Un medico chirurgo, il quale mi ha proposto un intervento chiamato longo, spiegandomi

Egregi signori, sono affetto da emorroidi da quasi una decina d’anni. Premetto che le emorroidi escono esternamente solo in due casi: dopo lavori fisici “pesanti” o lavori che richiedono di essere eseguiti piegando le ginocchia (ad esempio pulire le erbacce dell’orto), oppure andando di corpo.
In questo secondo caso ho trovato un espediente che mi permette di alleviare parzialmente il problema, introducendo dell’acqua (ad esempio con la doccia) e aiutandomi con essa. Una sorta di clistere.
Anni fa mi sono fatto visitare da un medico che non mi ha dato troppa soddisfazione (premetto che allora non usavo quella sorta di “accrocchio” per evitare che le emorroidi uscissero), mi ha semplicemente detto di curare l’alimentazione, andare di corpo cercando di spingere il meno possibile, e evitare di stare seduto sul water per troppo tempo. E alla domanda se è possibile fare qualcosa, mi ha candidamente risposto che si può operare, ma è inutile perché si riformerebbero.
Devo vivere rassegnato cercando solo bagni che abbiano una doccia vicina o c’è qualche altra speranza.
Saluto cordialmente e ringrazio per i vostri consigli.
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Nel frattempo mi sono fatto visitare da un medico chirurgo, il quale mi ha proposto un intervento chiamato Longo, spiegandomi di cosa si tratta. Ho fatto alcune ricerche su internet e ho trovato pareri discordi in merito a questa tecnica. Chiedo cortesemente la vostra opinione.
Di nuovo cordiali saluti.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 360 4
Caro utente, da come descrive il suo caso,penso che lei sia affetto da un prolasso emorroidario di III grado,solo chirurgicamente potrà risolvere il suo problema.Il cedimento della parete rettale ha determinato lo scivolamento verso il basso dei cuscinetti emorroidari che facilmente fuoriescono dal canale anale.L'intervento di Longo, dal nome del suo ideatore,che le è stato proposto dal suo chirurgo,rimuove l'anello di mucosa che ha ceduto al di sopra del tessuto emorroidario riposizionandolo in sede.Tale intervento rappresenta oggi una risposta razionale alla patologia emorroidaria.Studi ormai non più tanto recenti hanno dimostrato che il tessuto emorroidario asportato con altre tecniche operatorie non era responsabile del prolasso e non presentava alterazioni,ma era secondario al cedimento della mucosa anorettale.Tale mucosa rettale,con l'aiuto di una stapler circolare,viene rimossa e si assiste alla risalita del tessuto emorroidario.In merito a tale soluzione esistono ,come lei dice, dei pareri discordanti che posso in parte accettare per il trattamento del prolasso di II grado dove esiste indicazione alla legatura elastica,o al prolasso di IV grado dove , in associazione a l'intervento di Longo in alcuni casi è necessario, per una fibrosi dell'anoderma,mobilizzare il tessuto emorroidario con piccole incisioni, per facilitarne la risalita.In nessun caso ritengo assolutamente necessario ,per la cura della malattia emorroidaria, eseguire l'asportazione dell'anoderma con i cuscinetti adiposi e vasi emorroidari creando delle lesioni nella zona perianale che richiedono circa trenta giorni per giungere a guarigione con il rischio di stenosi anali e incontinenza.Questo è il mio modesto parere.Ho più volte letto su questo sito che la soluzione del prolasso emorroidario è affidata all'esperienza che il coloproctologo ha con una tecnica ,nulla di più errato esiste in questa affermazione.La soluzione del prolasso emorroidario consiste nella correzione del prolasso la cui patogenesi è nel cediemento della parete ed è la parete che ha ceduto che deve essere asportata,ed attualmente esiste un solo intervento che risponde a tale evento patogenetico ed è La prolassectomia ed emorroidopessi Sec. Longo.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentilissimo Signore,
la presenza di una patologia emorroidaria, come da lei descritta, è sicuramente suscettibile solo di una correzione chirurgica.
A riguardo della tecnica da adottare, tutte le metodiche non sono malauguratamente scevre di complicanze e spesso noi medici,tralasciamo di evidenziare ciò in modo inconsapevole, sicuri che la tecnica da noi adottata risulti essere la migliore.
La tecnica dell'amico e conterraneo Longo è sicuramente,sia dal punto di vista estetico che per l'assenza di dolore post operatorio,una ottima tecnica chirurgica.L'applicazione di una suturatrice meccanica che seziona ed asporta una porzione di tessuto anale ed permette la risalita (pessia)del tessuto FISIOLOGICO emorroidario in sede, è sicuramente e scusi la ridondanza del termine Fisiologicamente corretta.Però come i possessori di una utilitaria che montano su una sportiva, ci si dimentica che tute e due hanno 4 ruote e fondamentalmente servono per spostarsi da un luogo ad un altro.Chiariamoci le idee,prima di Longo il trattamento chirurgico del prolasso emorroidario era legato all'asportazione dei 3 cuscinetti emorroidari,utilizzando tecniche aperte ovvero la Milligan-Morgancon guarigione per seconda intenzione ovvero permettendo il rimarginarsi delle ferite lentamente oppure utilizzando la tecnica chiusa di Ferguson con sintesi in continua o punti staccati delle sedi di asportazione chirurgica. Tale tecniche ancora oggi largamente utilizzate, possono presentare complicanze quali:la stenosi anale,ascessi,emorragie post operatorie,recidive nel caso di prolassi emorroidari a 360° anche se rare.La tecnica di Longo è contornata da complicanze quali.
Fistole tra organi come ad esempio: fistole retto-vaginali (donna),emorrafie anche perioperatorie, ascessi,incontinenza,recidiva in questo caso quando il confezionamento della borsa di tabacco è eseguita su un piano sbagliato! pertanto sulla bilancia della verità sia dall'una che dall'altra parte esistono degli inconvenienti! pertanto solo dopo una correta informazione del paziente e una atenta valutazione del quadro clinico l'operatore sanitario di concerto con il paziente scelgono o per meglio dire "condividono" l'utilizzo di una o altra metodica.
Sperando di essere stato chiaro e scusandomi per la prolassità del testo, ma la chiarezza me lo imponeva, formulo i più cordiali saluti.
P.S.: Dimenticavo lei deve comunque essere operato!

Dr. Giovanni Piazza
Chirurgo Oncologo
www.Gruppopalermomedica.blogspot.com
www.drgiovannipiazza.blogspot.com

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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 661 233
Se le emorroidi sono sintomatiche, ovvero le provocano disturbi quali sanguinamento o dolore, )cosa che non succede in tutti i portatori di emorroidi) e le terapie non chirurgiche non sono sufficienti (pomate, modifiche della dieta, dell' alvo), la soluzione del problema puo' essere chirurgica.
La tecnica di Longo, se correttamente eseguita e quando indicata (come qualsiasi tecnica chirurgica) permette di ottenere ottimi risultati con un disagio minimo. Auguri!

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

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Dr. Attilio Nicastro Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 461 5
Caro Utente,
non vi è dubbio sulla necessità di un intervento chirurgico se le emorroidi sono sintomatiche e pregiudicano la qualità della vita. Prima di tutto si rivolga ad uno specialista che eseguirà una viedoproctoscopia digitale per stabilire l'esatta gravità della sua patologia. Se il Medico soddisfa le sue richieste si afiidi tranquillamente alle sue cure, ricordando che non esistono tecniche chirurgiche che non hanno complicanze.
Auguri
Dott. Attilio Nicastro

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