Salute dei reni.

10 regole d'oro per i tuoi reni

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Questi sono i semplici accorgimenti e le regole d’oro, lanciati in questi giorni nella Giornata Mondiale del Rene, capaci di mantenere sani i propri reni e prevenire le loro eventuali patologie.

Come mantenere in salute i reni?

Dieci consigli utili:

  1. svolgere una regolare e costante attività fisica; mantenersi in forma ed attivi contrasta infatti l’aumento della pressione sanguigna e diminuisce i rischi di scatenare una patologia cronica renale;
  2. mangiare in modo bilanciato e sano per evitare l’insorgenza di un diabete ed eventuali cardiopatie, spesso associate ad alcune malattie renali;
  3. mantenere di conseguenza il proprio peso forma;
  4. controllare regolarmente il livello del glucosio nel sangue: il 50% dei diabetici sviluppa una patologia a livello dei reni;
  5. ridurre la quantità di sale che si consuma in un giorno: si consiglia a questo proposito una dose media giornaliera di sale non superiore ai 5-6 grammi;
  6. non assumere cibi ricchi di grassi saturi: un aumento significativo del colesterolo nel sangue infatti, in presenza anche di una pressione alta, può scatenare un problema cardiaco acuto, un ictus;
  7. controllare la pressione sanguigna tenendo presente che i valori ideali di massima e minima da raggiungere sono 120/80 mmHg;
  8. bere a sufficienza cioè circa un litro e mezzo di acqua al giorno (anche due o tre se si ha una calcolosi renale), se non esistono naturalmente altre controindicazioni di ordine generale, questo comportamento aiuta i reni a ripulire il nostro corpo da tossine e altre sostanze nocive;
  9. non fumare perché la nicotina è un potente vasocostrittore e rallenta il flusso di sangue a reni e quindi il lavoro di pulizia che svolgono: il fumo poi aumenta il rischio di cancro ai reni del 50%;
  10. non prendere farmaci in modo superficiale e senza il dovuto consulto col proprio medico: ad esempio gli antinfiammatori non steroidei alla lunga possono, se presi in modo continuativo e scorretto, danneggiare i nostri reni. 

Infine è bene periodicamente, almeno una volta l’anno, fare un esame delle urine ed il dosaggio della creatinina nel sangue per valutare come lavorano i nostri reni.

 

Fonte:

 

Data pubblicazione: 15 marzo 2014 Ultimo aggiornamento: 09 marzo 2023

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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7 commenti

#1
Dr.ssa Valentina Sciubba
Dr.ssa Valentina Sciubba

non consumare troppe energie? Ha letto il mio articolo sull'argomento? Sapeva dr. Beretta che l'insufficienza renale è molto frequente nei "caneros", gli operai che raccolgono la canna da zucchero? lavoro molto faticoso più caldo è probabilmente un mix micidiale, ma ho il dubbio che persino uno stato ansioso cronico dalla nascita o giù di lì sia pericoloso perchè ovviamente anche l'ansia fa consumare molte energie.

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Certo l'ansia la fatica e lo stress in generale sono un mix micidiale per diverse patologie!
Per i caneros poi credo che le problematiche renali siano anche legate alle cattive condizioni di vita generale, l'alimentazione e una non corretta idratazione mentre svolgono un lavoro estremamente faticoso in presenza di clima torrido e caldo!

#3
Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

Per quel che riguarda la IRC dei caneros è chiamata in causa come cofattore fondamentale l'esposizione a pesticidi (vietati in Nord America, ma non in America Centrale) e quindi l'insorgenza di nefropatia da tossici. D'altra parte è una forma di IRC che non presenta relazione con ipertensione e/o diabete.
Si tratta di un problema sociale molto delicato poiché sembra che le aziende produttrici di zucchero in quei paesi intralcino il rilievo epidemiologico e lo studio clinico indipendente. La problematica ha delle similitudini con la prevalenza delle neoplasie maligne tra gli abitanti della "terra dei fuochi" in sud-italia.
Un ulteriore problema si pone per la carenza di risorse economiche sanitarie nei paesi del centroamerica che non possono ricorrere in modo esteso a trattamenti ad alto costo come l'emodialisi.

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Grazie Alessandro per il tuo intervento mirato ed informato su un problema così particolare e specifico!

#5
Dr.ssa Valentina Sciubba
Dr.ssa Valentina Sciubba

Bisognerebbe sapere quali pesticidi vengono usati e la quantità di esposizione. perché si ammalano solo i caneros e non lavoratori di altre coltivazioni? Forse il contatto con la pianta è maggiore, i pesticidi particolari?

#6
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Cara Valentina,
come già detto da Alessandro: "Si tratta di un problema sociale molto delicato poiché sembra che le aziende produttrici di zucchero in quei paesi intralcino il rilievo epidemiologico e lo studio clinico indipendente".
Se sei giovane e motivata a studiare questo particolare e complesso aspetto di medicina del lavoro bisogna recarsi in America Centrale.

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