L'anestesia locale può creare gravi problemi di amnesia irreversibile?

Salve. Mio suocero è stato operato 6 giorni fa in anestesia locale per inserire uno Stent nel rene. Dopo l'operazione ha iniziato a dare segni di squilibrio. Due giorni dopo si strappava di dosso i tubi per il drenaggio e si è rifiutato di mettere il catetere rischiando un blocco. È stato classificato come un paziente difficile e gli sono stati somministrati tranquillanti. È arrivato a chiamare la moglie di notte per chiedere dove fosse perché non sa cosa ci faccia in ospedale. A distanza di 6 giorni ancora ogni tanto specialmente la sera, non ricorda di essere in ospedale né dell'operazione. Non ha ricordato dove si trovi casa sua rispetto all'ospedale. Distano 15 minuti in auto, vive nel quartiere da 50 anni e ha fatto l'infermiere in quello stesso ospedale per 40 anni. Perciò che non sappia come andare dall'ospedale a casa sua mi pare inverosimile. Insomma.. Sembra molto smemorato, troppo. I parenti si chiedono se tornerà come prima. Io mi chiedo se possa essere l'anestesia ad aver creato una situazione del genere, considerato che il soggetto aveva dei precedenti. Mi è successo che chiedesse la stessa cosa più di una volta nel giro di pochi minuti ed è classificato da sua moglie come un uomo moltagitato per carattere. Mi chiedo se è pericolosa l'anestesia locale perché dovrò farne uso anche io e io sono un soggetto ansioso. Se su soggetti che hanno problemi d'ansia l'anestesia locale può creare delle conseguenze di amnesia vorrei trovare il modo di non sottopormi ad essa.
Grazie mille per i chiarimenti.
Giovanna
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Dr. Guido Guasti Perfezionato in medicine non convenzionali, Anestesista, Algologo 890 59
Buongiorno
anestesia locale ed eventi da lei descritti in genere non hanno relazione.
Comunque il paziente è anziano? Che tipo di intervento ha subito? E' stato sedato durante la procedura?
Gli effetti dei sedativi, pur non essendo, apparentemente, causa del caso, potrebbero aver svelato una patologia che comunque si sarebbe svelata in modo del tutto casuale.
La saluto

Dr. GUIDO GUASTI

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dotti gentilissimo grazie x la risposta. il paziente è anziano ha 74 anni ed è ancora in ospedale. Ha contratto un infezione ora trattata con antibiotico. Ha subito intervento x rimozione calcolo renale, probabilmente non si riusciva a rimuoverlo a causa restringimento uretere. Da qui uno Stent. L'anestesia è stata locale. Il paziente ha avuto le reazioni da me descritte e quindi forse come lei pensa ci sono problemi neurologici di altro genere. I disturbi sono stati trattati con tavor e simili, e con punture di teanquillante. Il paziente ha avuto febbre alta causa infezione ma i sintomi stanno rientrando. Vorrebbero ora rimuovere lo Stent x ritentare la rimozione del calcolo. Ci sarebbero controindicazioni x la operazione? Grazie mille.
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Dr. Guido Guasti Perfezionato in medicine non convenzionali, Anestesista, Algologo 890 59
Verosimilmente la causa del disorientamento è stata o è la febbre e l'infezione.
Le vie urinarie sono subdole soprattutto se concomita un'ostruzione che riduce l'escrezione di sostanze tossiche.
In genere nell'anziano (anche se non così avanti con l'età) le benzodiazepine determinano effetto paradosso, con i sintomi da lei descritti.
Lasciamogli il tempo di eliminare i sedativi e poi si potrà valutare se coesistano problemi o meno del sistema nervoso.
La saluto
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore domani mattina vogliono ritentare la rimozione del calcolo e dello Stent. Hanno dichiarato che ora però la prostata è il maggior problema infatti è infiammatissima e dicono che non riesce ad urinarie infatti ha il catetere da quasi 3 settimane. Per la prostata non stanno facendo nulla. Ne dicono cosa sia possibile fare. Lui non può tornare a casa con un catetere perché tende a strapparselo via con uscita di sangue. La situazione sta un po' degenerando perché la prostata ora sembra la cosa peggiore ma operano il calcolo ma non dicono che provvedimenti si possono prendere con la prostata stessa. Sono molto confusa. Il mio compagno teme di perdere suo padre. È entrato per un calcolo e sono 3 settimane che è in ospedale. Non possiamo neanche farlo vedere da un neurologo finché non esce...
Cosa si può fare x la prostata?
Grazie ancora.
Giovanna
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Dr. Guido Guasti Perfezionato in medicine non convenzionali, Anestesista, Algologo 890 59
Allora, per il problema della prostata mi sembra di capire si una IPB ossia una ipertrofia benigna, in questo caso basterebbe un intervento di resezione prostatica endoscopica. in questo modo il flusso di urina riprende e da questo verrebbe liberato dal catetere con riduzione della possibilità di infezioni e/o blocchi urinari e/o ristagno di urine e formazione di nuovi calcoli.
Certo non capisco nemmeno io a cosa sia dovuta questa "melina" clinica a fronte di una problematica reale.
La saluto
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