Il “pillolo”, contraccezione maschile e risvolti psico-sessuologici

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Il “pillolo”, contraccezione maschile e risvolti psico-sessuologici
La contraccezione orale, per cultura ed anatomia, ha da sempre caratterizzato la sessualità femminile; le donne infatti  da cinquant’anni a questa parte, se desideravano vivere dei rapporti sessuali completi senza la preoccupazione di una possibile gravidanza, dovevano assumere la “pillola”, ossia la terapia orale per la contraccezione.
L’uomo invece, per proteggersi da gravidanze non desiderate e da malattie sessualmente trasmissibili, ha da sempre, o quasi, adoperato il preservativo.
Negli ultimi anni, numerosi studi multicentrici, stanno portando avanti la ricerca sulla contraccezione ormonale maschile, il “pillolo”,terapia orale che dopo la sua assunzione  blocca la spermogenesi e, la ripristina a somministrazione sospesa.
Quali resistenze psicologiche, storiche, relative ai modelli culturalmente e socialmente interiorizzati, oltre che alla non sicura copertura contraccettiva, porta con sé, questa nuova possibile forma contraccettiva?
Indubbiamente la contraccezione è culturalmente correlata alla sessualità femminile, immagine e binomio, difficilmente scindibile e modificabile.
Questo percorso contraccettivo, viene ad essere minato, dal possibile  processo di confusività tra “potere fecondante e potere erettivo e sessuale”, binomio stabilmente presente nell’immaginario maschile.
Molti dei miei pazienti maschi, che frequentano i centri di fecondazione assistita con cui collaboro, quando ricevono la lapidaria e dolente diagnosi di infertilità maschile, vanno in contro ad episodi di deficit erettivo, sviluppando una disfunzione sessuale secondaria alla diagnosi.
Durante l’indagine psico-sessuologica, emerge che il sapere di non essere capaci di fecondare la propria compagna, genera quote di cupa angoscia, che se non elaborate all’interno di setting psico-sessuologici, sfociano inevitabilmente in episodi disfunzionali della sessualità, come deficit erettivo e calo del desiderio sessuale.
L’incapacità a proseguire la specie ed il proprio sé biologico, rappresenta una morte psichica e relazionale e, si allea all’inconscio, al radicato connubio, tra potenza sessuale e ed erettiva e potere maschile fecondante.
www.valeriarandone.it

Data pubblicazione: 24 febbraio 2011

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