Immagini o racconti erotici

a.vita
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta

(Anche a margine del recente blog di Valeria Randone pubblicato su queste pagine - https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3309-sesso-cuore-e-fantasie-l-immaginario-erotico-ed-i-suoi-possibili-utilizzi.htmlSesso-cuore-e-fantasie-l-immaginario-erotico-ed-i-suoi-possibili-utilizzi)

Penso che gli scritti, i racconti, i libri, a sfondo erotico, siano molto più efficaci delle sole immagini. Mi sono chiesto spesso il perché. Se così è, intendiamoci, non volendo assolutizzare un’idea che mi son fatto e che qualche volta mi passa per la testa quando m’imbatto in scene hard di ogni genere e specie, cerco di spiegare il mio concetto sull’argomento.

Ciò che è scritto, spinge il lettore verso una produzione immaginativa e rappresentativa che viene costruita dal soggetto sulla base di quello che legge, e secondo il proprio modo di produrre o riprodurre le scene e le situazioni descritte. C’è del suo in questo dinamismo della mente e della fantasia.

L’iconico, in questo caso, nasce come un prodotto del lettore e quindi non è “dato”, né scontato.

La produzione è pertanto propria e può modificarsi da lettore a lettore, da lettrice a lettrice.

Prendiamo qualche classico:Le 120 giornate di Sodoma e Gomorra di De Sade”.
Lo scritto permette alla fantasia di crearsi immagini, “soggetti e oggetti” iconici, scenari, sulla base di quanto espresso in una lingua conosciuta, su un piano simbolico. La lingua deve essere conosciuta perché se leggessimo il libro di De Sade in una lingua che non conosciamo, non succederebbe di niente.

L’iconico è più universale in quanto le immagini sono esplicite e vivono ed esercitano influenze anche senza alcuna traduzione.

È vero però che in casi più ambigui, come quelli ad esempio nelle storie di incesto, le sole immagini non renderebbero assolutamente nessuna idea di quello che sta succedendo. Quindi, in un certo senso, la lingua scritta e parlata, attraverso i propri segni e simboli, dice sempre qualcosa di più e spinge il soggetto a sforzarsi di ri-creare in sé, nella propria mente, con la funzione della fantasia, immagini e situazioni che altrimenti non potrebbero avere vita.

La immagini soltanto viste, non spingono la fantasia a produrne di proprie.

Peraltro, spesso, ci sono così tante immagini prodotte in Internet e altrove, da creare una situazione d’inflazione percettiva, noiosa e ripetitiva, che porta spesso il soggetto a passare da una scena all’altra, da una situazione all’altra. Penso che alla fine, anche i consumatori più ossessivi, si stanchino facilmente e vogliano trovare sempre situazioni più eccitanti e più ridondanti, sessualmente parlando.

Fare una sessual-psicanalisi è un’idea feconda, però credo che abbia una valenza soltanto se la si riporta a quanto è stato già detto sia dall’analisi freudiana, soprattutto, sia da quella adleriana e junghiana.

Perché una psicoanalisi del sesso è sempre esistita. Come sempre è esistita la terapia per un’attività sessuale ossessivo-compulsiva. La psicoanalisi non ha aspettato i suggerimenti di tecniche moderne, semmai è stato sempre il contrario.

La psicoanalisi classica, che piaccia o no, ha sempre considerato ogni aspetto probo o scorretto, corrotto, depravato, dissoluto, osceno e quant’altro. Come pure, tra le pagine di Freud si leggono appunti importanti sulla bulimia e sull’anoressia. Non c’è aspetto licenzioso e corrotto dell’animo umano che non sia stato preso in considerazione da Freud. La differenza, se di differenza si può parlare, è quella che ha portato uno dei tanti studiosi della psicoanalisi o un noto esponente della dottrina psicoanalitica, a costruire, per una patologia, una vera e propria scuola terapeutica con tanto di tecniche e di metodi per la “nuova” scienza.

Però, prima di esprimere giudizi avventati, parlo dei miei, occorrerebbe approfondire il dibattito e se la dr.ssa Valeria Randone volesse avviare un discorso del genere, le servirebbe mettere fatti ed episodi, che costituiscono un repertorio classico già conosciuto e studiato, sotto un microscopio, o basterebbe una lente d’ingrandimento, per leggere quello che vede, e passarcelo con la sua prosa accattivante ed efficace che ben conosciamo da sempre, e con la sua delicatezza che ne contraddistingue sia l’animo, sia la sua stimata produzione.

Aspettiamo che si decida.

Data pubblicazione: 29 aprile 2013

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