Ernia iatale dubbi

Buongiorno, sono una donna di 44 anni e vorrei chiarimenti sulla gastroscopia che ho fatto:
III inferiore dell’esofago con presenza di due erosioni isolate. (di questo non mi hanno dato spiegazioni, si tratta per caso di ulcera?)
Cardias con presenza di ernia iatale di 16-20 mm.
Esofagite di grado A sec los angeles associata a ernia iatale.(Mi ha detto che non è nulla di grave)
Il mio medico mi fa assumere Pariet al bisogno (ogni tanto mi brucia lo stomaco), in genere per un mese ogni tre o quattro mesi e si è stupito per il fatto che non mi hanno fatto istologico durante la gastroscopia.
Sto davvero tranquilla, non devo fare altri esami o altre gastroscopie di controllo?
Cosa sono quelle erosioni? Perché non mi è stato fatto prelievo e istologico?
Può peggiorare questa ernia e trasformarsi in qualcosa di peggio?
Sono più a rischio di avere un brutto male? (mio padre è morto per tumore allo stomaco e mi hanno detto che è uno dei pochi ereditari)
Soffro di tachicardia, può essere l’ernia la causa?
Grazie in anticipo e mi scuso per le tante domande, sono molto preoccupata.

[#1]
Dr. Giampiero Fichera Reumatologo, Medico internista 79 1
L'esofagite è una infiammazione della mucosa dell'esofago correlata,in questo caso, a verosimile reflusso gastro-esofageo. Ad essa possono essere correlabili delle erosioni (cioè piccole "ferite" nella mucosa dell'esofago). L'ulcera è una "ferita" più ampia e profonda.
Se e perchè non si sia proceduto a prelevare un frammento di mucosa(biopsia)dovrebbe chiederlo a chi ha eseguito la EGDS, ma verosimilmente perchè l'aspetto macroscopico non dava adito a dubbi.
Comunque il mio consiglio è di assumere il farmaco prescritto con più continuità. Inoltre eviti alcolici,spezie, bevande gasate,ecc e non vada a letto subito dopo aver mangiato.Magari utile anche un rialzo per lo schienale del letto.
Infine, dopo congruo periodo di terapia, è necessario secondo me un nuovo esame EGDS.
Saluti
Giampiero Fichera

Giampiero Fichera

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Chirurgo generale, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza attivo dal 2007 al 2013
Chirurgo generale, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza
Gentile Utente,
la EGDS che ha fatto mostra una malattia da reflusso gastroesofageo con esofagite da reflusso ed ernia jatale.
La biopsia per esame istologico non è stata eseguita, verosimilmente, perché l'endoscopista non aveva dubbi diagnostici (come il collega precedente le ha ben detto). Infatti, l'esame istologico serve solo a dirimere dubbi o condizioni poco chiare. Al contrario, mi sembra che la sua condizione patologica sia ben chiarita.
Altro punto di concordanza con il collega Fichera: l'assunzione di Pariet (o altri inibitori di pompa protonica, PPI) al bisogno non ha un gran senso. Piuttosto, la terapia dovrebbe essere proseguita a lungo. E' vero che la malattia da reflusso ha come causa una alterazione anatomica, che consiste nell'allargamento dei pilastri diaframmatici e nella scomparsa dell'angolo di His e causa incontinenza del cardias. Nessuna terapia medica può risolvere definitivamente una alterazione anatomica: se ho un osso fratturato non c'è nessuna compressa o iniezione o altro che possa farlo saldare correttamente! In particolare, la terapia con PPI consente una inibizione della produzione di acido nello stomaco, per fare in modo che il reflusso, che continua ad esserci, non sia acido e quindi non provochi danni all'esofago. Risolvere definitivamente e anatomicamente il problema richiede la ricostruzione chirurgica della valvola non funzionante. Quest'intervento, funduplicatio con jatoplastica, viene oggigiorno eseguito per via laparoscopica e, in mani esperte, per quanto non semplicissimo non ha grandi complicanze né eccessivi rischi. Alla sua età, poi, è verosimile che debba assumere la terapia medica per tutta la vita, quindi tanto vale prendere in considerazione l'intervento.
Continuo a rispondere alle sue domande.
L'ernia jatale non può trasformarsi in nulla di peggio, magari può aumentare di volume e provocare tachicardia quando all'interno si accumula gas e/o cibo (come peraltro sembra che già succeda), ma non può trasformarsi, ad esempio, in un tumore.
Piuttosto, è l'esofagite che a lungo andare, se non trattata correttamente, aumenta il rischio di insorgenza di tumore, ma tra una diagnosi di esofagite, peraltro lieve-moderata come la sua, e l'insorgenza di cancro ce ne passa di tempo. Soprattutto, il rischio è aumentato solo se c'è dimostrazione endoscopica ed istologica di esofago di Barrett, che è la vera precancerosi.
Quindi, si, deve ripetere l'endoscopia a scadenze (direi una volta l'anno...). Ma non mi preoccuperei più di tanto.
Per quanto riguarda la familiarità per neoplasia gastrica, alcuni studi, peraltro non recentissimi, hanno dimostrato un rischio doppio nei familiari di primo grado rispetto alla popolazione generale, ma è comunque un rischio molto basso. In ogni caso, motivo in più per eseguire un controllo endoscopico annuale.
Resto a disposizione
Giovanni D. Tebala
gtebala@medicitalia.it
[#3]
dopo
Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
Ringrazio entrambi per i chiarimenti e per il tempo dedicatomi, sono spiegazioni dettagliate che sicuramente mi tranquillizzano, soprattutto per il fatto di un' eventuale risoluzione chirurgica che prenderò in considerazione nel caso dovessero peggiorare i sintomi.
Ora con questa patologia riesco a convivere bene, il bruciore allo stomaco è sporadico e se un' assunzione più continuativa del farmaco può evitare ulteriori danni all' esofago, sicuramente lo prenderò per il periodo necessario e non solo al bisogno.
Vi chiedo quindi l'ultima cosa: come dovrebbe essere ogni anno la terapia col Pariet, dovrei assumerlo continuativamente tutti i mesi o a cicli? (quello che mi prescrive il medico è 20mg e in una confezione ci sono 14 compresse)

Di nuovo ringrazio per la vostra disponibilità.
[#4]
dopo
Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
Ringrazio entrambi per i chiarimenti e per il tempo dedicatomi, sono spiegazioni dettagliate che sicuramente mi tranquillizzano, soprattutto per il fatto di un' eventuale risoluzione chirurgica che prenderò in considerazione nel caso dovessero peggiorare i sintomi.
Ora con questa patologia riesco a convivere bene, il bruciore allo stomaco è sporadico e se un' assunzione più continuativa del farmaco può evitare ulteriori danni all' esofago, sicuramente lo prenderò per il periodo necessario e non solo al bisogno.
Vi chiedo quindi l'ultima cosa: come dovrebbe essere ogni anno la terapia col Pariet, dovrei assumerlo continuativamente tutti i mesi o a cicli? (quello che mi prescrive il medico è 20mg e in una confezione ci sono 14 compresse)

Di nuovo ringrazio per la vostra disponibilità.
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Chirurgo generale, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza attivo dal 2007 al 2013
Chirurgo generale, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza
Gentile Utente,
la terapia con PPI deve essere proseguita a lungo. Normalmente, su base più pratica che scientifica, prescrivo una terapia per 6 mesi continuativamente. Poi si rivaluta l'opportunità di proseguire la terapia o interrompere per qualche mese.
resto a disposizione e le porgo i migliori auguri
Giovanni D. Tebala
gtebala@medicitalia.it
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