Ragade e congestione plesso emorroidario

Gentili Dottori, formulo questa richiesta nella speranza di un cortese parere.
Prima una breve premessa:soffro di colon irritabile da circa 15 anni, in particolare gonfiore postprandiale, meteorismo, disturbi nella evacuazione, tant'è che sono solito evacuare due volte al giorno ormai da tempo.
A novembre 2016 , a seguito di un episodio di dissenteria, inizio ad avvertire un bisogno impellente di evacuare pur dopo essere regolarmente andato di corpo. Il mio gastroenterologo di fiducia , visitandomi, riscontra una piccola ragade ed ipertono sfinteriale e mi prescrive l'impiego di antrolin per 20 gg. Il disturbo non passa, benché non vi sia sanguinamento o dolore al transito delle feci. Mi reco da un proctologo il quale dopo dolorosa visita con rettoscopio pediatrico conferma la presenza di ragade e
di ipertono . La terapia sarebbe chirurgica secondo il dottore ma prima consiglia uso di cicatridina supposte, levorag dopo evacuazione e fibre due volte al giorno prima dei pasti. Al controllo dopo 20 gg, ragade in via di cicatrizzazione e ipertono in diminuzione. Purtroppo a distanza di 10 gg dal controllo, avverto forte dolore anale interno e nuovamente tenesmo. Temo riapertura della ragade e mi sottopongo ad un consulto con altro specialista proctologo. Questi riscontra ragade cicatrizzata ma una congestione del plesso emorroidario e papille anali ipertrofiche. La cura è asacol supposte, sirdalud, dilatan misura piccola 5 min al giorno, fibre psillogel 2 volte al giorno.
I dolori anali non si attenuano di molto sicchè la cura viene variata dopo 18 gg: cicatridina supposte 3 volte al gg invece di
asacol. Evitare attività fisica.Al controllo di maggio 2017, viene riscontrata ancora la congestione del plesso e lieve ipertono. La cura è supposte di avenoc, fleben flaconcini, dilatan per altri 10 gg, trascorsi i quali, non attenuandosi di molto la contrazione dovuta, credo, all'ipertono, mi viene nuovamente prescritto l'impiego di cicatridina supposte per 2 volte al giorno e sirdalud. Al controllo di giugno 2017 il responso è presenza di ipertono dovuto a contrazione paradossa in esito a ragade anale trattata con terapia medica. La cura prevede la sospensione del dilatan e delle supposte e l'uso di sirdalud per altri 10 gg nonché le fibre.
Ad oggi, dopo episodio di evacuazione più abbondante del solito, avverto ancora bruciore e prurito post evacuazione e contrazione del gluteo sinistro che si placano dopo diverse ore. Talvolta tenesmo. Non ho dolori durante l'evacuazione.
Mi è stato consigliato di fare delle sedute di biofeedback.
A dire il vero, dopo tutti questi controlli e responsi, sono molto confuso e sfiduciato circa una guarigione totale.
Mi occorrerebbe un gentile chiarimento: è possibile che la ragade sia ancora aperta? I fastidi che ancora avverto derivano dall'ipertono sfinteriale ancora presente? Come si guarisce dall ' ipertono?
Chiedo venia per essermi dilungato.
Grazie
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 359 4
Si! è possibile, ma solo con una visita si potrà confermarlo.
Una manometria anorettale potrà essere utile a chiarire alcuni aspetti della sua sintomatologia (contrazione paradossa, tenesmo, ipertono)
Cordiali saluti.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori, desidero aggiornare la mia condizione dopo circa due anni dal precedente consulto in quanto la mia situazione è mutata in peggio. Il persistere del tenesmo rettale, il dolore anale post evacuazione,la comparsa di uno strano dolore al gluteo sinistro nonché di un piccolo nodulo emorroidario prossimo all'orifizio mi portavano a richiedere con urgenza a settembre 2017 un consulto presso una struttura ospedaliera specializzata in proctologia in esito al quale mi veniva indicata la necessità di sottopormi a sfinterotomia laterale sinistra per presenza di ipertono e di ragade anale. Rassegnato ma persuaso di aver trovato finalmente una soluzione dopo mesi di fallimenti terapeutici, accettai di operarmi confidando nel chirurgo (ottobre 2017). Dopo l'intervento di sfinterotomia laterale sx, la mia situazione è addirittura peggiorata. Alla relativa attenuazione del dolore post evacuazione, ha fatto seguito la conparsa di un forte dolore anale di tipo gravativo che si manifesta allorché mi siedo e resto in posizione assisa per un po' di tempo. Ma il dolore non è l'unico dei sintomi. La sua insorgenza è preceduta e preannunciata dal solito stimolo evacuatorio falso, dalla insopportabile sensazione di dover espellere qualcosa che sembra spingere per farsi strada. Sia lo stimolo evacuatorio, che il dolore si localizzano tuttora, secondo la mia percezione, in zona laterale posteriore sinistra. Malgrado l'esito asseritamente positivo dei controlli post operatori, l'aumentare dei dolori e la scadente qualità di vita mi portavano già a due mesi dal primo intervento a cercare un parere da altro chirurgo che,senza l'ausilio di alcun esame strumentale,recava alla conclusione di una mancata guarigione della ragade per via di una sfinterotomia non sufficientemente ampia. Tentata una cura di 2 mesi con nota pomata nitroglicerina , il fallimento della terapia induceva il secondo chirurgo a propormi di ampliare la sfinterotomia per risolvere in radice il problema del dolore post evacuatorio ed a marzo 2018 mi sottoposi nuovamente alla seconda sfinterotomia questa volta però presso struttura privata.
Anche il secondo intervento tuttavia si rivelava fallimentare, il forte dolore in posizione da seduto si ripresentava sistematicamente , al pari della fastidiosa e continua sensazione di avere un ingombro da espellere, un peso anale.
Mi decisi quindi ad eseguire, una dopo l'altra, privatamente, ecografia transanale, defecografia rx, rettoscopia, risonanza magnetica delle pelvi e relativi consulti dai quali emergeva l'assenza di ragadi, un prolasso mucoso e spiegazioni poco convinte della mia sintomatologia da parte degli specialisti di turno.
Ho effettuato anche una manometria in associazione ad una seconda ecografia transanale dalle quali emergevano un prolasso mucoso (primo grado?) esiti fibrotici in conseguenza di pregressi interventi chirurgici, contrazione paradossa del muscolo pubo rettale, dissinergia del pavimento pelvico, lieve ipotono. Mi veniva raccomandata la riabilitazione pelvica (biofeedback anale, elettrostimolazione) ma nessuna spiegazione precisa del mio dolore anale trovava posto nelle varie diagnosi
Ed intanto proprio quel dolore anale e quello stimolo evacuatorio mi trascinavano a cercare altri pareri medici: dal mese di ottobre 2018 ad oggi ne ho raccolti altri 3, tutti discordanti tra loro. Il primo, posto da un noto proctologo che, senza troppe spiegazioni, diagnosticava dopo mera esplorazione digitale ostruita defecazione per via di un discreto prolasso rettale interno da operare con la tecnica STARR. Spaventato da questa inedita diagnosi, decisi di ripetere a novembre 2018 la defecografia rx e da questa emergeva soltanto un accenno di prolasso mucoso, il che mi induceva a mettere da parte la prospettiva di un intervento STARR. Seguivano, a stretto giro, altri due consulti medici, uno presso l'ospedale della mia città, dal quale non emergeca la presenza di alcun prolasso mucoso (!) o di alcuna ragade ma una contrazione del muscolo puborettale da curare con riabilitazione (biofeedback ed elettrostimolazione) alla quale, pertanto, mi sottoponevo ma infruttuosamente per 4 mesi. Il secondo consulto, reso di recente presso un policlinico universitario del sud, ha evidenziato nuovamente la presenza di un prolasso mucoso, probabilmente sottostimato dalle due defecografie rx per probabile inadeguatezza del mezzo di contrasto, e la necessità di effettuare delle legature elastiche per tentare di risolvere la sintomatologia oppure di attenuarla.
Ne ho già eseguite due ma ad oggi i risultati sono modesti. La mie domande sono le seguenti: il prolasso mucoso può davvero rappresentare l'origine della notevole sintomatologia dolorosa che si manifesta dopo aver evacuato ed aver assunto la posizione seduta? La ragade per cui sono stato operato ben due volte poteva essere secondaria al prolasso mucoso, cosa che spiegherebbe il totale insuccesso delle sfinterotomie e la sensazione di sfregamento delle feci che ancora oggi si manifesta quando mi capita di evacuare feci più dure? Perché per lenire il dolore anale traggo giovamento solo stando disteso a letto per lungo tempo? Le legature elastiche possono risolvere il mio problema e scongiurare un terzo intervento? Quale sarebbe tuttavia l'intervento più indicato per il prolasso mucoso? Chiedo venia per la mia prolissità ma sono davvero disperato.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 359 4
A distanza si possono fare solo ipotesi, lei ha atteso un anno per eseguire quello che le avevo consigliato( manometria);la contrazione paradossa del pubo rettale emersa da questo esame può in parte spiegare alcuni suoi disturbi.
Dovrei visitarla, visionare le Rx defecografie e gli altri esami eseguiti per poterle confermare o contraddire quello che le è stato detto e prescritto e per poterle dare delle risposte concrete su che cosa c'è da fare e su come farlo.
Online non è opportuno "avventurarsi" in ipotesi
che potrebbero essere senza alcun fondamento.
Cordiali saluti.
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Utente
Utente
Grazie per la cortese risposta. Purtroppo i medici che mi hanno visitato non hanno mai preso in considerazione la manometria o altre indagini strumentali prima di eseguire gli interventi e malgrado ne avessi fatto richiesta. Solo dopo il fallimento delle operazioni ho deciso di gravarmi del costo di questi approfondimenti diagnostici che tuttavia non sono stati presi in grande considerazione da chi poi li ha esaminati.
Temo che nelle diagnosi sia stato sottovalutato il ruolo del prolasso mucoso ed il nesso eziologico con la comparsa della ragade anale per cui sono stato operato per ben due volte e senza soluzione effettiva dei miei sintomi.
So che sarebbe necessaria una ulteriore visita diretta per elaborare una diagnosi precisa e che non posso esigere da chi legge delle risposte immediate. Le mie domande erano sorrette da un interesse non solo personale al mio caso (che esigerebbe una visita) ma più generale ed astratto, non avendo ormai più punti fermi in questa intricata vicenda ove si sono improficuamente stratificate le problematiche e pure le soluzioni chirurgiche e non.
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Utente
Utente
Gentili Dottori, dopo aver letto l'ultimo consulto, ho effettuato una nuova visita proctologica nel corso della quale mi è stato consigliato di ripetere ecografia transanale ed rx defecografia, esami che ho prontamente eseguito presso un noto policlinico universitario del Sud. Riporto di seguito i due referti:
ECOGRAFIA transanale - in esiti di due interventi di sfinterotomia in paziente con dolore anale cronico e tenesmo si reperta
- minore lunghezza complessiva del canale anale (38mm circa);
- sfintere anale esterno irregolare e di spessore diminuito;
- ovalizzazione sfintere anale interno nei piani di scansione più superficiali, regolare nei piani più profondi;
- fionda puborettale con asse laterodeviato verso destra, la porzione destra della muscolatura appare lievemente ipertrofica rispetto alla porzione controlaterale;
- in un piano di scansione profondo, cranialmente alla fionda puborettale, sa ore 1 a ore 4, si rileva ipercongenicità dei tessuti extrasfinteriali come da esiti;
- multipli prolassi rettali mucosi;
- modesto prolasso mucoemorroidario.
RX DEFECOGRAFIA
A riposo: ampolla rettale a regolare morfologia con GAR a 3 cm sopra il piano di riferimento (tuberosità ischiatiche);
In contrazione: GAR a 5 cm sopra il piano di riferimento;
In ponzamento: GAR a 1 cm sopra il piano di riferimento;
In evacuazione: GAR sul piano di riferimento, canale anale di oltre 1,5 cm di calibro;
Conclusioni : Evacuazione pressoché completa, multipli prolassi mucosi anche intra-anali.
Purtroppo, a causa del periodo di ferie, non ho modo di essere visitato a breve e di chiedere al mio proctologo il significato di questi referti che, per quanto riesco a cogliere, univocamente convergono nel senso, tra l'altro, della presenza di prolassi mucosi che impegnano il canale anale dopo la evacuazione e che nemmeno due recenti legature elastiche hanno eliminato. Chiedo a Voi gentili Dottori la cortesia di una interpretazione di questi referti, ed inoltre vorrei sapere, oltre i rimedi ambulatoriali già vanamente tentati, quali sono i trattamenti chirurgici del prolasso mucoso e se sono risolutivi. Il professore radiologo che ha esteso questi referti ha sconsigliato interventi su questo tipo di prolasso e, per lenire la insopportabile sensazione di ingombro anale ed il dolore post evacuazione, mi ha consigliato di non pulire il mio ano con la carta igienica privilegiando solo il bidet e (perdonate la brutalità del - suo - linguaggio) di infilare un dito lubrificato nell'ano dopo aver evacuato! Spero davvero che esistano rimedi (anche chirurgici) più adeguati e meno spiccioli ed empirici per risolvere questa problematica logorante e dolorosa (che solo mettendomi disteso a letto si placa per un po')
Ringrazio di cuore chiunque, tra i cortesi Dottori, vorrà esprimere il proprio prezioso parere.