Esofagite da inibitori di pompa

Buongiorno,
sono un ragazzo di 22 anni quasi sottopeso.
A inizio maggio ho iniziato ad avere un gonfiore cronico a livello epigastrico che nonostante le modificazione della dieta è rimasto persistente per più di un mese.
Ad inizio giugno ho iniziato una terapia di sei settimane a base di omeprazolo prescritta dal medico di base con la comparsa dopo una settimana dall'inizio della terapia di bruciore e dolore retrosternale e reflusso.
Dopo le sei settimane di omeprazolo il gonfiore c'era ancora con l'aggiunta di bruciore e reflusso.
il tutto si stava risolvendo nei due mesi successivi con i sintomi che erano quasi del tutto spariti tra l'altro senza seguire nessuna dieta specifica quando ho dovuto eseguire una gastroscopia prescritta dal medico dopo le sei settimane fallimentari di omeprazolo.
Il referto riferisce cambio mucosa a 38 cm, millimetrica erosione isolata a fondo fibrinoso dell'esofago distale.
nulla a stomaco e duodeno.
Il medico mi ha quindi prescritto pantoprazolo 40 mg per 6 settimane.
dopo appena una settimana il dolore, il bruciore e soprattutto il reflusso sono tornati fortissimi.
Adesso sono due settimane che ho terminato la terapia e la situazione è molto migliorata rispetto a quando assumevo pantoprazolo anche se ho un dolore acuto che dalla bocca dello stomaco si irradia in tutta la parte sinistra del petto e dell'addome ma niente reflusso o bruciore retrosternale.
La mia domanda è: il reflusso può essere causato dagli inibitori di pompa che riducendo di molto la produzione di acidi rendono la digestione estremamente lunga che va a produrre gas che aumentando la pressione endoaddominale allenta la pressione del cardias e permette così il reflusso?
[#1]
Dr. Felice Cosentino Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo generale, Colonproctologo 71.3k 2.3k 74
Probabilmente lei è resistente agli IPP oppure ha un reflusso prevalentemente biliare. Inizi ad eseguire la titolazione della gastrina (prelievo di sangue con trattamento di IPP in corso) che servirà a valutare l'efficacia di tali farmaci. Successivamente si valuterà la necessità di eseguire una ph-impedenzometria esofagea per lo studio del reflusso.


Cordialmente

Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottore!

Il reflusso gastroesofageo è la risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago: sintomi, cause, terapie, complicanze e quando bisogna operare.

Leggi tutto