Nuovi test per la diagnosi dell'occhio secco e della blefarite

carlo.orione
Dr. Carlo Orione Oculista, Chirurgo plastico

Il Dry Eye, o Sindrome dell'occhio secco, é una patologia che colpisce sino al 20% della popolazione in Europa, Nord America ed Asia, e si presenta quando le lacrime non sono piú in grado di fornire un'adeguata umiditá alle strutture oculari esterne.

QUALI SINTOMI?

I sintomi sono vari e possono includere affaticamento oculare, presenza di muco filante, sensazione di bruciore, occhi rossi, fotofobia, fastidio eccessivo in ambienti con vento, fumo o polvere, sensazione di corpo estraneo, intolleranza alle lenti a contatto, periodi di eccessiva lacrimazione, visione offuscata, difficoltá nell'aprire gli occhi al mattino od altri disturbi oculari.

QUALI CAUSE?

L’Unità Funzionale Lacrimale è in equilibrio dinamico attraverso un sistema che comprende le palpebre, la superficie oculare, le ghiandole lacrimali e di Meibomio ed i dotti naso-lacrimali.

Le lacrime sono una complessa miscela di muco, acqua ed oli grassosi e lo squilibrio di queste componenti puó causare il Dry Eye.

La parte oleosa é lo strato esterno del film lacrimale, prodotto da piccole ghiandole sul bordo delle palpebre (ghiandole di Meibomio), contiene oli grassi chiamati lipidi. Questi rallentano l'evaporazione dello strato acquoso. Se le ghiandole sebacee non producono abbastanza olio, lo strato acquoso evapora troppo velocemente, causando il Dry Eye. La secchezza oculare é comune nelle persone in cui le ghiandole di Meibomio sono otturate come nella Blefarite, nella Meibomite o nella Rosacea.

La parte acquosa é lo strato centrale formato in gran parte da acqua e sali. Questo strato, prodotto dalle ghiandole lacrimali, purifica gli occhi e lava via le particelle estranee od irritanti. Se viene prodotta poca acqua, gli strati di olio e muco possono toccarsi e produrre dei filamenti.

La parte mucosa é lo strato interno che aiuta la lacrima a distendersi in modo uniforme su tutta la superficie oculare. Se non vi é abbastanza muco per coprire l'occhio, possono formarsi delle zone asciutte sulla cornea, con conseguente dolore o bruciore.

COME EFFETTUARE UNA CORRETTA DIAGNOSI?

Uno dei problemi nella diagnosi del Dry Eye é sempre stata la scarsa ripetibilitá della maggior parte dei test clinico diagnostici, per questo motivo si é cercato di rendere questi esami piú obiettivi tramite l'utilizzo della tecnologia.

La CSO, una ditta toscana da sempre leader in Italia nella produzione di strumenti per l'oftalmologia, ha ultimamente implementato il suo topografo di punta, il Sirius, con 2 nuovi programmi:

il primo permette di misurare la stabilitá lacrimale, BUT, senza l'utilizzo di coloranti, in modo ripetibile e preciso, mentre, il secondo, mette in evidenza il numero delle ghiandole di Meibomio presenti nelle palpebre.

Il BUT (tempo di rottura lacrimale), serve per misurare per quanto tempo il film lacrimale rimane sulla superficie corneale, ad occhio aperto, prima di evaporare. Normalmente l'evaporazione della lacrima avviene dopo almeno 12 secondi. Tanto piú la produzione della parte oleosa é alterata tanto prima si rompe il film lacrimale. Sino ad ora la lacrima veniva evidenziata colorandola con della fluoscereina ed il medico contava i secondi mentalmente sino a quando individuava una rottura della stessa.

Tramite il Sirius riusciamo oggi a misurare con precisione, ripetibilitá ed IN OGNI PUNTO DELLA CORNEA, il tempo di rottura.

 

COME SI ESEGUE QUESTO ESAME? 

Il paziente si pone davanti al topografo, con il mento e la fronte appoggiati negli appositi alloggiamenti, e cerca di tenere l'occhio il piú aperto possibile.

L'apparecchio registra, con una telecamera, in modo dinamico, come si dispone il film lacrimale e ne percepisce, per ogni punto della superficie oculare, il tempo di evaporazione.

Tutto questo viene poi memorizzato e trascritto su di una vera e propria mappa della lacrima in modo da poter valutare la severitá del dry eye e poter valutare nel tempo l'efficacia della terapia.

Vengono misurati sia il tempo e la posizione della prima rottura lacrimale che il tempo medio totale.

 

COME SI RIESCONO AD EVIDENZIARE LE GHIANDOLE DEL MEIBOMIO?

Sempre con lo stesso strumento, ma con l'aggiunta di una lente apposita, si gira la palpebra, prima l'inferiore e poi la superiore, e si effettua una fotografia.

A questo punto, solo tramite il computer, si effettuano 5 passaggi illustrati nelle foto seguenti: 

  

  

In questo modo riusciamo a conoscere la percentuale di perdita delle ghiandole del Meibomio in un'area circoscritta della palpebra.

Grazie a questi 2 nuovi esami, finalmente, oggi siamo in grado di eseguire una diagnosi molto piú precisa e ripetibile per valutare, per ogni paziente, il tipo di Occhio Secco e la severitá della Blefarite o della Meibomite, decidere la corretta terapia e misurare con precisione i risultati ottenuti dalla cura effettuata, sia essa a base di farmaci in compresse e/o colliri, dalla corretta igiene palpebrale o dalla pulizia delle Ghiandole del Meibomio con il Probing o con il Lipi Flow.

 https://www.medicitalia.it/blog/oculistica/2389-il-sondaggio-dei-dotti-delle-ghiandole-del-meibomio-per-curare-la-meibomite-e-l-occhio-secco.html

https://www.medicitalia.it/blog/oculistica/2572-il-lipi-flow-come-trattamento-per-l-occhio-secco-da-eccessiva-evaporazione-blefarite-e-meibomite.html

Data pubblicazione: 31 gennaio 2015 Ultimo aggiornamento: 23 febbraio 2015

3 commenti

#2
Dr. Luigi Marino
Dr. Luigi Marino

carlo
davvero un ottimo lavoro.
Antonio ancora Grazie di tutto

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche blefarite