Rapporto con genitori e fidanzato

Buongiorno, sono una ragazza di 22 anni e da 3 anni sono fidanzata con un ragazzo più grande di me di 13 anni, ha infatti 35 anni. Quando ci siamo conosciuti eravamo entrambi fidanzati da quattro anni, ma dopo poco tempo che ci sentivamo per messaggio abbiamo iniziato a capire che c'era qualcosa di più fra di noi. Mesi dopo ho deciso di lasciare il mio compagno e poco dopo lui ha lasciato la sua. Per lui è stato un salto nel buio, a quella età si stava costruendo una vita ma abbiamo entrambi capito che tenevamo troppo l'uno all'altro per lasciarci andare. Il problema è che i miei genitori lo hanno accettato a metà: lui lavora molto, mentre io sto finendo l'università, e lavora in un suo studio privato quindi ha grandi responsabilità sulle spalle. Ha orari un po' sballati, a volte lavora il sabato o il weekend e fino all'ultimo non si sa bene se potrà mantenere gli impegni. I miei genitori, invece, sono sposati da 45 anni e vivono praticamente in simbiosi, e vorrebbero che anche io avessi una relazione così e non accettano che io e lui ci organizziamo in modo diverso. Continuiamo a scontrarci e il mio ragazzo si sente sempre giudicato e sbagliato quando fa i salti mortali per cercare di stare più insieme possibile con me. Loro vedono solo ciò che c'è di negativo. Vivo con il terrore di dover dire a loro che un impegno è stato spostato perché hanno paura che lui mi menta o che si veda con chissà chi, purtroppo abbiamo avuto dei casi in famiglia e sono rimasti scottati. Insomma vorrei poter vivere serenamente la mia storia consapevole che in un futuro dovranno esserci dei cambiamenti, ma loro mi fanno sentire sbagliata. Ho provato a parlarne ma sminuiscono il mio stato d'animo. Lo hanno accolto in famiglia, io invece nella sua non sono ancora entrata perché ha una situazione un po' difficile, ma nonostante lo frequentino più volte al mese non si fidano di lui. Noi stiamo facendo dei progetti per il futuro eppure la loro approvazione sarebbe importante per me. Sono abbattuta perché inizio a pensare che abbiano ragione, è sicuramente una situazione faticosa data anche dalla differenza di età, tuttavia ci amiamo tanto ma è tutto molto complicato. La mia domanda è come dovrei comportarmi con i miei genitori? E con il mio fidanzato invece? È giusto aspettare di iniziare a lavorare per poter capire cosa prova lui a lavoro? Io credo che quando inizierò a lavorare anche io si vedrà davvero se abbiamo vite compatibili. Ci sono alcune cose che anche io faccio fatica a comprendere, discutiamo a volte perché abbiamo due educazioni diverse su come vivere la famiglia e la coppia, ma alla fine ci vogliamo davvero bene e cerchiamo di venirci incontro il più possibile. Mi scusi lo sfogo, ma sembra che qui nessuno riesca a comprendermi. Avrei tanto voglia di andare da uno psicologo per me stessa, per conoscermi meglio ma quando ne ho accennato con i miei sono saltati sulla sedia. Ringrazio molto per l'attenzione e attendo risposta.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66

Gentile utente,

1.
il titolo è proprio azzeccato.
Ma ha dimenticato un elemento: il rapporto con se stessa.

Comprendo che l'età ancora giovane La porti a considerare "la loro approvazione ... importante per me.", ma la via dell'autonomia psicologica è estremamente importante per la maturazione del figlio/a.

2.
In realtà la relazione di coppia porta inevitabilmente a costruire un nuovo progetto,
che supera quello legato alla famiglia di origine e conduce a staccarsene.

Il primo passo sta nel mantenere la riservatezza con i genitori riguardo ai Vostri accordi di coppia,
in modo che loro non possano interferire o commentarli,
oppure intervenire quando gli stessi sono disattesi:
in questo modo sarete solo Voi due a farne i conti tra Voi.

3.
Ci dice:
"Avrei tanto voglia di andare da uno psicologo per me stessa, per conoscermi meglio
ma quando ne ho accennato con i miei sono saltati sulla sedia. "
La sua è una opinione ed ipotesi appropriata.
Ma perchè parlarne ai Suoi,
considerato che la scelta di un percorso psicologico è strettamente individuale e personale?

4.
La consiglierei di riflettere sulla questione dei CONFINI.
in particolare
tra i Suoi e Lei, figlia ormai quasi adulta,
e
tra la coppia e i Suoi, che sembrano voler duplicare il proprio modello di coppia in Voi.

Cosa ne pensa dei punti 1. 2. 3. 4.?

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/