Il mestiere dell'ex: autopsia di un amore

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

"Il ricordo del piacere non è più piacere. Il ricordo del dolore è ancora dolore".

  George Byron
Ricordi, lacrime e rimorsi.

Nostalgia, vuoto e paura.
Ed ancora, le canzoni che ci hanno fatto compagnia che toccano qualche corda emotiva ancora scoperta, i ricordi prendono il sopravvento rispetto alla ragione e si impossessano di ogni angolo della nostra anima.
Gli amori, come sappiamo, non sono tutti sani e candidati alla longevità.
Ve ne sono anche di più sfortunati o di letali, di corrosivi ed altamente destabilizzanti, che compromettono la salute psichica e fisica di chi li abita.

Quando, per esempio, si incontra l'altro nel bosco delle proprie paure - non risolte - si tende a venire fagocitati da amori folli ed ossessivi, morbosi e dannosi, dai quali è spesso difficile venir fuori indenni, anche perché meravigliosamente seduttivi.

Quell'amore che rende schiavi l'uno dell'altro, porta a perdere il sonno, la serenità e l'appetito, porta a dire ed a fare cose indicibili e mai fattibili in uno stato sano di coscienza.

Questi amori letali contribuiscono a non farci sentire mai abbastanza: mai abbastanza belli o magri, mai abbastanza intelligenti e, comunque, mai abbastanza adeguati.

Talvolta - addirittura - obbligano ad accontentarsi di far parte di un "firmamento" e di non essere l'unica stella, come nei casi dei compromessi del vivere: "gli amori altri".

Talvolta, e forse per fortuna, questi amori giungono al capolinea.

 

Vediamo però cosa accade dopo
Sappiamo bene che testa e cuore non parlano lo stesso linguaggio, ancor di più quando la nostalgia tende a prendere il sopravvento.
Anche quando un amore era "oggettivamente impossibile", il suo ricordo innesca spesso una pericolosa nostalgia di quello che è stato ed adesso non è più.

Di come siamo stati ed adesso non siamo più.
Dell'immagine dallo sguardo fatuo e sognante che adesso ha lasciato il posto al cinismo ed alla razionalità difensiva.

Un amore dovrebbe essere "per sempre", ma spesso il "per sempre" diventa "mai più".

 

Ed il ricordo di un amore è anch'esso per sempre?

Quando un amore giunge a termine, non termina anche il suo ricordo, anzi, talvolta, il ricordo rimane ancor di più inciso a fuoco nella nostra mente.

I ricordi non entrano in punta di piedi, ma, a seconda della fragilità e vulnerabilità psichica del momento, irrompono fragorosamente senza bussare e senza preavviso.

Scandiscono le giornate, le cose da fare - concrete e simboliche - vivono e si nutrono del fantasma del passato, dell'assenza, della mancanza.

La conflittualità si azzera, scompare, e lascia il posto al ricordo, con i suoi lati oscuri e le sue ombre del passato.

Non c'è più lo scontro, il litigio o l'arrabbiatura che fa spostare l'ago della bilancia verso la realtà, ma prevale l'idealità, cioè l'immagine idealizzata dell'altro, nutrita dalla mancanza e dall'assenza.

Subentra una sorta di "amnesia sentimentale e funzionale".

La rimozione - meccanismo di difesa della psiche - spesso, non aiuta l'elaborazione del lutto, anzi tende a mantenere il lutto in vita.

Durante i primi tempi, la nostra mente evoca soltanto i ricordi più rosei, offuscando quelli più dolorosi, ed ecco che per incanto, l'ex diventerà il partner migliore del mondo, proprio perché ex.

Ex amori
Ci sono gli ex amori - quelli nocivi, quelli conclusasi male, quelli conclusasi perché orfani di un possibile futuro - che fanno ancora male e che trafiggono l'anima, così il loro ricordo è aspro ed ha il sapore della sofferenza e del dolore provato.

Il ricordo non dà tregua, e l'inconscio non smette di produrre emozioni e tuffi nel passato.

Come sappiamo la memoria non è una funzione obbediente e si attiva anche contro la nostra volontà, talvolta si preferirebbe essere come gli amnesici: "viaggiatori senza bagagli", come diceva Jean Marie Lucien Pierre Anouilh.

I ricordi - proprio perché scorporati dal presente, quindi avulsi dall'incontro reale con l'altro - verranno rivisitati con gli occhi del "dopo", con lo sguardo razionale di chi ha deciso di non dare più spazio a questo amore e con una nota di malinconica nostalgia.

Il rapporto con il passato amoroso è spesso complesso e non sempre dalla facile elaborazione.

Quando finisce un amore, mille domande albergano la nostra mente e la nostra anima, impedendoci di vivere serenamente il presente.

L'ex, quando trattasi di ex importanti e significativi, rimane a lungo dentro ed abiterà a lungo le emozioni postume; così la sua assenza sarà spesso una presenza.

 

Vediamo quale può essere il mestiere dell'ex

  • Lavora in silenzio, nell'assenza e nel ricordo.
  • Abita il passato ed inquina il presente.
  • Dimora nell'immaginario e, spesso, a sua insaputa, fa compagnia nel futuro.
  • Nutre i confronti e, come tutto ciò che non c'è più, ha sempre la meglio.
  • Se un ex rimane a lungo dentro e la sua identità rimane chiara e cristallizzata, l'elaborazione del lutto sarà difficoltosa, se non impossibile, ed il lutto tenderà a cronicizzarsi.

 

Minestra riscaldata o nuova opportunità?
Dopo una rottura, anche importante e prolungata, può capitare che la coppia si ricongiunga.
Cosa sarebbe utile fare e, soprattutto, non fare?
È di fondamentale importanza non considerare la nuova relazione - anzi opportunità - come la riedizione della precedente, gli errori del passato dovranno - o dovrebbero - essere la base su cui costruire qualcosa di nuovo e di diverso.

Prima di iniziare nuovamente una relazione con l'ex è bene chiarire gli eventuali nodi irrisolti o i conflitti lasciati nella "terra del non detto" - sospesi tra il desiderio che l'altro capisca da solo e la speranza che il tempo faccia da terapia - altrimenti il rischio è quello di diventare dei veri e propri "portatori sani di rancore".

Una volta perdonatosi a vicenda e trovate le nuove linee guida del legame d'Amore, non bisognerebbe più rinfacciarsi eventuali incomprensioni, tradimenti o scorrettezze del passato.

Ricominciare, ove possibile, sul terreno della comprensione, dello scambio e della gentilezza.

 

  • Quanto tempo dovrebbe passare prima che un ex torni ad essere - eventualmente - partner?
  • È sempre il caso di investire ancora?
  • La famigerata pausa di riflessione funziona davvero?

 

Personalmente non credo che una semplice pausa di riflessione, caratterizzata da un allontanamento fisico, sia fautrice di “cambiamenti” all’interno delle dinamiche della coppia, di riscoperta armonia e di riaccensione del desiderio sessuale, ma rappresenta invece, una strategia, forse non troppo faticosa e dolorosa, di evitamento della gestione delle possibili conflittualità di coppia.
La pausa di riflessione, sembra assumere le caratteristiche di “prove generali” per una futura separazione: il partner cela a se stesso - e spesso al coniuge - il disagio, lo stempera all’interno di “altro” dal rapporto: dice di sentirsi stanco, confuso, di non sapere quello che vuole e di stare attraversando un momento difficile della sua vita e, quindi, una pausa di riflessione diventa quasi terapeutica, se non indispensabile.
Se però l’etiologia della famigerata pausa è una problematica "con" il partner, solitamente è proprio con lui o con lei, che dovrebbero essere affrontate le difficoltà, non è allontanandosi per riflettere, quasi in esilio dalla coppia ed in perfetta solitudine, che i nodi relazionali si scioglieranno magicamente.

Due fattori sono di fondamentale importanza per la ripresa del legame interrotto:

1- la dimensione temporale

2- la capacità di elaborazione delle difficoltà di coppia.

Se è passato troppo poco tempo dalla rottura è più facile andare incontro ad un nuovo fallimento perché rabbia, rancore e delusione sono ancora dietro l'angolo e la nostalgia e la mancanza, non hanno ancora remato a favore della possibile riconciliazione.

Infine "no" alle minestre riscaldate, cioè a quelle storie vissute come un film già visto, in cui ricompaiono ferite, contrasti e dinamiche già viste e vissute.

"Si" invece alle seconde opportunità, dove la reale elaborazione degli sbagli e delle difficoltà, ha lasciato il posto ad un amore ritrovato e fortemente ricostruito.

 

 

Aggiungo questa audio intervista sui vantaggi del vivere in coppia:

 

http://www.dailymotion.com/video/x3sg57u_valeria-randone-la-pecora-nel-bosco-15-febbraio_fun

Data pubblicazione: 28 aprile 2016

2 commenti

#1
Dr. Magda Muscarà Fregonese
Dr. Magda Muscarà Fregonese

Cara Valeria, questo articolo, bellissimo, mi era sfuggito..molto utile oltre che poetico.. Aggiungo che spesso la fine di un amore può essere anche una tappa maturativa, che ci rende più forti , capaci di accettare la dura legge del principio di realtà.. e ci evita errori futuri, anche chiudere gli occhi ed illudersi non va bene..alla fine ..Buon lavoro ! Magda

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Cara Magda,
Grazie!
Hai ragione sul duro esame di realtà.
Chi si accontenta, solitamente, lo fa per paura.
Della solitudine, di crescere, di evolversi..
Serve tutto nella vita, anche il “dopo ex”

Un abbraccio

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