Ipertrofia prostatica: la resezione transuretrale con energia bipolare

L'ipertrofia prostatica rappresenta una delle patologie più comuni dell'uomo dopo i 50 anni, interessando il 25% dei maschi. L'aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica unitamente alla perdita della sua elasticità, portano a tutta una serie di sintomi che alterano le modalità di minzione.

L'ingrossamento della prostata determina, in un primo tempo, disturbi minzionali di tipo irritativo come l'aumento della frequenza minzionale, l'urgenza a svuotare la vescica, l'aumento dei risvegli notturni per svuotare la vescica e in alcuni casi una vera e propria forma di incontinenza urinaria.
In un secondo tempo si presentano i sintomi ostruttivi come la riduzione del flusso minzionale, un non completo svuotamento della vescica, lo sgocciolamento al termine della minzione, fino ad arrivare alla ritenzione urinaria completa e alla necessità di posizionare un catetere.

Nella maggior parte dei casi i sintomi possono essere controllati con un trattamento farmacologico.
Alcuni pazienti però necessitano di trattamenti risolutivi finalizzati alla riduzione del volume della prostata (interventi disostruttivi) che negli ultimi anni sono sempre più caratterizzati da lla minor invasività rispetto agli storici interventi a cielo aperto.

Esistono numerose tecniche di asportazione endoscopica del tessuto prostatico. Lo scopo principale dell'intervento è quello di asportare la maggior parte di tessuto ipertrofico, ottenendo una disostruzione ottimale. L'evoluzione tecnica ha portato a considerare anche gli effetti collaterali dell'intervento quali i possibili sanguinamenti, la temibile TURP syndrome intraoperatoria determinata da una riduzione del sodio ematico, i disturbi irritativi caratteristici del post operatorio e la necessità di mantenere il catetere per alcuni giorni dopo l'intervento stesso.

A tale scopo, negli ultimi anni stiamo proponendo l'utilizzo della energia bipolare. Tale forma di resezione necessita solo di soluzione fisiologica sterile che elimina il rischio di riassorbimento, riduce in modo evidente il pericolo di sanguinamento grazie alla miglior capacità di coagulazione. Risulta inoltre nettamente migliore la visione da parte dell'operatore del campo operatorio permettendo una maggior precisione nella esecuzione dell'intervento con una riduzione dei tempi operatori e minori complicanze.

La prostata viene asportata mediante un piccolo resettore inserito nel canale uretrale. L'intervento che non richiede assolutamente alcuna incisione, viene eseguito in anestesia locoregionale con una durata media di circa 30 minuti. Il paziente già dal giorno successivo è in grado di mangiare e camminare.

Numerosi studi con ampie casistiche hanno largamente dimostrato che la resezione prostatica bipolare è superiore alle altre tecniche di resezione riguardo alle complicanze post operatorie, tempi di convalescenza, risultati a lungo termine. La minor durata del ricovero (il paziente rimane in ospedale non più di 48 ore), la rimozione precoce del catetere e l'abbattimento della necessità di trasfusioni, rendono tale metodica anche a basso impatto economico.

Data pubblicazione: 29 novembre 2015

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