Immunodepressione post chemio-immuno terapia

Sono un ragazzo di 34 anni.

Cercherò di essere breve poichè la mia domanda tecnicamente è una e diretta ma credo sia necessaria una premessa:
Ho iniziato a dicembre il percorso di chemio-immunoterapia a seguito di una diagnosi di linfoma non hodgkin a grandi cellule b di origine follicolare al primo stadio (inguinale).

Ho terminato i 6 cicli di schema R-Chop il 24 marzo e ora dovrò finire altri 2 cicli di rituximab sottocutanea che mi da zero problemi (le chemio le ho tollerate dignitosamente senza particolari problemi, a parte i classici sintomi come mucosite orale, stitichezza e perdita di capelli e peli ecc.
) e dovrò farne altre 12 spalmate in 2 anni come mantenimento.

Solo dopo il primo ciclo di chemio ho avuto un drastico calo dei neutrofili (0, 70 migl/mmc), dopodichè dopo tutti gli altri cicli non ho mai avuto più bisogno di iniezioni di nivestim poichè i globuli bianchi erano sempre nel range ottimale o quantomeno minimo.

Ieri ho effettuato l'ultimo controllo dopo 12 giorni dall'ultima chemio e i valori sono ancora piuttosto buoni: totali globuli bianchi 3, 71 migl/mmc (leggermente sotto il valore minimo) ma con valori assoluti di neutrofili a 1, 94 migl/mml e linfociti a 1, 29 (poco sotto).

Il mio ematologo ha detto che sono valori del tutto accettabili e non ha ritenuto opportuno farmi fare nivestim.

Tenga conto che, molto probabilmente avendo terminato le chemio, non dovrò più assumere cortisone che assumevo solo i quattro giorni dopo la chemio (100 mg al giorno), almeno credo.

Arrivo al dubbio che mi assale da giorni a seguito della situazione coronavirus:
Tenendo conto del fatto che i soggetti a rischio sono anziani e persone ritenute fragili a seguito di malattie pregresse, compresi immunodepressi e malati oncologici, io che ho terminato le chemioterapie e che a quanto pare, incrociando le dita, sembra stia superando tutto alla grande, devo ritenermi un soggetto a rischio?

La domanda è: lo stato di immunodepressione è a prescindere uno stato nel quale si trova un qualsiasi paziente che ha fatto delle chemioterapie o che sta facendo anche solo un mantenimento con terapia immunologica, oppure l'immunodepresso è tale solo quando ha effettivamente dei valori di globuli bianchi volgarmente definiti sotto il range?
Cioè, l'immunodepressione è uno stato permanente a lungo termine entro il quale bisogna sempre costantemente avere particolari attenzioni, oppure è uno stato che può "andare e venire" a seconda della risposta di una singola terapia o un particolare periodo della propria vita a prescindere da farmaci o situazioni terze?

In parole povere: la conta dei globuli bianchi definisce un paziente immunodepresso?


Spero in una risposta.
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Dr.ssa Maria Grazia Bisconte Ematologo 248 28
Gentile utente, le tue domande sono legittime, ma il tuo ematologo, nei colloqui pre e durante la chemioterapia sicuramente ti ha detto le cose che chiedi, ma mi rendo conto che non tutto si può recepire compiutamente in un ambulatorio medico.
Andiamo con ordine:Sei in terapia con rituximab. Questo farmaco ha lo scopo di tenere sotto controllo i tuoi linfociti B " malati", ma per farlo reagisce "immunologicamente" contro tutti i linfociti B. Lo scopo del suo utilizzo è proprio quello di creare uno stato di immunodepressione prolungata nel tempo. I farmaci chemioterapici ( CHOP) che ti sono stati somministrati, duranti i cicli di chemioterapia avevano come effetti "tossici" la riduzione dei globuli bianchi neutrofili, oltre che le mucositi,caduta dei capelli, ecc, poichè sono farmaci che agiscono sulle cellule in attiva replicazione (cellule che si rinnovano continuamente: bulbi piliferi, mucose, cellule del sangue, ecc)., cono lo scopo principale di distruggere le cellule patologiche, in velocissima replicazione, del tuo linfoma. La loro azione sui tessuti sani si limita al periodo subito successivo alla loro somministrazione. Una volta interrotti le cellule dei tessuti sani riprendono a proliferare normalmente, quelli del linfoma no, se sono sensibili ad essi. E' per questo che i tuoi leucociti neutrofili ora sono numericamente ottimali (1929 mml). Per quanto detto, devi ritenerti soggetto immunodepresso, quindi con necessità di protezione e non solo verso il COVID.
Spero di averti chiarito qualche dubbio.

Dr.ssa maria grazia bisconte

[#2]
dopo
Utente
Utente
è stata più che chiara e la ringrazio.
quindi tecnicamente io sarò immunodepresso per tutti i 2 anni di mantenimento con rituximab?
[#3]
dopo
Utente
Utente
mi scusi se a distanza di poche ore insisto.
ieri ho effettuato l'emocromo di routine che effettuo ogni 21 giorni e ho i globuli bianchi totali a 9,39 migl/mmc, i neutrofili a 6,09 migl/mmc (valori su range massimo), e i linfociti a 2,04 migl/mmc.
possibile che nonostante io faccia delle iniezioni di farmaci monoclonali che inducono immunosoppressione ho dei valori così alti?
non capirò mai cos'è l'immunodepressione a questo punto.
l'ematologo via whatsapp risponde sempre con un pollice alzato dicendomi che è tutto perfetto.
per carità, mi fido ciecamente, ma colgo l'occasione per approfittare della sua disponibilità per capirne qualcosa di più, se c'è qualcosa da capire ovviamente :)
[#4]
Dr.ssa Maria Grazia Bisconte Ematologo 248 28
La tua perplessità è giustificata, poichè i messagini di wz devono necessariamente essere brevi, quando si hanno molti pazienti da seguire. Per aiutarti a capire meglio aggiungerei qualche altro tassello. Il livello di immunodepressione non si può misurare con il solo emocromo. Questo esame , in corso di chemioterapia seve esclusivamente per monitorare la capacità del M.O. di riprendersi dopo le batoste provcate sulle cellule midollari dai farmaci chemioterapici. In questo caso la tua età è un fattore a tuo favore. Il midollo ha ancora molte cartucce di riserva e si riprende bene. Il numero di linfociti non ci dice, sempre, quanto siamo "immunocompetenti". Esiste un esame che si chiama immunofenotipo linfocitario che ci permette di valutare il grado di competenza immunitaria dei nostri linfociti. Nel tuo caso, sarà sicuramente povero di linfociti B ( le cellule bersaglio del Rituximab) e questo determina il tuo stato di immunodepressione. I linfociti B sono le cellule che producono gli anticorpi.La tua malattia è localizzata nei linfociti B, quindi per curarla bisogna agire su questa classe di linfociti. La tua immunodepressione è duplice: per la malattia e per i farmaci necessari per debellarla.
Spero di averti chiarito un po di più, Auguri.
[#5]
dopo
Utente
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buonasera dottoressa.
volevo farle presente che oggi ho terminato l'ultima somministrazione di rituximab secondo il ciclo r-chop (6 chop + 8 rituximab).
ora ho il prossimo appuntamento fra circa 2 mesi.
la settimana prossima ho la pet-tac con macchina ibrida per controllo finale e l'ematologo mi ha segnato l'emocromo completo che a differenza delle volte scorse prevede oltre che transaminasi, bilirubina tot e frazionata, glicemia, azotemia e creatinina anche qpe, igg, iga, igm, ldh, ves, pcr, calcemia, uricemia, b2 microgl.
potrebbe spiegarmi cosa sono tutti questi esami?
inoltre mi ha detto che posso riprendere ad occhi chiusi l'attività lavorativa invitandomi a prendere appuntamento con il medico del lavoro.

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