Specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame? Psiche ed immagine corporea

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

"Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?"
Con questa esclamazione la matrigna di Biancaneve chiedeva continue conferme allo specchio magico sulla sua immutata bellezza ed eterna gioventù.
Frase simbolica - ormai facente parte dei più svariati luoghi comuni sulla bellezza - fa trasparire fragilità, paura del confronto e soprattutto paura del tempo che passa.
L'immagine allo specchio non sempre rimanda sensazioni gradevoli e spesso non combacia con l'immagine interiorizzata di ognuno di noi.
Il rapporto con lo specchio varia, tra l'altro, in funzione dell'età e delle stagioni della vita.

La bambina, solitamente, gioca ad interpretare "la più bella del reame" agghindandosi con monili e con corone, incarnando talvolta il ruolo della principessa della sua fiaba preferita, altre volte emulando la leadership di una cantante famosa o una diva della tv.
Il vissuto delle nostre piccole allo specchio è essenzialmente piacevole, connotato da note di allegria e di estremo divertimento.

Da adolescente il rapporto con lo specchio invece, diventa ambivalente e conflittuale: la ragazzina si guarda e spesso non si accetta - vedendosi troppo grassa o troppo magra, troppo alta o troppo bassa, con i brufoli o con la cellulite - e si instaura una discrepanza tra l'immagine interna o idealizzata di se e quella rimandata dallo specchio, decisamente poco clemente e poco compiacente.

L'adolescenza è la stagione della vita - talvolta - compromessa dal bullismo, dal bisogno di omologazione e di forzata appartenenza al gruppo dei pari, scandita da acquisti di costosissimi iPhone da mostrare come status symbol e caratterizzata da possibili disturbi del comportamento oro-alimentare.
Superate le turbolenze ormonali ed adolescenziali, l'uomo/donna intorno ai trenta/quaranta anni dovrebbe avere superato la fase del perfezionismo estetico ed essersi già rappacificato con la propria immagine allo specchio, ma - come spesso accade ai nostri pazienti - la reale "pace" con l'immagine interna non sempre avviene del tutto e, soprattutto, non sempre è durevole nel tempo.

Segue l'eta matura.

La stagione della vita caratterizzata dai capelli brizzolati non corrisponde di certo all'età della rottamazione, né della vecchiaia conclamata.

Livia Ravera, scrittrice anticonformista e per nulla disposta ad accettare il tempo che passa, nonostante i suoi ben portati sessantaquattro anni, ha scritto: "Gli scaduti" Bompiani editore, un ennesimo successo editoriale.

In questo suo ultimo libro l'autrice pone l'accento sulle donne over sessanta felici ed appagate, senza sentirsi obbligate a rincorrere immagini stereotipate di donne forzatamente giovani - e soprattutto - tutte uguali.
Un altro libro sull'argomento è "Come invecchiare senza diventare vecchi" del gerontologo Rudi Westendorp
Dando uno sguardo al passato possiamo notare come la vita umana è sempre stata suddivisa in tre fasi: giovinezza, età adulta e vecchiaia, scandite da tappe simboliche, lavorative ed affettive, da un lento declino della fisicità, delle arti amatorie e di conseguenza dell'immagine allo specchio.

Oggi l'aumento della vita media ed il miglioramento della qualità di vita - con un'attenzione massima al concetto di benessere, di promozione di salute psico-fisica, oltre che di prevenzione delle malattie - la vecchiaia spaventa di meno e stiamo assistendo alla creazione di una nuova fase della vita (dai 55 ai 65 anni) che sta a metà strada tra la vita adulta e la vecchiaia: l'età ritrovata.

Il pensionamento ormai non esiste più, i matrimoni sono spesso a termine ed invitano a ricominciare ed a investire nonostante - e grazie - all'età, tutto sembra avere un inizio ed una fine e come la primavera tutto può contenere in se un seme capace di germogliare, se messo in condizioni ambientali, relazionali e psichiche adeguate.
"Gli insulti del tempo sul viso", come scriveva De Andrè, non sono sicuramente dalla facile gestione ed accettazione, ma esiste un giardino che è sempre fiorito, capace di diventare sempre più ricco e profumato che il tempo questa volta non usura ma bensì arricchisce: l'interiorità.


"L' adolescenza e la vecchiaia sono due stagioni della vita dai contorni indefiniti: una non sai bene quando finisce - per molti non termina mai - l'altra quando comincia".

http://www.ilfaroonline.it/2015/04/03/montalto/cultura-lidia-ravera-e-la-rivoluzione-degli-scaduti-52833.html

Data pubblicazione: 04 aprile 2015

4 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Che bell'articolo.....mi ha fatto ripensare alla mia esperienza personale, ai tormenti dell'adolescenza ed oltre, per un corpo ed un'immagine che volevo continuamente migliorare, perfezionare....senza "estremismi patologici" per fortuna, ma in un modo, comunque, che tutto mi dava tranne che serenità e pace con me stessa.
Oggi, a 35 anni, se mi guardo indietro ripenso alla ragazzina che ero con tenerezza....e sono felice di essere riuscita, negli ultimi anni, ad accettarmi e volermi bene per come mi vedo allo specchio, con pregi e difetti! Si vive molto, molto meglio, con se stessi e con gli altri.
Auguro a chiunque leggerà il suo articolo, gentile Dott.ssa Randone, ed in particolare alle donne, di amarsi ogni giorno di più per quello che sono, e non per quello che vorrebbere o potrebbero essere.Davanti allo specchio, e non solo.

#2
Dr. Antonio Vita
Dr. Antonio Vita

Bello e significativo, come sempre, d'altronde.

#3
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
Grazie per la sua testimonianza e complimenti, non è semplice fare pace con lo "specchio".

Caro Antonio,
Grazie per i tuoi complimenti che non credo di meritare.

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