Recidiva di tvp in sindrome dello stretto toracico

Gentili dottori,
descrivo brevemente la mia storia clinica.
- Agosto 2011: primo episodio di TVP alla succlavia destra, dopo accertamenti mi si diagnostica una sindrome dello stretto toracico bilaterale.
- Dicembre 2011: intervento di scalenotomia
- Giugno 2012: fine della terapia con coumadin.

Dopo l'intervento la situazione è andata via via migliorando ed all'ultimo eco-doppler (settembre 2012) la succlavia era completamente pervia.
Circa una decina di giorni fa il braccio dx torna a gonfiarsi e ad arrossarsi. Vado in pronto soccorso e mi rilevano una nuova trombosi alla vena succlavia, più contenuta rispetto a quella pregressa ma comunque ben visibile.

Ricomincio oggi la terapia con coumadin. Tra 3 mesi effettuerò un angio RMN di controllo.
Quello che vi chiedo è questo: dato che in questo momento la trombosi è ancora presente, è meglio aspettare prima di riprendere con la fisioterapia mirata oppure è consigliabile iniziare immediatamente?

Vi ringrazio per il vostro prezioso aiuto
Cordialmente
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
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Dr. Nicola Palumbo Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 14
Gentile utente,
la sindrome da ostacolato scarico venoso dell'arto superiore da cui Lei è affetto, può avere diverse cause, la maggior parte delle quali sono di origine compressiva. Tale compressione può essere intermittente, cioè legata al movimento in iperabduzione della spalla (cioè portando forzatamente il braccio indietro), oppure conclamata, quando si viene a determinare una trombosi nell'interno della vena succlavia, a seguito di continui traumatismi. Le strutture che possono causare questa compressione sono diverse, sia di tipo muscolo-tendineo, che ossee, In particolare, l'evento trombotico avviene per "schiacciamento" della vena succlavia tra la clavicola, in alto e la prima costa, in basso. A volte, l'asportazione del muscolo scaleno anteriore può portare alla risoluzione della compressione (ma non della trombosi, che si può risolvere fisiologicamente nel tempo, lasciando però un danno valvolare). Tuttavia, bisognerà valutare, con esame Angio Tc o flebografia "dinamica", se persiste la compressione, e in tal caso potrebbe essere necessario un intervento di resezione della prima costa. Per quanto riguarda la fisioterapia, fino a quando non si sarà accertata l'assenza di una compressione recidiva, gliela sconsiglio. Utile, direi necessario, continuare la terapia anticoagulante orale.
Cordialità.

Nicola Palumbo