Cellule Staminali ed occhio

luigimarino
Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale

La cornea è una membrana trasparente convessa. Ha uno spessore di circa 520-540 µ micron nella sua parte centrale, dove è più sottile.

La cornea davanti è ricoperta dal film lacrimale, mentre posteriormente continua nella sclera attraverso la giunzione sclerocorneale o limbus sclerocorneale  che forma un lieve solco detto limbo.

La cornea è trasparente, speculare ed avascolare: riceve il suo nutrimento dalle vasi del limbus

L'endotelio corneale si nutre grazie all'umor acqueo contenuto nella camera anteriore dell'occhio.

A volte per alcune patologie corneali (leucomi, cheratopatie...) possiamo ricorrere all'autotrapianto di cellule staminali, sono proprio quelle cellule staminali presenti nel limbus sclerocorneale, al confine tra cornea e congiuntiva.

In eguito ad ustioni o causticazioni corneali la cornea si deteriora opacizzandosi ed intorno a questa area biancastra (LEUCOMA CORNEALE) si creano dei neovasi (fenomeno noto come neovascolarizzazione corneale).

In questi casi possiamo effettuare un microscopico prelievo di cellule staminali corneale dal limbus dell'occhio sano. 

Questo microscopico gettone di cellule staminali viene inviato in laboratorio e qui coltivato fino ad ottenere una microscopica membrana trasparente tutta formata da queste cellule staminali corneali.

Una volta ottenuta questa membrana di cellule staminali corneali si applica sulla superficie corneale dell'occhio malato ottenendo spesso risultati insperati.

La cornea malata mano a mano torna trasparente donandoci ancora una buona qualita di visione. Le cellule staminali attualmente sono in grado di curare in maniera certa e scientifica solo patologie corneali.

Esistono diversi studi internazionali che stanno valutando l'uso di altre cellule staminali (non quelle staminali corneali del limbus) con le quali si sta tentando di curare patologie retiniche molto gravi ed ereditarie, ma sono terapie ancora molto sperimentali.

I dati presenti nella letteratura scientifica ci fanno nen sperare soprattutto per il trattamento di alcune forme di maculopatia (forma secca o atrofica) e di retinopatia di tipo ereditario (retinopatia pigmentosa ad esempio). Incrociamo le dita...

 

Data pubblicazione: 14 settembre 2015

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