Infertilità maschile: nuovi orientamenti

lambertocoppola
Prof. Lamberto Coppola Ginecologo, Andrologo, Sessuologo

Nel 30-40% dei casi di infertilità maschile non si può risalire ad una chiara causa etiologica. In queste categorie di soggetti è pertanto necessario un approccio così detto empirico del problema, quale l’utilizzo di terapie antiossidanti e decongestionanti in associazione o meno con terapie antibiotiche. In realtà oggi grazie ad innovative tecniche diagnostiche non possiamo parlare più di empirismo, per cui la il laboratorio andrologico acquista sempre più un ruolo importante in questo delicato settore.

Grazie al test sulla frammentazione del DNA, lo studio della 8-OH-2 Dessossiguanosina, la valutazione dei radicali liberi seminali, attività radicalica e dei lipoperossidi, nonché mediante il dosaggio della barriera antiossidante, non solo possiamo diagnosticare la causa iniziale del danno a livello dei gameti maschili, ma in particolare possiamo monitorare l’effetto terapeutico. Inoltre, nei casi in cui si osserva astenozoospermia isolata o associata ad alterazioni del numero e della morfologia nemaspermica, è importante chiarire il ruolo che i mitocondri rivestono nel metabolismo energetico degli spermatozoi e come i difetti nella respirazione mitocondriale possano contribuire all'infertiltà maschile. Nei mitocondri infatti ha luogo la sintesi di ATP, in seguito al trasferimento degli elettroni lungo la catena respiratoria e alla riduzione dell'ossigeno molecolare ad acqua. La misura del consumo di ossigeno nei mitocondri degli spermatozoi oggi viene da noi effettuato utilizzando l’ossigrafo Hansatech Instruments.

Riscontrato il problema, il clinico può approcciarsi mediante la somministrazione di antiossidanti specifici a seconda del tipo di danno: vitamina E, glutatione e licopene per contrastare la lipoperossidazione di membrane, vitamina C ed n-acetil-cisteina per i danni al DNA, L-carnitina e Acetil –L- carnitina per la protezione mitocondriale. Il giusto bilancio tra i diversi antiossidanti consente il loro ripristino funzionale.

Da nostri dati preliminari emerge chiaramente non solo il vantaggio dell’utilizzo di queste terapie per la loro specifica efficacia, ma anche, in caso siano necessarie terapie ormonali e/o antibiotiche, nonché dopo intervento di varicocele, tempi più brevi di recupero rispetto ai casi di controllo. Ciò vale soprattutto nelle coppie che hanno scelto un percorso di PMA per fattore maschie.

Infine, in presenza di congestioni ghiandolari con alterazione di parametri seminali l’approccio decongestionante mediante meliloto o/e serenoa repens, specie se associati ad antiossidanti prostatici come licopene, epigallocatechin gallato, acido ellagico, selenio e zinco, può ripristinare in tempi medio-brevi il quadro seminologico, proprio grazie alla normalizzazione anatomo funzionale prostatica.

Data pubblicazione: 10 maggio 2011

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