Stato di incoscienza e risveglio

Gent.mi dottori,
io e la mia famiglia siamo sconvolti: mio cognato di 62 anni, 3 giorni fa al mattino è stato trovato da mia sorella che dormiva accanto a lui, in stato soporoso non risvegliabile. Al momento della partenza per il pronto soccorso, la saturazione di ossigeno era buona mentre la frequenza cardiaca era intorno ai 43 battiti/min. Durante il trasporto non ha mai ripreso conoscienza ma non ha avuto arresti cardiaci quindi non sono state necessarie manovre rianimatorie. Giunto in ospedale con una TC cranio sono state escluse cause neurologiche ed è stato riscontrato un BAV di III grado per cui è stato necessario applicare un pace-maker esterno che ha tutt'ora. Prima dell'applicazione è stato intubato e trasportato in terapia intensiva dove si trova attualmente attaccato al respiratore. Gli è stato indotto un coma farmacologico e il giorno successivo, nonostante sia stata sospesa la sedazione non si è risvegliato ed ancora oggi è in stato di incoscienza. Se stimolato, a momenti risponde o accenna a rispondere ad alcuni comandi semplici come stringere la mano, tirare fuori la lingua (in quest'ultimo caso accenna un tentativo senza però riuscire a pieno), non riesce ancora ad aprire gli occhi. Nel contempo è stata riscontrata dai medici anche una coartazione aortica ma non si sa ancora se può essere stata la causa del suo stato. A questo punto non sappiamo come muoverci, dobbiampo aspettare il risveglio come ci viene consigliato, senza fare niente? Si può fare qualcosa di più? Esistono dei centri specialistici dove si può facilitare questo risveglio? In questo momento i suoi parametri sono stabili e la speranza di vederlo di nuovo con noi è tantissima ma vorremmo essere certi che si sta facendo tutto il possibile. Vi ringrazio anticipatamente per i consigli che vorrete darci e le Vs. gentili risposte anche solo di delucidazione.
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente buona sera, io credo che sicuramente i sanitari della Terapia intensiva dove è ricoverato suo cognato stiano facendo tutto il possibile per lui.
Purtroppo in questi casi si può solo aspettare, facendo le manovre terapeutiche del caso.
Quello che lei ci ha raccontato, per gli elementi che ho, e da qui , mi fa pensare che suo cognato abbia avuto, a seguito del disturbo di conduzione (il BAV di III grado), una sofferenza cerebrale, da cui lo stato attuale non vigile. In questo caso i risultati a distanza dipendono dal grado di sofferenza che c'è stato.
Il fatto che i parametri siano stabili è senzaltro una buona cosa, pertanto voi stategli vicino con fiducia e date la stessa fiducia ai medici.
Un saluto e ci tenga informati

La consulenza e' prestata a titolo
puramente gratuito secondo lo stile MedicItalia
Dottoressa Anna Maria Martin

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Utente
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Gent.ma dott.ssa, la ringrazio per la sua risposta.
Proprio stamattina siamo riusciti a parlare anche con il primario del reparto di terapia intensiva che ci ha chiesto il consenso per effetuare una tracheostomia, essendo diventato un paziente cronico. Ci ha informato della gravità della situazione in quanto la lesione post ipossica pare che si trovi a livello del mesencefalo e da quello che siamo riusciti a capire si tratta di una zona del cervello deputata a molte funzioni. Potrebbe spiegarci meglio anche lei a cosa andiamo incontro considerando la sede della lesione? Inoltre vorrei anche chiedere se con un EEG è possibile stabilire dove si trova la lesione. La ringrazio ancora
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente, l'EEG, che sicuramente è stato fatto a suo cognato, è una rilevazione della attività cerebrale sotto forma di onde elettriche che viene effettuata tramite elettrodi posti in più punti del cuoio capelluto. Questi elettrodi rilevano l'attività anomala e la sua localizzazione pertanto sono in grado di darci molte informazioni.
Purtroppo, da quello che mi sembra di capire, è avvenuto propio quello che avevo ipotizzato nella mia prima risposta.
Lei chiede a cosa andate incontro, io naturalmente non ho tutti i dati clinici come il collega con il quale avete parlato, tuttavia le posso dire che la cosa più grave che può derivare da questo incidente cardiovascolare è che suo cognato mantenga cronicamente uno stato di coma.
Naturalmente ciò che dico non è una diagnosi ma solo la ipotizzazione del peggio. Comunque sono passati pochi giorni, mi sembra 4, e penso che sia un pò presto per fare diagnosi definitive, anche se la situazione appare grave.
Un saluto
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Gent.ma dott.ssa,
ieri sera eravamo tutti felici e più rilassati. Nel pomeriggio durante l'orario di visita, abbiamo trovato una situazione completamente diversa dal giorno prima. Mio cognato si era svegliato, era di nuovo con noi, anche se faceva fatica ad aprire gli occhi, nel senso che tentava di aprirli ma era come se le palpebre superiori non avevano la forza di rimanere in posizione normale come quando l'occhio è aperto. Era stato stubato e respirava autonomamente con l'apporto di ossigeno, quindi lo abbiamo trovato solo con la maschera venturi sul viso. Non era più sdraiato ma in posizione semiseduta. Avvertiva il fastidio alla schiena a causa della posizione e riusciva a spostare il tronco lateralmente per cambiarla e tentava anche di spostarlo in avanti. Muoveva gambe e braccia, rispondeva a domande e ha dimostrato di aver mantenuto la memoria in quanto chiedeva dei vari componenti della famiglia, quindi riusciva anche a parlare anche se con un filo di voce e non del tutto chiara.In poche parole sembrava essere tornato con noi.I sanitari che la mattina precedente ci avevano tolto quasi tutte le speranze si sono dimostrati più ottimisti e la nostra felicità era alle stelle. Hanno detto a mia sorella di andare questa mattina, anche fuori dal'orario di visita, in quanto l'avrebbero fatta stare con lui che ha bisogno di essere stimolato.
Stamani mia sorella è andata ed ha trovato una situazione in regressione. Durante la notte era stato nuovamente intubato in quanto faceva fatica a respirare, aveva molte secrezioni e lui stesso ha risposto alla domanda dei sanitari esprimendo la sua difficoltà respiratoria. Hanno detto che ha avuto un piccolo arresto respiratorio e gli hanno indotto nuovamente il coma farmacologico o forse lo hanno sedato per riuscire a gestirlo meglio, almeno così hanno detto. Non lo hanno fatto vedere a mia sorella.
Mi scusi se mi sono dilungata ma volevo spiegarle bene la situazione per riuscire a capire un po' meglio dalle sue spiegazioni...Cosa è successo? Pensa sia meglio trasportarlo in un altro centro con più esperienza? La ringrazio anticipatamente per le risposte che vorra darci
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente buon giorno, è veramente una buona notizia che suo cognato si sia svegliato e che abbia dimostrato di non aver riportato deficit. Ciò vuol dire che il danno da ipossia non era poi irreversibile.
Certamente i colleghi della terapia intensiva lo hanno stubato pensando che la ventilazione spontanea fosse già sufficiente, mentre gli dobbiamo dare ancora un pò di tempo per recuperare appieno, in quanto il trauma è stato importante.
Non mi sembra indicato spostarlo per due motivi:
1) Non penso che altrove si potrebbe fare diversamente, e non dovete pensare che sia un errore dei sanitari il fatto che sia stato intubato di nuovo. Sono cose che succedono in terapia intensiva con pazienti come lui. La cosa importante è che con le cure il cervello ha ripreso, la funzionalità respiratoria non ha motivi per non farlo a meno che lui non sia un grave insufficiente respiratorio, ma questo lei non lo ha mai detto.
2) Trasportare un paziente come suo cognato sarebbe solo pericoloso in termini di stress aggiuntivo ed inutilmente indaginoso
Tenete i nervi saldi e continuate ad avere fiducia, non ci sono veramente motivi per fare diversamente.
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Dott.ssa, la ringrazio infinitamente per la sua gentilezza e disponibilità
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Eccomi di nuovo qua con mille dubbi e paure....Stiamo vivendo delle giornate terribili! Stamani hanno provato a togliere la sedazione a mio cognato e a stubarlo ma non riesce a mantenere la respirazione spontanea e lo hanno subito reintubato e sedato. La cosa ci è stata spiegata in modo frettoloso parlandoci di un danno al tronco del mesencefalo dove risiedono dei centri che regolano la respirazione, o almeno così pensiamo di avere capito. Adesso ci assalgono i dubbi: non essendo state fatte altre indagini strumentali, come hanno fatto a diagnosticare questi danni? Inoltre abbiamo visto tutti respirare mio cognato solo con la maschera Venturi e quindi spontaneamente e sabato quando siamo usciti dal reparto di terapia intensiva lo abbiamo lasciato così. La domenica mattina ci hanno parlato di un problema che si è verificato durante la notte, non sappiamo bene a che ora, e che li ha visti costretti a reintubarlo. Facendo due conti si evince che mio cognato ha mantenuto per parecchie ore la respirazione spontanea facendo quindi presumere l'assenza di deficit di questo tipo. Infatti lui è stato stubato intorno alle 17:30 quasi a ridosso dell'orario di visita e il turno di notte comincia alle 21. Ammesso che il problema respiratorio sia sopraggiunto subito e non proprio durante la notte, lui è rimasto almeno 3 ore in respirazione spontanea. Con danni al centro del respiro si potrebbe ammettere tutto questo? Scusi la nostra ignoranza e soprattutto diffidenza nei confronti dei suoi colleghi ma in tutti questi giorni non abbiamo mai avuto certezze. Giovedì pomeriggio ci avevano parlato di coma cronico chiedendo il consenso a mia sorella per effettuare la tracheostomia e ci avevano prospettato un trasferimento in un reparto di comatosi per la "riabilitazione". Sabato fortunatamente si è svegliato ed hanno parlato di trasferimento nel reparto di neurologia, oggi la novità di non poterlo staccare dal respiratore e quindi? La prego, dottoressa ci chiarisca meglio la situazione se è possibile. Siamo disperati e confusi e non sappiamo più cosa fare. Il fatto che abbia respirato sponrtaneamente per diverse ore è stato possibile anche in presenza di queste lesioni di cui ci hanno parlato oggi e come hanno fatto a diagnosticarle senza esami strumentali?La ringrazio anticipatamente per la sua attenzione e per le risposte che vorrà darci
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente, mi sembra naturale che siate disperati e confusi in questa vera altalena di eventi. Senza notizie mediche a carattere specialistico circa suo cognato però, non si possono esprimere dei giudizi nè fare diagnosi. In base alla mia esperienza, ho tuttavia difficoltà a trovarmi concorde su alcuni punti.
Quando dopo 4 giorni hanno chiesto a sua sorella il consenso alla tracheostomia, parlando di coma cronico e di trasferimento, forse i colleghi facevano delle ipotesi per prepararla al peggio e non illuderla!.....
Era infatti presto per quella diagnosi ( ricorda che lo ho scritto?), tant'è che suo cognato si è svegliato.
Ora c'è il problema della insufficienza respiratoria. Il danno ipossico del tronco mi sembra un'altra ipotesi di lavoro, ma le cause possono essere anche altre.
E' impossibile per me dirle con certezza cosa succede, e non mi pare onesto fare ipotesi davanti alla tastiera del computer, ma questo tipo di problemi si verificano con frequenza nelle terapie intensive, e le cause possono essere molte. Io personalmente penso che suo cognato dovrebbe riuscire a respirare, magari dopo uno svezzamento più lento dal respiratore, forse aiutato da una tracheotomia temporanea per facilitare la ventilazione spontanea.
Se i medici di turno vi danno risposte sbrigative e non soddisfacenti, chiedete di parlare con il responsabile del reparto e se possibile fatevi assistere dal medico curante per facilitare la vostra comprensione.
Un saluto e ci tenga informati
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Gent.ma dott.ssa e dottori tutti,
stamani è stata fatta una tac del cranio che ha evidenziato una profonda ischemia con danno al talamo, quindi l'ipotesi del danno ai centri del respiro credo che si faccia sempre più concreta. A questo punto a cosa andiamo incontro? Mio cognato non potrà più essere staccato dal respiratore, pena il rischio di blocco dei centri e conseguente morte? Oppure possiamo avere ancora delle speranze e cercare di fare qualcosa per aiutarlo? In questo caso qual'è la strada più giusta da intraprendere? In altre parole è consigliabile rivolgersi a qualche centro di riabilitazione respiratoria in previsione di un suo trasferimento dopo le dimissioni dalla Terapia Intensiva? Resto in attesa e vi ringrazio anticipatamente
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente, io credo che non si possa fare altro che aspettare. Cosa? Mi chiederà lei.
Lo sviluppo e la stabilizzazione della malattia di suo cognato.
Mi sembra strano che con questa profonda ischemia lui si sia svegliato ed abbia respirato bene per alcune ore. Mi viene il dubbio che sia un fatto sopragiunto in seguito.
Lei non mi dice se lui ha poi più avuto, dopo il primo, altri momenti coscienti ed il problema è solo respiratorio, o viceversa ha perso anche la coscienza. E' considerato in coma, e se si, di che grado? Sono domande complesse e per capire qualcosa ce ne sarebbero molte altre, pertanto le rinnovo il consiglio di far parlare un medico di fiducia con i sanitari. Le sconsiglio di nuovo di pensare ad un trasferimento in questa fase di forte instabilità, sarebbe solo dannoso. Bisogna solo aspettare, ed aspettare non significa affatto inerzia.
Un Saluto
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Gentile dott.ssa,
in questa situazione l'unica cosa positiva è l'esistenza di persone come lei che sanno ascoltare e dare risposte. Ha centrato perfettamente il problema: non riusciamo ad aspettare senza fare niente, anche se in questo momento è la cosa migliore. La nostra impressione è che anche i sanitari che lo hanno in cura non sanno spiegarsi una situazione di questo tipo, di conseguenza non possono darci delle risposte certe o incerte che siano, non sanno cosa dire. Probabilmente hanno bisogno di tempo e quindi ci dobbiamo rassegnare all'attesa.
Le ultime notizie che ci hanno dato sono che stanno facendo degli studi finestra, così li hanno definiti, e forse lei saprà di cosa si tratta più precisamente. Comunque quello che abbiamo capito è che stanno valutando la ripresa dello stato di coscienza, togliendogli a momenti la sedazione. Nei momenti in cui la tolgono riprende subito lo stato di coscienza, dimostra di capire quello che gli viene detto e tenta di compiere movimenti per rispondere ai comandi. Quindi non credo che possa essere definito in stato di coma. Ripensando alle sue condizioni di sabato pomeriggio, tutto questo farebbe pensare ad una regressione in quanto prima di essere reintubato si muoveva, addirittura parlava, dimostrava di aver mantenuto la memoria. Non sappiamo più cosa pensare....Domani sarà visitato da un neurologo che abbiamo chiamato noi per una consulenza. Le farò sapere. Grazie di tutto
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Bene tutto quello che si stà facendo, bene il fatto che non sia in coma,anche se sembra ci sia stata una regressione rispetto a sabato: attenzione non è detto che sia stabile, anzi questo è un momento di grande instabilità
A volte noi medici ci troviamo davanti a situazioni per certi versi dipanabili con difficoltà, ed allora ci vuole pazienza e lucidità. I miei colleghi sono ineccepibili davanti ad un caso difficile, dategli fiducia.
Un saluto
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Gentile dott.ssa,
stamani, come lei aveva predetto, è stata fatta la tracheotomia ed è stato applicato il SNG con l'aiuto degli endoscopisti. Il personale della terapia intensiva aveva trovato delle difficoltà nell'applicazione e questo lo credo bene dal momento che nell'esofago era presente del materiale alimentare. Anche questo è stato difficile da spiegare in quanto l'ultima volta che mio cognato si è alimentato risale ad una settimana fa.
Sempre stamattina è stato visitato dal neurologo che però non so quanto abbia potuto ottenere dall'esame obiettivo in quanto mio cognato era ancora sedato perchè era stata fatta da poco la tracheotomia. Ha parlato con noi esprimendoci l'impossibilità di formulare una prognosi, in questo momento però ci ha detto che la situazione è ancora critica. Le due lesioni ai lati del talamo non lo preoccupano più di tanto, è invece preoccupante la lesione del mesencefalo. In poche parole niente di più di quello che sapevamo già.Ci ha spiegato la dinamica dell' "incidente" e ciò che è accaduto per la mancanza di ossigeno al cervello. Non ci ha dato invece spiegazioni sullo stato di sabato che faceva pensare ad una reversibilità delle lesioni e all'attuale regressione. Ha parlato anche di un eventuale trombo che potrebbe essersi staccato a causa del "blocco cardiaco" ed ha consigliato l'esecuzione di una angiotac, forse per escludere la presenza dell'eventule trombo? E se fosse presente potrebbe cambiare qualcosa in positivo o negativo? La prego, ci dia anche un suo parere. La ringrazio e rimango in attesa di una sua gentile risposta.
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente buona sera, io credo che il collega neurologo abbia pensato anche lui che la situazione attuale, dopo il miglioramento di sabato, potrebbe dipendere da una complicanza sovrapposta. Ecco perchè parla di trombo che potrebbe aver provocato o aggravato la ischemia cerebrale. L'angiotac serve per studiare il circolo cerebrale nel dettaglio. Il materiale alimentare in esofago, potrebbe esserci stato addirittura dalla notte dell'accidente cardiaco e suo cognato potrebbe anche aver inalato, cosa che potrebbe aver aggravato la ipossia.
Quando c'è un danno ischemico cerebrale, intorno alla zona colpita si forma un' area di edema reattivo che incide anche molto sulla sintomatologia, non si può quindi fare altro che attendere che l'edema regredisca, applicando i protocolli di terapia e sperando che non succeda più nulla di nuovo, per vedere se e quanto suo cognato possa migliorare.
Un saluto