Ernia inguinale: sintomi, cause e trattamento chirurgico

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Dr. Francesco Ferrara Chirurgo generale, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza, Chirurgo oncologo

L'ernia inguinale rappresenta uno dei problemi chirurgici di più frequente riscontro. E' caratterizzata da un’anomala protrusione di un sacco attraverso gli strati muscolari dell’addome a livello dell’inguine. 

Il sintomo più comune è dato dalla presenza di una massa a livello inguinale o scrotale associata ad un lieve fastidio o dolore, che può aumentare sotto sforzo. In alcuni casi possono manifestarsi altri sintomi come sensazione di formicolio o intorpidimento alla gamba, bruciore o senso di pesantezza.

Le cause di ernia inguinale si dividono in congenite, cioè presenti sin dalla nascita, ed acquisite, cioè comparse successivamente. Le cause congenite sono alla base della maggior parte di ernie inguinali. La causa congenita principale è data da un difetto di sviluppo pre-natale del canale inguinale, un condotto che mette in comunicazione l’addome con il testicolo nell’uomo. La nascita prematura e lo scarso peso alla nascita sono importanti fattori di rischio accertati. Altre cause congenite, rare, sono rappresentate da deformità pelviche o vescicali o da anomalie del collagene. La principale causa acquisita è invece data dal logorio da stress quotidiano, con sforzi anomali ed eccessivi a livello addominale. Anche sforzarsi per urinare o defecare, tossire e sollevare pesi sono cause acquisite documentate, che provocano traumatismi ed indebolimento del pavimento inguinale. Altri fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare un’ernia sono il tabagismo, la malnutrizione e la carenza vitaminica.

L’intervento chirurgico di riparazione di ernia inguinale è attualmente l’unica cura in grado di porre rimedio a questo problema. Normalmente si tratta di un intervento in elezione, cioè pianificato, ma talvolta deve essere eseguito in urgenza, nei casi di ernia incarcerata non riducibile o strozzata. L’intervento prevede la riduzione del contenuto del sacco all’interno dell’addome, la riparazione dell’orifizio attraverso cui è fuoriuscito e il posizionamento di una rete protesica non riassorbibile o parzialmente riassorbibile a garantire la corretta chiusura dell’orifizio erniario nel corso del tempo. È necessario operarsi in tutti i casi in cui si manifestano i sintomi di ernia inguinale descritti sopra o quando questi sintomi diventano particolarmente invalidanti o fastidiosi. L’intervento programmato permette di prevenire le possibili complicanze di un’ernia non curata, come lo strozzamento, che invece necessita d’obbligo dell’intervento chirurgico in urgenza. Sintomi comuni di ernia strozzata sono la presenza di una massa inguinale non riducibile, fortemente dolente, calda e/o arrossata, talvolta associata a dolore addominale ingravescente, febbre, vomito e difficoltà ad evacuare. In questi casi bisogna immediatamente presentarsi presso un Pronto Soccorso.

L’intervento può essere condotto per via tradizionale (aperto), con una incisione di circa 7-8 cm a livello inguinale, o per via mininvasiva laparoscopica, attraverso tre piccole incisioni di 1 cm ciascuna sull’addome. Quest’ultima è particolarmente indicata nei soggetti giovani, negli sportivi, nei casi di ernia inguinale bilaterale o nelle recidive, cioè nei casi in cui l’ernia si ripresenta nonostante sia già stata sottoposta a riparazione chirurgica.

Dopo l’intervento, sia tradizionale che mininvasivo, bisogna in ogni caso evitare per un certo periodo gli sforzi addominali, in modo tale da permettere una corretta guarigione delle cicatrici esterne e, soprattutto, interne.

Immediatamente dopo l’intervento può presentarsi un dolore a livello della cicatrice chirurgica o a livello dello scroto negli uomini, che può associarsi anche alla comparsa di un ematoma o gonfiore per alcuni giorni. La tecnica mininvasiva presenta il vantaggio di un più rapido recupero post-operatorio, con minor dolore e precoce ripresa delle attività fisiche quotidiane o sportive.

Data pubblicazione: 03 luglio 2017 Ultimo aggiornamento: 08 luglio 2017

Autore

fferrara
Dr. Francesco Ferrara Chirurgo generale, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza, Chirurgo oncologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2010 presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Trapani tesserino n° 3500.

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23 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Caro dottore ottimo articolo ma..cosa si sente al momento della fuoriuscita dell'ernia inguinale? E per quanto tempo dopo intervento chirurgico si può fare sollevamento peso?

#3
Dr. Francesco Ferrara
Dr. Francesco Ferrara

Gentile utente, i sintomi tipici dell'ernia inguinale sono ben descritti all'inizio dell'articolo dopo le prime 3 righe. Per quanto riguarda l'intervento io consiglio un periodo di riposo dagli sforzi intensi di 1-3 mesi a seconda dei casi.

#4
Utente 447XXX
Utente 447XXX

Grazie dottore. Io però dico cosa si sente non quando si ha l'ernia ma nel momento in cui esce. Se ho capito bene i muscoli si rompono e fuoriesce l'ernia. Nel momento della rottura muscolare cosa si sente

#5
Utente 447XXX
Utente 447XXX

Fra l'altro mi è stato detto che dopo tot anni la retina applicata nell'intervento va sostituita è vero?

#6
Dr. Francesco Ferrara
Dr. Francesco Ferrara

Non è detto che debba sentire per forza qualcosa nel momento in cui esce, la fuoriuscita puó anche essere graduale. Se invece fuoriesce improvvisamente si puó avvertire come una sensazione di "strappo" o rottura. La rete non va mai sostituita se viene posizionata bene e non va incontro a complicanze

#7
Ex utente
Ex utente

Gentilissimo e chiarissimo grazie mille doc

#8
Utente 447XXX
Utente 447XXX

Grazie di cuore adesso ho capito. Scusi l'insistenza ma ho in famiglia tanti casi di ernia inguinale e mi preoccupa la cosa. A proposito della fuoriuscita graduale da lei menzionata mi corregga se sbaglio: Il muscolo che contiene l'ernia avrà un certo spessore x l'ernia che esce gradualmente si intende che passa gradualmente attraverso lo spessore in modo anche non percepibile necessariamente. Ma quello che mi chiedo è se la nostra ernia (che tale non è non essendo ancora uscita da tutto lo spessore del muscolo) penetra attraverso qualche strato di muscolo ma non esce del tutto e poi da sdraiati e riposo torna indietro in quel caso i muscoli possono essere riadesi per quella parte di spessore che ha attraversato la "quasi ernia"? Io credendo che la cosa potesse prevenirla ho stupidamente da qualche settimana spinto fuori con forza i visceri in zona inguinale per "abituare e rafforzare" la muscolatura e più volte sentivo delle zone inguinali che uscivano di più verso l'esterno come se il muscolo diventasse più elastico lasso e cedevole. Finche un giorno ho sentito un forte dolore bruciante e ho smesso

#9
Utente 442XXX
Utente 442XXX

Mi associo alla domanda che se pure mal posta è interessante

#10
Utente 447XXX
Utente 447XXX

postala tu allora cafona come sempre

#11
Utente 442XXX
Utente 442XXX

scusami

#12
Dr. Francesco Ferrara
Dr. Francesco Ferrara

Credo abbia un po' di confusione in merito. Le ernie inguinali non fuoriescono attraverso i muscoli, ma attraverso delle zone di minor resistenza date in particolar modo dall'anello inguinale interno o dalla fascia trasversalis. La sorta di "esercizio" che ha fatto lei è quanto di più sbagliato si possa fare. Nel sospetto di un'ernia o di una punta d'ernia la cosa migliore da fare è il riposo evitando qualsiasi sforzo fisico, soprattutto addominale.

#13
Dr. Francesco Ferrara
Dr. Francesco Ferrara

Fra l'altro, essendo lei studente di medicina al terzo anno, dovrebbe conoscere bene l'anatomia della regione inguinale se non sbaglio

#14
Ex utente
Ex utente

Se mi posso intromettere.....cosa sarebbe la fascia trasversalis?

#15
Dr. Francesco Ferrara
Dr. Francesco Ferrara

È la fascia che ricopre internamente il muscolo trasverso dell'addome

#16
Utente 447XXX
Utente 447XXX

Lei dice dottore che questo esercizio che ho fatto è quanto di più sbagliato potessi fare ma in base alla sua esperienza se anche dall'ecografia non risultasse l'ernia con queste manovre in linea teorica avrei aumentato la probabilità di ernia futura?

#18
Utente 447XXX
Utente 447XXX

Ok grazie gentilissimo dottore. Un'ultima domanda sempre in base alle sue esperienze in caso di eventuale intervento chirurgico dopo quanto si può fare palestra (sollevamento pesi) in tutta tranquillità? Un anno o questione di mesi? In tutta tranquillità in tendo dire senza limitazioni Grazie mille per la sua preziosa attenzione

#19
Dr. Francesco Ferrara
Dr. Francesco Ferrara

Se legge sopra ho giá risposto a quedta domanda. 1-3 mesi a seconda dei casi

#20
Utente 447XXX
Utente 447XXX

Dottore la aggiorno: farò visita dal chirurgo e ho l'eco il 20. Tornando alla domanda sull'aumentata probabilità dopo "sforzi volontari" pensa che se la probabilità è aumentata come lei dice e come io credo anche (cioè che lei abbia ragione) allo stesso modo col riposo possa tornare a diminuire o non funziona così? Grazie della sua attenzione per me è importante

#22
Utente 488XXX
Utente 488XXX

Salve ho 27 anni ed ho fatto L operazione ernia inguinale sinistra il 16 gennaio il decorso post operatorio è andato molto bene.. adesso invece è da due o tre giorni che sento delle forti pungicate.. fitte che mi arrivano al cervello.. nella parte bassa della ferita.... sento il cordone della cicatrice molto gonfio.. e scatto quando mi devo alzare dalla sedia.. o abbassare a prender qualcosa o ad allacciarmi le scarpe.. vorrei sapere se questi sintomi sono collegati al fatto che la cicatrizzazione stia dando fastidio a qualche nervo inguinale...

#23
Dr. Francesco Ferrara
Dr. Francesco Ferrara

E' possibile, ma solo attraverso una visita si può avere una corretta diagnosi

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