Una “minigonna” per tornare a vivere! Dopo prostatectomia radicale protesi peniena Mini-Jupette

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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo

Il carcinoma prostatico costituisce il tumore più frequente nell’uomo. 

La terapia chirurgica del tumore della prostata, o “prostatectomia radicale”, ha due frequenti conseguenze estremamente pesanti per l’uomo: la difficoltà di erezione e l’incontinenza.

  

Ciò a prescindere dalla tecnica chirurgica usata: chirurgia tradizionale (“a cielo aperto”), laparoscopia, o tecnica robotica.

 

 

La difficoltà di erezione colpisce oltre il 70% di chi si sottopone a prostatectomia radicale, e nel 25-65% dei casi spesso è grave, tale da non rispondere ai farmaci orali per l’erezione anche quando si è eseguita una chirurgia con risparmio delle fibre nervose che comandano l’erezione.

La sensibilità erotica del pene però rimane, per cui con adeguata stimolazione si può comunque raggiungere l’orgasmo, seppur in assenza di pene rigido. Pertanto se si ripristina la rigidità del pene, grazie al fatto che la sensibilità è conservata, anche l’uomo con grave difficoltà erettile dopo prostatectomia può riprendere una vita sessuale soddisfacente.

Spesso la soluzione a questi casi di deficit di erezione è la protesi peniena, basti pensare che nei due Registri esistenti sulla raccolta dati su impianti protesici, quello Italiano e quello Statunitense, il motivo più frequente di impianto di protesi peniena è proprio l’impotenza successiva a prostatectomia radicale. 

 

L’ incontinenza nella maggior parte dei casi regredisce fino a livelli accettabili nei primi mesi dopo la chirurgia, grazie anche a esercizi specifici a carico dei muscoli della zona intorno all’ano (“ginnastica perineale”). Un minimo grado di incontinenza, ad esempio con sforzi fisici o con colpi di tosse, è però un dato frequente.

Esiste inoltre un fenomeno di cui si parla poco, ma non raro e molto invalidante in chi ha subìto un intervento di prostatectomia radicale: l’incontinenza al momento dell’orgasmo, o “climacturia”, che è presente nel 30% dei casi; alcuni Autori riferiscono però anche percentuali oltre il 90%! E’ facilmente intuibile come una perdita di urina all’orgasmo determini un grave disagio ed imbarazzo nell’uomo e nella coppia, che nei fatti porta spesso ad abbandonare la sessualità! 

 

Intervento di protesi peniena con Mini-Jupette

Recentemente è stata descritta una tecnica chirurgica geniale ed elegante (Andrianne, 2019) che permette, nel corso di inserimento di protesi peniena idraulica per via scrotale, 

di fissare una benderella di materiale sintetico alla radice del pene passando a cavallo del canale urinario (uretra). 

Quando la protesi peniena viene gonfiata per produrre l’erezione questa benderella va in tensione comprimendo l’uretra, e così facendo previene la possibilità di fuga involontaria di urina durante il rapporto, ed in particolare al momento dell’orgasmo. 

L’Autore ha coniato il termine “Mini-Jupette”, che in Francese significa “minigonna”, per l’uso di questa benderella in corso di impianto protesico.

Gli uomini operati con questa tecnica oltre a vedere la scomparsa della climacturia spesso riferiscono anche la “guarigione” dalle modeste fughe di urina presenti prima dell’intervento.  

Il primo intervento di Mini-Jupette è stato eseguito anche in Italia (https://youtu.be/MWGSdHaKUGc), e questa procedura appare molto promettente per risolvere due tra le conseguenze più temute dopo chirurgia per tumore della prostata: difficoltà erettile grave, e perdita di urina all’orgasmo - associata o meno a lieve incontinenza.

 

Data pubblicazione: 15 gennaio 2020

2 commenti

#1
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

News molto interessante, apre nuove prospettive nella complessa e non semplice chirurgia protesica.

#2
Utente 547XXX
Utente 547XXX

risposte interessanti e utili

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