Preservare la propria fertilità: il congelamento degli ovociti

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Dr.ssa Elisabetta Chelo Ginecologo, Patologo della riproduzione

E’ un dato di fatto: l’età biologica in cui la natura rende la donna più fertile non è più l’età socialmente più idonea.
Infatti l’età di maggiore fertilità per la donna è tra i 18 e i 25 anni, un età in cui le ragazze di oggi completano gli studi oppure faticosamente cercano di farsi strada nel mondo del lavoro. La ricerca del primo figlio si sposta quindi sempre più avanti, in un età in cui la fertilità femminile è diminuita e, per alcune donne, esaurita.

E’ nata quindi un esigenza nuova: non ci sono ancora cifre ufficiali ma negli Stati Uniti e in Inghilterra sta crescendo la richiesta di congelamento ovocitario per riservarsi una possibilità riproduttiva nel futuro e sono decine di migliaia le donne che nel 2011 hanno congelato i propri ovociti negli Stati Uniti.

Da decenni gli uomini, che per vari motivi rischiano di perdere la propria fertilità, possono conservare in azoto liquido (crioconservazione) i propri spermatozoi per utilizzarli nel futuro.

Anche gli embrioni (che sono ovociti fertilizzati) possono essere crioconservati con successo per essere poi utilizzati successivamente.

Per i gameti femminili, gli ovociti, la crioconservazione è arrivata più tardi; gli ovociti sono cellule grandi, ricche di liquidi, e questo favoriva la formazione di cristalli e la rottura delle loro membrane.

 

Nuovi processi di congelamento permettono oggi di crioconservare anche gli ovociti, con buone possibilità di sopravvivenza degli stessi, che possono quindi essere utilizzati per ottenere una gravidanza anni dopo il loro congelamento.

Ma chi può ricorrere al congelamento ovocitario?

Coppie con remore morali al congelamento embrionario

Ci sono coppie che hanno remore morali o religiose al congelamento degli embrioni: il congelamento degli ovociti supera questo dilemma etico, in quanto gli ovociti non sono fertilizzati.

Donne che si debbono sottoporre a trattamenti per problemi oncologici

Donne giovani che debbono ricorrere alla chemioterapia o a trattamenti radioterapici per gravi situazioni generalmente problemi oncologici. Questi trattamenti, infatti, potrebbero ridurre completamente la fertilità di queste donne che invece, in questo modo, si riserverebbero la possibilità di avere figli in futuro.

Donne con endometriosi o con una storia familiare di menopausa precoce

Chi ha una storia di interventi per endometriosi o nella sua storia familiare ha madre o altre ascendenti, che sono andate in menopausa presto, ha un rischio maggiore di esaurire precocemente le proprie possibilità riproduttive

Donne che, per varie ragioni, debbano posporre nel tempo la ricerca di un figlio

Le cause che spingono a ritardare la ricerca di un figlio sono molte: problemi economici, incertezza lavorativa oppure semplicemente perché non si è ancora trovato il "partner giusto” per pensare ad avere un figlio. E’ il cosiddetto “social freezing” cioè il congelamento dei propri ovociti per “spostare più in là” il concepimento in un età in cui la fertilità femminile potrebbe essere esaurita o comunque fortemente ridotta.

 

 

Ma congelando i propri ovociti che garanzie si hanno di poter avere un figlio nel futuro?

Per congelare gli ovociti bisogna sottoporsi ad un ciclo di stimolazione ormonale e poi ad un prelievo ovocitario, proprio come si fa per una fecondazione in vitro. La differenza sta nel fatto che nella fecondazione in vitro gli ovociti vengono fertilizzati e quindi, quando sono diventati embrioni, trasferiti in utero; mentre nel caso di un congelamento ovocitario vengono crioconservati prima di una loro fertilizzazione.

Ci sono pochi dati sulla sopravvivenza degli ovociti a lunga scadenza; studi preliminari sostengono che possano avere una vitalità di 10 anni.

Non tutti gli ovociti crioconservati sopravvivono allo scongelamento; quanti ovociti sono necessari per avere una ragionevole possibilità di gravidanza in futuro? Dipende da vari fattori ed uno di questi è nuovamente l’età: se gli ovociti provengono da una donna giovane, diciamo di 25 anni, le possibilità sono maggiori rispetto ad una donna di 37 anni. L’età ideale per congelare ovociti è tra i 30 e i 35 anni e per una ragionevole possibilità di gravidanza andrebbero crioconservati 20–25 ovociti. Per raggiungere un numero sufficiente di ovociti da crioconservare potrebbero essere necessari più cicli di stimolazione ovarica con prelievo degli ovociti e in ogni caso nessuno può dare garanzie assolute che si otterrà la gravidanza.

Si apre comunque uno scenario nuovo e anche in Italia cominciano ad arrivare richieste di crioconservazione ovocitaria per motivi non legati ad una patologia ma al desiderio di spostare nel tempo la possibilità di avere un figlio. 

 

Per approfondire:

Social egg freezing: for better, not for worse. Heidi Mertes Guido Pennings . Rep Biom Ondine vol23, Issue 7, 2012 

Social oocyte freezing. Dominic Stoop F,V &V IN OBGYN, 2010

 
Data pubblicazione: 26 marzo 2013

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