effettua l’analisi del liquido seminale, meglio nota come Spermiogramma.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (W.H.O. 2010) suggerisce, sulle linee guida che molti citano e pochi leggono, che per l’analisi seminale occorre una astinenza compresa tra due e sette giorni.

Dal 2001al 2010 era suggerita tra tre e cinque giorni. Tale suggerimento era dettato dalla necessità che il paziente non consegnasse in laboratorio la quinta eiaculazione della stessa giornata.

La standardizzazione e la divulgazione di tale suggerimento è stata interpretata dai più come equivalenza tra maggiore astinenza e migliore performance dei parametri che caratterizzano lo Spermiogramma.

Recenti ricerche sembrano finalmente demolire tale assunto avendo infatti dimostrato che l’astinenza sia tanto più deprimente sulle qualità dello spermatozoo quanto più lunga essa sia.

In un interessante lavoro apparso nel 2017 su Human Reproduction i ricercatori hanno dimostrato che due sole ore di astinenza producono un eiaculato che ha qualche spermatozoo in meno ma che ha una discreta motilità in più.

La motilità progressiva è, con ottima probabilità, l’unico parametro dello spermiogramma che abbia una qualche predittività, fermo sempre restando che la fertilità si misura sulle coppie e non sul singolo.

Un altro lavoro apparso su JBRA, sempre nel 2017, conferma, con numeri assai più corposi del precedente, tali dati e aggiunge pure che il DNA Packaging è migliore. Inutile sottolineare che uno spermatozoo con buona motilità e buon Packaging ha decisamente più chance di fecondare un ovocita, specialmente in vitro.

Come si spiega il fenomeno appena descritto?

Occorre ripercorrere il viaggio che lo spermatozoo effettua dal testicolo al collicolo seminale.

Lo spermatozoo, che diventa tale quando lo spermatide mette la coda, ha già un paio di mesi passati nel tubulo seminifero.

Quindi passa nell’epididimo dove finisce di “maturare” ed è pronto per essere trasportato dal deferente che non è un semplice tubo ma un organo che è dotato di ciglia capaci di spingere lo spermatozoo fino al collicolo seminale di cui sopra. L’ultimo tratto del deferente, detto ampolla deferenziale, è una dilatazione, minima peraltro, dove gli spermatozoi, semplicemente, aspettano. Tale tratto è all’interno della uretra prostatica in corrispondenza del V. Montanum.

Quando avviene l’eiaculazione, la compressione di quest’ultima assieme alla contrazione delle vescicole seminali, complice una contrazione del detrusore vescicale che impedisce l’accesso in vescica dell’eiaculando, determina una serie di sei-otto passaggi di liquido nell’uretra. Dato che il detrusore chiude la vescica, il liquido esce per la via di minor resistenza che finisce al meato uretrale del pene.

Nel momento in cui i liquidi prostato-vescicolari passano sul collicolo seminale, gli spermatozoi vengono aspirati per depressione ed espulsi.

D’altronde, appare verosimile che in prima linea si muoia di più, anche solo per l’attesa dell’attacco e questo spiega come mai esistono spermatozoi immobili morti o moribondi. Nell’ampolla, in caso di strage di prima linea per eccesso di astinenza, esistono meccanismi di riassorbimento di morti, feriti e dilaniati. Meccanismo simile avviene anche nel testicolo, si è visto nei soggetti vasectomizzati.

In conclusione è quindi abbastanza chiaro che tanto sono più freschi gli spermatozoi tanto più sono sani e potenzialmente fertili. Con buona pace di predica l’astinenza.

 

Riferimenti:

 

Data pubblicazione: 10 dicembre 2019

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