22 giugno, giornata mondiale del cane in ufficio

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Il nostro più fedele compagno di vita viene promosso a compagno d’ufficio.

Il 22 Giugno 2018 si celebra come ogni anno il Take Your Dog to Work Day”, la Giornata Mondiale dei Cani in Ufficio.

Organizzata per la prima volta nel 1996 nel Regno Unito dall’associazione

Pet Sitter International, ed esportata negli Stati Uniti, Canada, ed adesso anche in Italia.

Il nostro cane, da amico, compagno di viaggio e di vita, diventa anche un compagno di lavoro.

Un cagnolino può rappresentare un “fratello a quattro zampe” per un bambino timido, disabile o introverso.

Una vera terapia per gli infelici, i soli, i depressi.
Un antidolorifico per un cuore infranto.

Ed in sede di divorzio, c’è chi duella fino all’ultimo atto giudiziario pur di averlo con sé, e non a giorni alterni.

 

“I cani amano i loro amici e mordono i loro nemici, non amano le persone che sono incapaci di amore disinteressato e che nei loro oggetti relazionali mischiano sempre amore e odio”.

Freud

 

Google: la dog company, ma Freud ci aveva pensato prima...

 

I colossi hi-tech, all’avanguardia in tutto, hanno accettato la proposta di portare il proprio cane in ufficio a lavorare gomito a zampa con il legittimo proprietario.

Al primo posto c’è Google, che si auto definisce “dog company”.

Immaginiamo per un attimo il nostro amico a quattro zampe con noi, nella nostra stessa stanza.

Una sterile stanza d’ufficio senza aria, magari senza luce naturale - per ben otto ore, o forse più -, che grazie alla sua silenziosa empatia diventa una reggia.

Immaginiamo il suo sguardo languido, il suo scodinzolare senza motivo apparente, e la sua calorosa presenza.

Volgendo lo sguardo indietro nel tempo, Freud, il padre della psicoanalisi, portava in seduta il suo fedele amico, un chow chow riservato e pensante, con la sua lingua blu.

Il cane era talmente abituato al tempo del setting da averlo interiorizzato, così ogni quarantacinque minuti si alzava ed accompagnava affettuosamente il paziente alla porta.

 L’uomo, il cane e la cura

“Il cane è il miglior amico dell’uomo”, frase talmente ridondante da sembrare scontata, ma in realtà, il cane con la sua affettività, il suo equilibrio e la sua generosità di cuore e di anima, ha davvero un effetto benefico sulla nostra psiche e sul nostro umore.Il suo amore riesce ad alleviare il disagio psico-fisico di pazienti malati, di altri anziani, e di altri ancora con disabilità, fisica o psichica.

Il cane, più di ogni altro animale, è in grado di instaurare con noi un rapporto improntato ad uno scambio affettivo profondo e duraturo, che non si sbiadisce per intensità nel tempo (come spesso accade tra gli esseri umani).

I cani, infatti, sono i protagonisti assoluti della pet therapy”.

Il primo ad occuparsi della “pet therapy” fu lo psichiatra infantile Boris Levinson, in seguito a numerose osservazioni dei benefici psicologici e comportamentali avuti grazie all’interazione tra i suoi piccoli pazienti autistici ed i cani.

Levinson notò che il rapporto affettivo instaurato con l’animale accresceva sensibilmente l’autostima dei piccoli pazienti, alleviava il disagio psico-fisico ed aiutava il terapeuta ad interagire con loro.

Alla luce di ciò, immaginiamo i nostri amici a quattro zampe come dei veri portatori sani di benessere ed incremento di produttività.

Quindi, ben venuti in ufficio!

La mia dolcissima Eva è davvero pigra ed ingombrante, forse, non è proprio adatta alla vita da studio, predilige il sole e la campagna, ed Artù è talmente vivace da disturbare le sedute, quindi per adesso soprassiedo, ma solo per adesso.

 

Letture consigliate

 

https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4788-il-cane-cura-piu-dell-uomo-e-soprattutto-non-mente-sull-amore.html

 

https://www.valeriarandone.it/psicologia/amore-a-quattro-zampe/

Data pubblicazione: 17 giugno 2018

2 commenti

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!