Un robot (Da Vinci) che sconfigge il cancro della prostata

ginoalessandroscalese
Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo

Introduzione

Il tumore della prostata anche se è un tumore a lento tasso di progressione rientra nella lista di quelli definiti “big killer” ovvero i grandi assassini. In Italia è il più frequente dei carcinomi maschili avendo un tasso di mortalità pari al 9% (il terzo in ordine di frequenza). Fra gli uomini di con un’età > di 50 anni,  1/7/anno è a rischio di sviluppare un cancro della prostata tanto che in Italia ogni anno sono registrati circa 43.000 nuovi casi. Secondo le analisi prospettive tali dati sono destinati a crescere nei prossimi anni specie nella regione Campania.

Cenni storici

Yan Shi (1023-957 aC), Archita di Taranto (400 aC), Aristotele (322 aC), Erone di Alessandria (10-70 dC), Leonardo da Vinci (1495), la rivoluzione industriale (1790), 'telepresenza' (1950) sino a giungere al robot da Vinci (®​​) (1999) sviluppato in ambito urologico, mostra l'incredibile storia dello sviluppo del robot chirurgico moderno che oggi usiamo per trattare i nostri pazienti. La chirurgia assistita da robot era un’utopia sino a qualche anno fa ma ormai ben consolidata in Urologia principalmente per curare il tumore della prostata ma sempre più utilizzato per le operazioni su rene prostata e vescica.

Considerazioni

L’intervento più diffuso in Italia per il tumore della prostata è la chirurgia classica cosiddetta a cielo aperto (80% dei casi) che prevede la incisione longitudinale della cute e dei muscoli della pancia subito al di sotto dell’ombelico estesa per circa 10-15cm per poi asportare completamente la prostata con una durata media di circa 2 ore calcolato dal momento dell’incisione al momento del posizionamento dell’ultimo punto di sutura. Il decorso operatorio è molto lungo pari a circa 10 giorni con le successive conseguenze quali l’ incontinenza e l’impotenza sessuale'.

Le moderne soluzioni alternative garantiscono degli interventi meno invasivi e più precisi. Con la laparoscopia e la robotica, si opera senza lunghe incisioni ma grazie all’utilizzo di strumenti inseriti in piccoli forellini di diametro pari a circa 1 cm. La visione video è ad alta definizione e tridimensionale nel caso della robotica in modo da asportare in maniera efficace vescicole seminali, prostata e linfonodi con maggiore precisione oltre ad una perfetta ricostruzione dell'uretra. Con l'intervento robotico della stessa durata di un intervento a cielo aperto (sono solo più lunghi i tempi di preparazione del robot) il paziente torna a casa dopo 3-4 giorni. In questo caso si ha una riduzione dell’incidenza di impotenza ed incontinenza. Con la robotica l'operatore lavora direttamente a una consolle (tipo videogiochi altamente sofisticato) che permette una millimetrica precisione nella dissezione dei tessuti, la correzione di eventuali tremori e movimenti e rotazioni non possibili dalla comune articolazione della mano (7 gradi di libertà) il che determina un più preciso risparmio dei fasci nervosi deputati alla erezione (tecnica nerve sparing).

Conclusioni

Mentre per la chirurgia laparoscopica è necessaria una notevole esperienza e deve essere eseguita da personale che ha già eseguito un lungo training (esercizio) con questa metodica. La robotica, al contrario, è più intuitiva  ed abbastanza semplice da imparare da parte dei chirurghi oltre ad essere precisissima. Oggi essa è applicabile oltre che in campo urologico anche in ambito otorinolarinmgoiatrico, ginecologico, chirurgia generale ed in futuro è destinata ad estendersi in numerose altre branche. Il problema principale di questa metodica dagli indubbi vantaggi (ridotto sanguinamento intra e post-operatorio, ridotto dolore post-operatorio che comporta un minore uso di analgesici, più rapido ritorno alle normali attività quotidiane, più breve degenza ospedaliera, migliore recupero della funzionalità erettile e della continenza) che ne rallenta la diffusione è il costo dell’apparecchiatura che si aggira intorno al milione e mezzo di euro.

Notevole influenza riveste anche il rimborso regionale per ogni procedura che spesso per un’azienda ospedaliera è in negativo ovvero se ad esempio il costo di un prostatectomia radicale robotica è pari a circa 8.000 euro la regione ne rimborsa 4.000(lo stesso rimborso della chirurgia a cielo aperto)  e l’azienda ospedaliera ci rimette circa il 50%, non considerando il costo del materiale che è monouso o soggetto a frequente ricambio.

Quindi è una chirurgia che in ambito pubblico purtroppo è ad appannaggio solo delle unità operative complesse e delle aziende ospedaliere che hanno un bilancio in positivo (attualmente un'utopia) e che mirano soprattutto alla qualità dei risultati.

Sorgente:

BJU Int. 2011 Dec;108(11):1708-13; discussion 1714. doi: 10.1111/j.1464-410X.2011.10576.x. Epub 2011 Sep 27.

From Leonardo to da Vinci: the history of robot-assisted surgery in urology.

Yates DR, Vaessen C, Roupret M.Academic Urology Department, la Pitié-Salpêtrière Hospital, Paris, France. d.yates@sheffield.ac.uk

Data pubblicazione: 01 dicembre 2012

29 commenti

#10
Utente 194XXX
Utente 194XXX

Dottore buonasera io mi devo operare di prostactomia radicale, ma mi ha detto il mio chirurgo urologo che i margini positivi nella robotica sono maggiori e questo è dimostrato da letteratura scientifica.Io ho un gleason 3+3=6 e vorrei operarmi con la robotica ma il mio chirugo mi ha fatto spaventare dicendomi anche che la linfoadenectomia con la robotica non la si può fare come la open, e che sui tumori localizzati può andare anche bene.I risultati funzionali, sono maggiori,ma non quelli oncologici.Un altro che si occupa di robotica mi dice che è una falsità.Insomma mi aiuti lei a far chiarezza in tutta coscienza.Ho appena 40 anni.grazie

#11
Utente 194XXX
Utente 194XXX

Dottore buonasera io mi devo operare di prostactomia radicale, ma mi ha detto il mio chirurgo urologo che i margini positivi nella robotica sono maggiori e questo è dimostrato da letteratura scientifica.Io ho un gleason 3+3=6 e vorrei operarmi con la robotica ma il mio chirugo mi ha fatto spaventare dicendomi anche che la linfoadenectomia con la robotica non la si può fare come la open, e che sui tumori localizzati può andare anche bene.I risultati funzionali, sono maggiori,ma non quelli oncologici.Un altro che si occupa di robotica mi dice che è una falsità.Insomma mi aiuti lei a far chiarezza in tutta coscienza.Ho appena 40 anni.grazie

#12
Dr. Gino Alessandro Scalese
Dr. Gino Alessandro Scalese

Gentile utente,
Le posso confermare che non esiste nessuna differenza in termini oncologici quindi di margini chirurgici positivi (presenza del tumore sul margine di resezione chirurgico) fra la tecnica chirurgica robotica e quella chirurgica tradizionale (open). Presso il mio Centro eseguiamo ormai da anni la tecnica robotica essendo passati inizialmente dalla fase chirurgica classica poi alla tecnica laparoscopica e poi a quella robotica apprezzando su una ampia casistica le caratteristiche di ciascuna tecnica.
Quindi considerata la giovane età è preferibile eseguire una tecnica che sia quanto meno invasiva possibile ovvero la tecnica robotica perseguendo senza ombra di dubbio per lo meno gli stessi risultati di altre tecniche.

#13
Utente 274XXX
Utente 274XXX

Grazie Dottore per la sua chiarezza, il chirurgo che mi opererà di robotica mi dice che faranno anche la linfoadenectomia. L'altro urologo che è un mio amico d'infanzia mi ha detto che nella fase del prelievo della prostata se il gleason aumento sono a rischio di recidive è questo è dimostrato dalla letteratura scientifica.
Lui che fa la open mi dice che si può guarire completamente solo con la open.Io gli ho detto che in America fanno solo open già da tempo e lui ha ribattuto:che se il tumore all'intervento ed istologico definitivo post intervento non risultasse cosi' localizzato, allora la tecnica open puo' dare piu' probabilita' nell'asportazione totale senza margini positivi). Purtroppo a volte si possono avere delle variazioni nella stadiazione.Insomma Dottore oltre a questo problema che mi sta uccidendo ppsicologicamente pure quest'altro dilemma.

#14
Utente 274XXX
Utente 274XXX

Grazie Dottore per la sua chiarezza, il chirurgo che mi opererà di robotica mi dice che faranno anche la linfoadenectomia. L'altro urologo che è un mio amico d'infanzia mi ha detto che nella fase del prelievo della prostata se il gleason aumento sono a rischio di recidive è questo è dimostrato dalla letteratura scientifica.
Lui che fa la open mi dice che si può guarire completamente solo con la open.Io gli ho detto che in America fanno solo open già da tempo e lui ha ribattuto:che se il tumore all'intervento ed istologico definitivo post intervento non risultasse cosi' localizzato, allora la tecnica open puo' dare piu' probabilita' nell'asportazione totale senza margini positivi). Purtroppo a volte si possono avere delle variazioni nella stadiazione.Insomma Dottore oltre a questo problema che mi sta uccidendo ppsicologicamente pure quest'altro dilemma.

#15
Dr. Gino Alessandro Scalese
Dr. Gino Alessandro Scalese

A questo punto si affidi al medico che le ispira più fiducia cercando per un attimo di non pensare ai rapporti di amicizia.

#16
Utente 274XXX
Utente 274XXX

Grazie dottore del suo supporto anche psicologico. Ieri son stato a Milano da un noto chirurgo e lui mi ha consigliato non la robotica ma la laparoscopica.In quanto mi ha detto che dovrà toccare i tessuti e la sua consistenza con i suoi strumenti,cosa che la robotica non può fare in quanto deve vedere fino a quando si inoltra un tumore e mi ha sconsigliato la robotica. Insomma dottore ancora di più la mia confusione.Dottore lei cosa ne dice?

#19
Dr. Gino Alessandro Scalese
Dr. Gino Alessandro Scalese

Gentile utente,
probabilmente penso che in questa vicenda ciascun chirurgo ha proposto la tecnica che meglio conosce deducendo impressioni strettamente personali.

#20
Utente 194XXX
Utente 194XXX

Dottore ho un psa 5.89 e libero 4.60.Con questa biopsia1,3)ADENOcarcinoma MODERATAMENTE DIFFERENZIATO ACINARE DELLA PROSTATA CON PERMEAZIONE NEOPLASTICA PERINEURALE(GLEASON 6°:3+3) La neoplasia interessa il 30% di un frustolo paramediano sinistro e focalmente il frustolo apice sinistro. 2,4-6)Frustoli prostatici esenti da neoplasia. lei al posto mio per avere il miglior risultato oncologico cosa farebbe in tutta onestà?chi non è addetto ai lavori e parlo anche di medici normali non sanno nulla in merito.Io mi trovo in una situazione in cui mi dicono va bene la radio,la brachiterapia e poi come interventi chirurgici ci sono 3 opzioni.Il chirurgo di Milano mi ha detto che lui che fa anche robotica preferirebbe la laparoscopia.Io mi fido di tutti e tre i medici, ma si metta nei miei panni.Io avevo scelto la robotica ma ora mi trovo con un grosso punto interrogativo, e mi dicono la scelta è solo tua.Mi dia una mano...

#21
Dr. Gino Alessandro Scalese
Dr. Gino Alessandro Scalese

Se legge con attenzione il mio articolo comprenderà bene quale possa essere il mio orientamento, ma ovviamente la decisione finale spetta sempre al paziente.

#22
Utente 194XXX
Utente 194XXX

Ok dottore...la ringrazio sentitamenente...

#24
Utente 194XXX
Utente 194XXX

Dottore la biopsia l'ho fatta il 4 novembre e mi operano con la robotica a fine febbraio. Ho sentito anche un radioterapista che mi ha consigliato il Cyberknife.Lei cosa ne pensa rispetto alla prostactomia totale,quali sono gli svantaggi anche se mi dicono che i risultati sono sovrapponibili, tuttavia senza essere operato e rischiare di diventare impotente?Altri 2 mesi non sono troppi? la robotica che fanno in questo centro analizzano la prostata nel giro di un'ora e poi procedono se allargarsi o meno.Grazie

#25
Dr. Gino Alessandro Scalese
Dr. Gino Alessandro Scalese

I dati di letteratura di queste tecniche innovative sono ancora troppo esigui per trarre delle conclusioni definitive.
Personalmente continuo a preferire la robotica anche se non ho esperienza diretta di nuove tecniche radioterapiache.
Due mesi rientrano nella media dei tempi di attesa e compatibili con il tipo di intervento.

#26
Utente 194XXX
Utente 194XXX

grazie davvero dottore

#28
Utente 135XXX
Utente 135XXX

Buongiorno DOttore,
Mio padre il prossimo mese compie 67 anni
Gli hanno diagnosticato ETEROPLASIA Prostatica, la biopsia evidenzia 8 frustoli a dx e 6 frustoli a sx, i Gleason score sono : 4+3 , 4+4 e 4+3, il PSA e' a 12
(nel referto si parla di alcuni adenocarcinomi) deve ora effettuare la TAC (credo per rilevare se ci sono intaccamneti ossei)
Mi da una sua opinione sulla base di questi dati? la situazione e' molto preoccupante?
Leggendo in giro mi sembra di capire che l'intervento col Da vinci sia il migliore attualmente, quello che vorrei capire e' il costo, se e' mutuabile, il nome di qualche struttra a Milano (dove abitiamo) che opera con questo metodo.. e comunque quale e' la migliore struttura nella ns zona per curare questo problema
La ringrazio anticipatamente
Marco

#29

Per avere il quadro preciso della situazione e quindi esprimere un parere sullo stato della malattia è necessario esaminare una serie di parametri (PSA, impressioni del chirurgo alla visita della prostata, esito di biopsia prostatica, TC o RMN e scintigrafia ossea)
L'intervento in genere può essere eseguito è eseguito presso una stessa struttura sia nell'ambito del SSN che a pagamento ed in quest'ultimo caso ogni struttura applica una tariffa specifica e non uniforme in base ad una sereie di parametri.

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