Isolamento delle cellule staminali nelle urine

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Un giorno forse potremmo prelevare le cellule staminali direttamente dalle urine 


Secondo questo interessante studio le cellule staminali potrebbero essere ottenute nelle urine attraverso un semplice approccio a basso costo, non invasivo che evita le procedure chirurgiche", ha detto Zhang Yuanyuan, MD, Ph.D., professore di medicina rigenerativa e ricercatore senior del progetto

La segnalazione arriva dalla rivista on line Stem Cells, le cellule staminali raccolte nelle urine avrebbero la potenzialita di differenziarsi nelle cellule dei tessuti uroteliali, muscolo ed epitelio. Ma le cellule derivate dall urina potrebbero formare anche osso, cartilagine, grasso, muscolo scheletrico, tessuto nervoso, e le cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni. La potenzialità di tali cellule permetterebbe chiaramente un uso in tantissime patologie

"Queste cellule staminali rappresentano praticamente una fornitura illimitata di cellule autologhe per il trattamento non solo delle patologie urologiche, come la malattia renale, l’ incontinenza urinaria e la disfunzione erettile, ma potrebbe essere utilizzato in altri campi", ha detto Zhang. "Potrebbero anche essere utilizzati per realizzare neo vesciche, neo ureteri e altro. 

Poter utilizzare le cellule staminali di ogni singolo paziente sul paziente stesso è sicuramente molto vantaggioso perché si eviterebbero risposte immunitarie o di rifiuto. Tuttavia, poiché le cellule tessuto-specifiche sono una piccolissima sottopopolazione di cellule, potrebbe essere difficile isolarle dagli organi e dai tessuti 

L’equipe di Zhang ha prima identificato le cellule, che sono un piccolo sottoinsieme delle molte cellule presenti nelle urine, nel 2006. La ricerca attuale si basa su studi precedenti che confermano la multipotenzialità delle cellule. Inoltre, la ricerca ha scoperto che a differenza delle cellule iPS o cellule staminali embrionali, le cellule staminali derivate dall’urina non formano tumori quando impiantate nel corpo, permettendone quindi un uso più sicuro 

Sono stati esaminati e utilizzatii campioni di urina di 17 individui sani di età compresa tra 5 e 75 anni. Secondo gli autori l’isolamento non è particolarmente impegnativo. E’ stata poi valutata la potenzialità di differenziazione delle singole cellule

Successivamente, i ricercatori hanno posto le cellule che erano potenzialmente differenziabili in muscolo liscio detrusoriale e urotelio su impalcature fatte di budello di maiale. L’innesto nei topi ha dimostrato la crescita di strati tissutali.

Le cellule staminali derivate dalle urine presentano i markers delle cellule mesenchimali, che sono le cellule staminali adulte dal tessuto connettivo, come il midollo osseo. Inoltre hanno anche i marcatori per i periciti, un sottoinsieme di cellule mesenchimali che si trovano nei piccoli vasi sanguigni.

Ma da dove vengono queste cellule? I ricercatori sospettano che le cellule provengono dal tratto urinario superiore, tra cui il rene. Donne che avevavo subito il trapianto renale da donatore uomo, avevavo nel genotipo delle cellule staminali urinarie il cromosoma Y, a documentarne quindi la provenienza renale

"Identificare la provenienza delle cellule porterà a una migliore comprensione della biologia di questa popolazione di cellule mesenchimali multipotenti che si trovano all'interno delle vie urinarie", ha detto Zhang.

 

 

Shantaram Bharadwaj, Guihua Liu, Yingai Shi, Rongpei Wu, Bin Yang, Tongchuan He, Yuxin Fan, Xinyan Lu, Xiaobo Zhou, Hong Liu, Anthony Atala, Jan Rohozinski, Yuanyuan Zhang. Multi-Potential Differentiation of Human Urine-Derived Stem Cells: Potential for Therapeutic Applications in Urology. STEM CELLS, 2013; DOI: 10.1002/stem.1424

 

 

Data pubblicazione: 06 settembre 2013

Autore

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Università La Sapienza di Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43740.

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