"Domande"... senza freni inibitori!

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Domande senza freni: spregiudicate, irriverenti, piccanti... quasi sempre anonime.
Ask.fm è il social network con settanta milioni di utenti, di cui un milione circa sono minorenni.

Molti utenti si scrivono al portale, inserendo i propri dati, nome, cognome e foto e si rendono disponibili a rispondere alle infinite domande altrui, trasformandosi prontamente in una sorta di "guru" di conoscenza e spiegando la vita...a molti, minorenni inclusi.

Proprio in questi giorni però, questo social network ha occupato le prime pagine di giornali, in quanto molti giovani bolognesi si sono dati appuntamento per scontrarsi in una rissa.
La lite aveva avuto inizio online, proprio all'interno del portale, per trasferirsi poi pericolosamente nel reale.

Il sito e' stato oggetto di critiche, denigrazioni, associato ad estrema pericolosita' ed ha occupato le prime pagine delle testate giornalistiche per dolorosi fatti di cronaca, ma nonostante tutto, gli utenti crescono di giorno in giorno, stimando addirittura ben trecentomila nuovi iscritti al giorno.

  • A cosa è dovuto questo successo mediatico?
  • Cosa spinge, soprattutto gli adolescenti, ad iscriversi a questo portale?
  • Quali aspettative, desideri, necessità?

Il vecchio gioco "obbligo/verità" sembra oggi aver cambiato veste ed essersi adattato ai tempi dell' etere....

L'elemento centrale è sicuramente la dimensione dell' anonimato che amplifica la possibilità di andare oltre i limiti consentiti dal pudore, conferendo la sensazione di libertà emozionale e mentale.
L' argomento preferito è ovviamente la sessualità in tutte le sue sfumature, sia per la spregiudicatezza degli argomenti trattati, che per la difficoltà nella quale incorrono i ragazzi nel trovare informazioni chiare e fruibili.

Cosa dovrebbe fare un genitore?

Un genitore, solitamente tende allo spionaggio, alla sospettosità, valuta la fascia oraria delle “connessioni pericolose” e, spesso con profili falsi, controlla il figlio adolescente.
La strategia comportamentale migliore e sicuramente la condivisione, l'empatia, l'autorevolezza e la presenza partecipante alla vita del figlio...

Spesso il genitore di oggi, tende ad assecondare le richieste di un figlio, ...in realtà dovrebbe, anche se con non poca fatica, " reggere la conflittualità” con i figli adolescenti. Trincerarsi dietro l' alibi dell' appartenenza all'“era pre/digitale”, è una strategia che allontana dal mondo dei figli. Non bisogna essere degli hacker per insegnare ai figli il pudore, il rispetto e l'evitamento dei guai, sia nella vita reale, che online.

Compito arduo di noi genitori e' quello di reggere le aggressioni ed insegnare loro a modulare il comportamento, che spesso oscilla tra pulsione e limite.
L’adolescente ha una scarsa capacità di simbolizzazione, quindi tende agli "agiti", spesso rischiosi e destabilizzanti, è infatti "colui che si ammala meno e muore spesso”.

Concludo con una frase di Jacques Lacan che a mio avviso rappresenta bene questa fascia d’età: 

“Ciò che è precluso al simbolo, torna nel reale (acting out)” 

Data pubblicazione: 02 ottobre 2013

6 commenti

#1
Dr. Antonio Vita
Dr. Antonio Vita

Hai perfettamente ragione.
L’inibizione a “dire” viene totalmente eliminata. I freni inibitori, la critica ai propri modi di dire, scompaiono.
Si assiste, da sempre, a delle nevrosi collettive che spesso spingono il soggetto verso un cambiamento di umore e di pensieri. Stati esaltati e invasati che minano il soggetto e lo portano verso l’irrealtà e a stati di derealizzazione. Tali forme possono condurre al salto qualitativo, e cioè possono far scivolare il soggetto verso una forma psicotica. Se il singolo ragazzo s’incontra con altri soggetti che hanno avuto le stesse esperienze psicologiche, la patologia si fa collettiva. Sorgono anche stati paranoici che possono portare a forme ancora più gravi.
Se c’è connessa l’assunzione di sostanze psicotrope, la paura che il giovane o l’adolescente possa passare a stati psicotici peggiori è più alta (semmai si possa parlare di stati psicotici “maggiori”). Difficile passare a dare consigli ai genitori. La proibizione del sito internet è da evitare perché andrebbe ad ingigantire le forme paranoidi o s’introdurrebbe nei pensieri assurdi e malati dei ragazzi. Con conseguenze non valutabili. Però qualcosa bisogna pur inventarsi per riportare i figli o in genere molti ragazzi verso una chiarezza delle idee e verso la realtà delle cose e delle situazioni. Proviamo a mettere assieme delle strategie adatte alla circostanza.

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Caro Antonio,
Grazie per le tue acute riflessioni.
Oggi, più di ieri, fare, anzi " essere" genitori, è veramente complesso.
I divieti e le proibizioni, come sempre amplificano la curiosità ed il desiderio, il web non è solo fonte di patologia e rischio, ma è l' utilizzo che i giovani ne fanno che è spesso patologico e complulsivo.
Forse un' " autorevole supervisione" andrebbe effettuata e mantenuta, nel web e nel reale...
Valeria

#3
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Ma l'inibizione è la censura interiorizzata, frutto dell'educazione che può essere più o meno rigida, o più o meno ipocrita: mi si dice di non fumare, ma chi lo fa ha la sigaretta in mano. Mi si dice di avere una condotta sessuale ineccepibile, ma poi il bambino\adolescente vede corna in casa.

Alla base di Ask c'è il principio molto banale di avere il coraggio di rispondere a domande che in altro luogo non trovano risposte, e per gli adolescenti quel luogo dovrebbe essere la famiglia, ma la famiglia è assente o impreparata, o cieca e negante delle reali esigenze e bisogni del pargolo, che pargolo è solo agli occhi annebbiati del genitore.
Gli adolescenti non vogliono solo un controllore\supervisore, (figura che trasmette l'idea di potere e di proibizione) vogliono un educatore che dia loro le informazioni di cui hanno bisogno.

#4
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Ciao Fernando,
Grazie per le tue riflessioni.
Anche io credo che per gli adolescenti non servano affatto i sermoni, ma i " modelli comportamentali" da seguire o nei quali identificarsi, magari senza " doppi messaggi" che confondono e disorientano.
La supervisione dovrebbe essere " amorevole ed autorevole", non fungere soltanto da controllore....
Valeria

#5
Dr. Antonio Vita
Dr. Antonio Vita

Una massima ricorrente:

"La parola ammonisce, gli esempi educano"

Può andare?

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche adolescenza 

Contenuti correlati