Volare in aereo se affetti da cmi

Sono un maschio 38enne affetto da cardiomiopatia ipertrofica non ostruttiva, valutato con profilo di rischio basso (nessuna terapia farmacologica ne impianto con defibrillatore).
Per motivi di lavoro dovrei recarmi negli U.S.A. per una settimana e sono con la presente a chiderVi se ci sono controindicazioni relative al volo intercontinentale che dovrebbe portarmi in America. In particolare mi stavo domandando se la pressurizzazione della cabina, o qualunque altro aspetto correlato a volo (della durata prevista di 9 ore) possa costituire un aspetto potenzialmente pericoloso per la mia patologia. Ho viaggiato in aereo molte volte in Europa ma per non più di un paio di ore e non ho francamente mai avvertito particolari episodi di fibrillazioni atriale (quantomeno non più accentuati o diversi dai brevissimi - dell'ordine di una decina di secondi - che di tanto in tanto mi capita di provare sulla terra ferma...). Non essendo sottoposto ad alcuna terapia, mi domando se non sia il caso di dotarmi di qualche farmaco in grado di bloccare (nell'evenienza) un eventuale episodio di fibrillazione atriale che non dovesse regredire spontaneamente.
Infine, ho appreso da una ricerca in rete che negli U.S.A. esiste un'omologa americana del Gruppo di Studio della Cardiomiopatia Ipertrofica, la HCMA con board mangement ad Albany (NY) e sede a Denville (NJ). Io sarò per lavoro proprio fra lo stato di NY, quello di NJ ed il Canada; vi sono strutture di eccellenza alle quali dovrei rivolgermi in caso di episodi avversi legati alla CMI che potrebbero occorrermi? Pur non essendo superstizioso ne scaramantico, incrocio comunque le dita augurandomi che non accada nulla, ma nel caso sempre meglio essere preparati...

RingraziandoVi anticipatamente per la c.a. , fiducioso di un Vs. riscontro, porgo cordiali saluti.


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Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 107.2k 3.6k 3
Non ci sono controindicazioni particolari.
Un paziente affetto da cardiomiopatia ipertrofica dovrebbe essere posto sotto trattamento cronico con beta bloccanti pur se asintomatico.
Discorso diverso se lei avesse gia' presentato in passato episodi di fibrillazione atriale parossistica documentati, ovviamente.
Arrivederci

cecchini

Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso