Dolori retrosternali e sensibilità alla quota

Qualche tempo addietro mi sono rivolto a voi per dei persistenti dolori retrosternali. A seguito di numerose indagini cardiache, tra cui numerosi test da sforzo, ecostress, scintigrafia, una Tac coronarica e una ecografia endoesofagea, sono stati ragionevolmente esclusi problemi cardiaci, a parte un lieve prolasso mitralico, attribuendo la causa dei dolori a una esofagite cronica e a un'ernia iatale. Ora, nonostante le cure vadano avanti da quasi cinque anni (assumo Antra da 20 mg ogni mattina, poi Levopraid e Gliptide giornalmente) le crisi di dolore lunghe e persistenti (durano anche un giorno intero) si ripresentano puntualmente, con la stessa casualità apparente e la non dipendenza da fatica, stress e cause psicologiche evidenti. A questo proposito sono in terapia da uno psicologo da oltre due anni ma nemmeno questo sortisce risultati tangibili. Ultimamente mi sono accorto di una correlazione tra il dolore retrosternale opprimente, con estensioni alle braccia, alla schiena e alla gola, e la quota. Nel senso che a ogni permanenza in montagna ad altezze dai 1300 metri in su mi sento malissimo, con il solito dolore associato a sensazione di estrema debolezza e un malessere generale che mi fa sentire in pericolo di vita; i sintomi si riducono e spariscono gradualmente con il ritorno in pianura. Ciò che mi domando è: ma che relazione c'è tra i problemi gastrici e l'altitudine? Non c'è la possibilità che io abbia qualche "rara" sindrome che interessa il cuore e provoca tutto ciò? Ho l'impressione di essere entrato in un vicolo cieco e che la mia "condanna" sia inevitabile. Grazie.
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Dr. Ernesto Pascale Cardiologo, Medico internista, Anestesista 10
Gentile Lettore, prima di rispondere alla sua "accorata" richiesta, mi sono preso la briga di andarmi a rileggere tutte le sue precedenti richieste di consulto. Da tutto ciò evinco che, ad eccezione della patologia da reflusso, lei non si stia rendendo conto di avere una grave patologia da somatizzazione psichica a causa di squilibri psicologici di cui lei stesso non si rende conto. Si é vero che pratica Psicoterapia ma mi chiedo se non sia più utile in questo caso consultare uno psichiatra e praticare una adeguata terapia specifica nell'attesa che una psicoterapia (magari cambiando psicologo!!!) possa dare i suoi frutti. Questo é quello che penso sinceramente del suo caso.
Cordiali saluti
Ernesto Pascale