Eiaculazione precoce primaria e mancanza d’erezione secondaria

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

L'eiaculazione precoce, è una disfunzione sessuale che compromette la fase dell'orgasmo, caratterizzata dall’assenza di controllo eiaculatorio ed assenza della capacità di procrastinare nel tempo, il “punto di non ritorno eiaculatorio”.
Per deficit erettivo (D.E.), si intende l’ “impossibilità a mantenere un’erezione di adeguata rigidità, sufficiente per una prestazione soddisfacente per il soggetto”.
 Le complicanze emozionali, di entrambe le disfunzioni, sono notevoli e compromettono, singolo, autostima, qualità della sessualità e della vita di coppia.
Quale correlazione tra le due disfunzioni della sessualità maschile?
 L’aspetto diagnostico dell’eiaculazione precoce, è estremamente complesso,sia per quel che riguarda la riluttanza e riservatezza del paziente e della coppia nell’esporre le proprie difficoltà, che per quell’aspetto di “ soggettività” che riguarda l’esperienza di precocità
Vi sono svariati tipi di e.p., anteportas, intrapostas (fuori o dentro l'ambiente vaginale), primaria, secondaria, assoluta, situazionale.
Molto spesso l’e.p., se non curata, prepara il terreno ad una possibile, futura vulnerabilità erettva.
 Le problematiche emotive, che sottendono le due disfunzioni, sono spesso simili: ansia,emotività, ansia anticipatoria di un fallimento, pensieri ossessivi sulla sessualità, emozioni ambivalenti e contrastanti nei confronti della partner e "spectatoring" (auto-osseravzione di genitali), il tutto amplificato e rinforzato, da un’assenza di educazione emozionale e sessuale ricevuta.
Il perpetuarsi nel tempo dell’esperienza dell’e.p., amplificata dal vissuto nefasto e di insoddisfazione della partner, costituiscono il presupposto per l’instaurarsi e l’aggravarsi nel tempo delle difficoltà sessuali.
L’assenza eo vulnerabilità erettiva, rappresenta una “strategia difensiva” dell’uomo sofferente, che spaventato da un’estrema velocità della tempistica eiaculatoria,inconsapevolmente, preferisce non avventurarsi in un fallimentare atto amoroso.
La latitanza diagnostica e terapeutica, rinforza nel tempo le disfunzioni e, compromette anche il più saldo dei legami.
Bibliografia:
Jean Tignol “I disturbi della sessualità maschile” Masson 1996
Helen Singer Kaplan “Nuove terapie sessuali” Bompiani 1991.

Data pubblicazione: 22 maggio 2011

4 commenti

#2
Ex utente
Ex utente

Ho letto questo interessante riferimento sull'eiaculazione precoce.Beh,parlo della mia esperienza.Effettivamente io avevo una tendenza ad una "durata" non particolarmente entusiasmante.Poi mi sono accorto nel vivere la sessualita',che il vero problema nn era tanto se duravo o non duravo,ma quanto di me c'era nella partecipazione dell'amplesso.Della serie,se mi sento uno strumento di piacere e basta,e'possibile percepirsi in gara.Il piacere nn e'una dimostrazione,anche perche',secondo me,nn esistono regole su quando un uomo o una donna sentano il piacere.E'soggettivo.Io nn sono tenuto ad una prestazione predefinita.Mi godo il momento.Recuperando questa dimensione personale,vi assicuro che l'eiaculazione precoce diventa un prezioso alleato per capire come finisci a letto,cosa ti dici mentre sei con una donna e come percepisci in quel momento quella donna e la fisicita'che ti regala.Della serie..impariamo a godere del mondo e le prospettive cambieranno..

#3
Ex utente
Ex utente

Dimenticavo di dire..che nn soffro piu'di eiaculazione precoce..

#4
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
Lieta per lei della sua guarigione, ma l' eiaculazione precoce non si cura cambiando prospettiva nei confronti della sessualita' , quando la diagnosi e' veramente di e.p.
Forse nel suo caso la " precocita'" non era proprio disfunzionale , ci sono tanti tipo di e.p: ep ante portas, pseudo ep,mprimarie, secondarie , ecc...
Non e' cosi' semplice la sua risoluzione.
Cordialita'

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