Difficoltà relazionali con le donne

Buon giorno, scrivo per parlare delle difficoltà relazionali che da sempre ho con le donne.
In sintesi ho capito che funziona in questo modo: c’è una piccola percentuale di uomini che risulta interessante alle donne per ragioni fisiche/sociali/economiche, tutti gli altri devono faticare parecchio,insistere.Credo che il concetto di parità tra uomo e donna sia inesistente. Nella parità le donne sostanzialmente hanno guadagnato la possibilità di fare sesso con chi vogliono e l’indipendenza economica, ma alla base ci deve essere l’uomo che si propone e si da’ da fare. Vorrei semplicemente sentirmi desiderato,oggetto delle attenzioni di qualcuna. So di non essere l’unico, anzi, di far parte di quell'ampia fetta di uomini che deve sempre proporsi per riscuotere interesse. Per un periodo l’ho anche fatto e in effetti i risultati si vedevano. Mi prodigavo in complimenti con ogni donna (che in realtà non sentivo) e diventavo per loro divertente, grandi sorrisi. Ma non ero io. Non vorrei questo, vorrei che nascesse, almeno di tanto in tanto, un interesse spontaneo e reciproco. Da bambino ero bello, avevo molto attenzioni dalle mie coetanee, questo è durato fino alla prima adolescenza, poi tutto è svanito. Sarà questo che mi condiziona? Il fatto di essere stato abituato in giovanissima età ad attrarre senza dover fare chissà cosa?
Ho avuto alcune relazioni,in un certo senso accontentandomi di donne che non mi piacevano più di tanto e in periodi in cui mi sono allineato al sistema..corteggiando, dandomi da fare., altrimenti il copione resta lo stesso.Negli anni mi sono iscritto in diverse palestre, ma anche in quel caso le donne sembrano automi, se non ti dai da fare nemmeno salutano.E’ una vita ormai che le donne mi appaiono “passive”, non le vedo mai darsi da fare per me. Ho maturato l’idea che la donna (almeno in Italia) sia abituata ad essere osannata, a volte ne ho parlato con amiche e loro dicono che no, che le donne si impegnano e sono attive. Allora dove sta la verità? Sono un uomo fisicamente nella media, per cui non credo sia questo, ma possibile che in tutta la mia vita non abbia mai riscosso l’attenzione di una ragazza/donna carina?Vedo molti uomini nella mia situazione, però loro sembrano non patirne. Ci provano con tutte perché quello è il loro ruolo, a me scoccia questa modalità di relazione, eppure se non ti pieghi al “sistema” sei semplicemente fuori da tutto. Anni fa mi capitò di fare una vacanza con una mia ex e le sue amiche, in quei giorni mi resi conto dell’abisso che c’era tra le vacanze che facevo con i miei amici uomini e le loro. Ogni giornata era piena di incontri, quantità incredibili di ragazzi che cercavano di approcciarle, inviti a cena ecc. E per loro questa era la normalità, mentre per noi la normalità era bere qualche birra, andare nei locali e provare miseramente ad attaccare bottone. Non è un fattore di autostima, semplicemente non attraggo ed è frustrante. Come uscirne? Per mancanza di spazio non posso aggiungere altro
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, capisco , cercare di conoscere , interessare una donna, vista in questo modo diventa un lavoro, pesante e frustrante. La invito a cambiare .. strategia, non deve .. provarci con tutte.. scherziamo, non tutte poi le interessano vero ? La invito ad essere più selettivo.. Bisogna che una le sembri diversa, interessante per uno sguardo, una battuta, una risposta, tanto da farle pensare , a cosa può esserci dietro, per cui le verrebbe molto più facile fare un sorriso, guardarla con interesse un momento di più, parlarle.. dietro a ciascuno di noi c'è un mondo, mio caro, dietro a Lei , ma anche dietro alla ragazza carina , che ti sembra uguale alle altre, ma non è vero..Questo hanno gli uomini di successo, uno sguardo che cerca di capire, che intuisce qualcosa, per questo dicono la cosa giusta al momento giusto.. provi anche Lei ad essere acuto , intelligente, come certamente è nel suo lavoro e a guardarle le donne che le potrebbero piacere, per stabilire un contatto, non è poi vero che tutte le donne se la tirano, molte , moltissime, si fanno coraggio, cercano anche loro, come gli uomini, di afferrare un lembo di felicità, ci sperano e a volte ce la fanno.. Quindi coraggio, proviamo.. Le faccio molti auguri, ci riscriva se vuole, restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Gentile dott.ssa Muscarà, la ringrazio per la rapida risposta. Devo dirle onestamente però, che la trovo poco centrata rispetto a quanto ho scritto. Non so se mi sia espresso male o se questo non sia lo spazio giusto per affrontare temi più complessi, ma mi aspettavo una diversa analisi.
E' proprio il mio essere selettivo che mi ha portato a dove sono ora, non penso di poterlo essere ulteriormente.
So bene che dietro ciascuno di noi c'è un mondo, infatti è la mancanza di attenzioni verso quello che è il mio a risultare così frustrante.
Lei parla di strategia, ma a me pesa dover mettere in pratica "strategie" per la conquista. Mi chiedevo semplicemente perché nell'arco della mia vita sia sempre risultato poco interessante per l'altro sesso, da cosa poteva dipendere, ben sapendo che questo è un problema molto diffuso tra gli uomini. Ho amici 40enni vergini.
Ponevo inoltre domande precise a cui avrei gradito una risposta psicologica, ad esempio se la mia aspettativa frustrata ha origine nella mia infanzia o meno.
In ogni caso la ringrazio per l'attenzione.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile utente,
provo ad aggiungere qualche riflessione a quelle della Dottoressa Muscarà.

Le allego inoltre una mia lettura sulla verginità maschile, condizione sociale in costante aumento ai nostri giorni.

Credo che la lettura possa essere duplice:

1 - da un lato la sua storia di vita, emozionale, psichica, e senza dubbio le terre della sua infanzia,

2 -dall’altro la modalità di Relazione tra uomo e donna che si è totalmente stravolta adattandosi alla nostra società liquida.

https://www.valeriarandone.it/sessuologia/verginita-maschile-incels/

Bisognerebbe comprendere come è stato amato e se è stato amato.

Se ha ricevuto in dote quell’imprinting affettivo che serve poi per poter amare a nostra volta.

Bisognerebbe analizzare ulteriormente la sua psiche, i suoi meccanismi di difesa, la sua struttura di personalità, ed anche le sue Scelte femminili.

Queste ultime potrebbero anche essere “scelte collusive”, come se lei inconsciamente scegliesse delle donne attraenti, ma non predisposte ad una relazione affettiva.

Quindi le sue scelte inconsce boicottano la possibilità di avere una relazione affettiva.

Ovviamente siamo on-line e trattasi di ipotesi diagnostiche che sono da verificare con il clinico che avrà il piacere di occuparti di lei.

Se le fa piacere sul mio sito personale, blog canale YouTube, potrà trovare tantissimo materiale da poter consultare

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Gentile dott.ssa Randone, la ringrazio per il suo intervento, molto utile. Ho letto anche l’articolo che ha riportato ed è interessante, visiterò ulteriormente il suo sito.
Credo che lei abbia compreso ciò che ho cercato di esprimere. Spesso sento parlare della difficoltà di essere donna, ma nessuno parla della difficoltà di essere uomo. Anche se si è fisicamente “normali”, si è condannati ad una vita di “invisibilità”, a meno che non ci si dia da fare e non ci si “sappia fare”, o che non si appartenga alle categorie cui avevo fatto cenno. Il fatto che questo aspetto sia condiviso da molti uomini, mi fa riflettere. Della cerchia di conoscenti che ho, alcuni non hanno mai avuto relazioni, altri una sola e anni di astinenza (a meno che non si siano rivolti a delle prostitute, questo non lo so). Io sono stato più “fortunato”, anche se quello che ho vissuto non mi è stato mai regalato, ma ottenuto con sacrificio e disponibilità. Quando ero più giovane vivevo questa realtà dando la colpa alla mancanza di posizione sociale e disponibilità economica, ora che ho raggiunto queste tappe nulla è cambiato, se non che ora le ragazze di 25 anni mi danno del “lei”, mettendo una distanza che ulteriormente aggrava il mio disagio. Per quanto riguarda il concetto di parità, sento ripetere che è l’uomo ad opporvisi per non voler rinunciare ai propri privilegi. Ma quali privilegi? Se l’uomo deve darsi da fare, invitare, corteggiare e poi in caso di separazione o divorzio, perdere casa e figli in quanto ritenuto genitore di serie B rispetto alla madre, di quali privilegi parliamo? Quale uomo non vorrebbe una parità totale al punto in cui siamo arrivati? Non so cosa darei per essere approcciato in un bar, in un locale, alla fermata del bus, come accade alle donne.
Sentirmi oggetto di attenzioni, senza che debba mettere in scena chissà quale teatrino. Invece si ha la percezione che l’uomo debba fare chissà cosa e adottare strategie, perché?
Casa – lavoro, palestra, corsi..ma tanto sai già che se non ti impegnerai, nulla accadrà. Perché il valore di una donna è intrinseco, quello dell’uomo no. Credevo che, diciamo così, un uomo “normale” potesse avere quasi le stesse possibilità di una donna “normale”, ma negli anni mi sono accorto che non è così, quelle maschili sono molto, molto inferiori.
Forse l’aspetto che nel tempo più mi ha confuso e amareggiato, è la passività che ho visto in molte donne conosciute. Come se non fossero minimamente abituate a darsi da fare. Pochissimi slanci, iniziativa (anche solo nel mandare messaggi) quasi inesistente, brevi distanze chilometriche che diventano abissali.
Il risultato è ritrovarmi alla mia veneranda età ancora abbastanza disorientato, con dubbi su come appaio, sul mio essere appetibile o meno, sulla propensione all’essere parte attiva delle donne.
Come donna credo che negli anni abbia ricevuto moltissime attenzioni maschili, provi a pensare di svegliarsi in un mondo in cui questo non accade praticamente mai. Questa è la normale realtà di molti uomini.
Infine vorrei porle solo due domande:
crede che una donna quando interessata si dia da fare o che l’abitudine ad essere “meta ambita” faccia in modo che anche in quel caso, aspetti che l’uomo faccia tutto?
Quanto concorda con la visione della realtà che ho espresso?
La ringrazio ancora per gli spunti che mi ha fornito, mi auguro di non essermi dilungato eccessivamente.
Cordiali saluti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Lieta di essere stata utile

“Infine vorrei porle solo due domande:
crede che una donna quando interessata si dia da fare o che l’abitudine ad essere “meta ambita” faccia in modo che anche in quel caso, aspetti che l’uomo faccia tutto?”

Non credo sia possibile generalizzare.

Ogni uomo ed ogni donna sono delle persone/personalità uniche, frutto di esperienze del passato, del presente, dei loro genitori, dei loro abbandoni e paure, amori e passioni.

Così aspettative e paure si intrecciano creando quell’unica perdona con il suo unico comportamento amoroso.



“Quanto concorda con la visione della realtà che ho espresso?”

Molto.

Ma a parte l’essere o meno d’accodo, leggo nelle sue parole tanta sofferenza che merita un ascolto de visu, per far sì che si trasformi in risorsa ed anche lei possa amare ed essere amato.

Spero di avere risposto alle sue domande
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Utente
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Gentile dott.ssa Randone, grazie mille per l'ulteriore intervento.
Il fatto che lei, donna e medico riconosca la mia visione non mi consola, in quanto conferma che è questa la realtà o una delle realtà, ma sicuramente mi dà modo di sentirmi meno disorientato e confuso, in quanto riconosce ciò che vedono i miei occhi.
Mi auguro di poterle scrivere nuovamente in futuro.

Cordiali saluti,