Io viaggio da sola

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

“L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso”.
Anne Carson

 Si viaggia per lavoro, e si viaggia per amore.
Si viaggia con la famiglia, in coppia, ed anche da soli.
Si viaggia raggiungendo mete lontane, e si viaggia dentro se stessi, rimanendo.

Il viaggio è, comunque, un momento di sospensione dalla realtà.

Cambiano le abitudini, nasce potente e prepotente dentro di noi, il bisogno di staccare la spina.

 

Noi e la valigia: un rapporto imperfetto

Ci affrettiamo a mettere in valigia quello di cui non possiamo fare a meno, anche se temiamo sempre di avere dimenticato l’indispensabile.

Anche il nostro modus operandi relativo al fare la valigia ci dice molto di noi.

Il rapporto con la valigia - con quello che decidiamo di portare con noi, o meno - fa trapelare il nostro rapporto con gli oggetti, con le necessità e con l’insicurezza.

Gli insicuri e gli ansiosi, metteranno in valigia di tutto un po’.

La prepareranno una settimana prima della partenza per evitare di dimenticare qualcosa.

Ma, nonostante la dovizia di particolari, qualcosa sfuggirà al loro controllo. (tipica problematica di chi ha bisogno di avere tutto sotto controllo: cose, persone, parti psichiche proprie ed altrui).

Chi invece, si conosce a fondo, ed ha un buon rapporto con l’imprevisto, sceglie una valigia facile, semplice, indolore. 

  • Da soli, si sa e si dice, non si sta bene nemmeno in paradiso.

Ma sarà davvero così?

Il viaggio metafora di altro

“Il viaggio più difficile di un essere umano è quello che lo conduce dentro sé stesso alla scoperta di chi veramente egli è”.
Jung

Il viaggio ha a che fare con la ricerca della felicità, con la ricerca di “altro” da noi.
Il viaggio non deve essere obbligatoriamente oltre oceano, ma anche dentro di noi, lontano dalla routine, dalle iper-connessioni e dai canti delle sirene che ci distraggono dal nostro sentire più profondo.
C’è chi trova la felicità in un libro, o nelle cose semplici e nel silenzio, chi la trova a casa propria, chi la trova nel viaggio, luogo simbolico dell’andare altrove.
Il concetto di felicità è spesso legato al concerto del viaggio perché rappresenta il percorso verso la ricerca interiore di ciò che ci rende veramente felici, tenendo presente non soltanto la meta vacanziera, ma anche la meta interiore.

Il viaggio ha sempre motivazioni importanti, ed anche simboliche, che si intrecciano alla scoperta di sé, alla curiosità verso la destinazione scelta, ed al desiderio di conoscere e di conoscersi in quelle vesti ed in quei luoghi (anche dell’anima).

 

C’è davvero bisogno di un viaggio importante per provare emozioni importanti?

Assolutamente no.

Appesantire una vacanza di aspettative, di desideri rimossi, o del bisogno di sanare le pregresse infelicità o inquietudini, è il modo migliore per non divertirsi, né rilassarsi del tutto.

Il piacere dovrebbe essere dato dalla capacità - ma non tutti sono in grado di staccare la spina, perché fermarsi spaventa -, di mettersi in una “dimensione altra” dal quotidiano.

Anche un piccolo viaggio non troppo lontano, anche da soli per qualche giorno, ma vissuto in maniera diversa dal solito, ha il suo potere trasformativo.

Ovviamente senza telefonino e I-Pad, le nostre protesi emozionali, ma con il desiderio cocente di sintonizzarsi con i propri bisogni, qualunque essi siano: leciti o illeciti.

Talvolta basta davvero poco per aiutarci a mettere a fuoco quello che, fagocitati dal quotidiano e dai meccanismi di difesa della psiche, non riuscivamo a mettere a fuoco.

 

Conclusioni

Il viaggio, come ho già scritto nelle mie altre letture sull’argomento, è sicuramente metafora di tantissimo altro.

È un contenitore di elementi concreti come quelli vacanzieri, ma anche di desideri inespressi ed inconsci, di desiderio di cambiamento e di evasione, e di svariate inquietudini.

 

Bibliografia

 

   1     "Gli spazi dell'altrove", Magda Fregonese e Calogero Muscarà Pàtron Editore

   2     Perussia "Note sulla psicologia delle testimonianze di viaggio", Unicolpi Milano. 

 

Aggiungo le seguenti letture:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5934-stress-da-vacanze-o-vacanze-da-stress.html

 

 

Data pubblicazione: 22 luglio 2017

2 commenti

#1

Cara Valeria, belle riflessioni che condivido, il viaggio è uno spazio speciale che dovrebbe essere speso per riflettere sul nostro continuo correre , andare, per scoprire .. l'altrove, il diverso che dia un senso e un valore alla nostra vita.. Viaggiare da soli è un test, serio , anche duro, viene al momento giusto, quando ti fermi per pensare, riflettere ed è un momento di crescita.. Ciao , bravissima come sempre..! Magda

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Grazie cara Magda,
come sempre.
Il viaggio da soli con se stessi, é proprio un test, quasi un "compito in classe"!

Buon fine settimana, qui da davvero caldissimo.

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