Ansia legata a sindrome del colon irritabile

Buonasera dottori, vorrei chiedere un consiglio che mi servirebbe più che altro affiancato alla terapia che sto già seguendo, per avere un secondo parere. Da 2 anni a questa parte soffro di problemi al colon che hanno progressivamente abbassato la qualità della mia vita. Tutto cominciò da un evento durante il quale ebbi una scarica di diarrea fuori casa, quella volta ebbi molte difficoltà a trovare un bagno (anche se alla fine lo trovai), questo evento mi segnò e da lì in poi é cominciato tutto. Ho cominciato ad avere paura di uscire per paura di dovere andare in bagno in momenti non opportuni fuori casa, e questa paura faceva sì che il mio colon si attivasse facendo avverare le mie paure in un circolo vizioso senza fine. Progressivamente diminuii le uscite fino a eliminarle totalmente se non strettamente necessarie, la mia vita sociale quindi peggiorò notevolmente, tant'è che adesso anche la mia ragazza mi ha lasciato per via delle mie difficoltà nella vita sociale (non la biasimo). Da un anno a questa parte ho chiesto aiuto ad uno psicoterapeuta che ha optato per farvi seguire una terapia cognitivo-comportamentale che, in media, risolve questi problemi in circa 6 mesi, anche se ovviamente la cosa é soggettiva. Io ormai seguo la terapia da un anno, sono migliorato molto rispetto a prima ma non sono ancora guarito del tutto; quando vedo un barlume di speranza e comincio a stare meglio riuscendo a uscire più spesso basta che mi venga una scarica di diarrea per una causa qualunque, anche essendo in casa (luogo sicuro) per scatenare una serie di preoccupazioni (e se fosse un virus? E se mi succede di nuovo mentre sono fuori casa?). Premesso tutto questo, io vorrei un consiglio su come applicare al meglio la terapia, secondo la quale dovrei espormi, uscire, fare cose che mi "stressano" per aumentare la mia tolleranza e accorgermi che in fondo riesco a fare tutto con tranquillità. Io continuo a fare evitamenti quando ad esempio prima di mettere piede fuori casa vengo assalito da una forte ansia e subito si attiva il mio intestino. Come ho già detto basta una diarrea occasionale per farmi preoccupare per i 2 giorni seguenti con la conseguenza che resterò a casa peggiorando solo la mia ansia. Cosa potrei fare per riuscire a fare il grande passo determinante al fine di risolvere il problema? Come faccio a sopprimere l'ansia e uscire nonostante tutto per sconfiggere le mie paure e accorgermi che é tutto nella mia testa? Scusate se sono stato prolisso, grazie in anticipo per il tempo dedicatomi.
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Dr.ssa Rosaria Nocera Psicologo, Psicoterapeuta 37 1 1
Gentile utente,
cercherei di capire le cause che scatenano e alimentano la sua ansia, cioè cercherei di capire quali sono le "vere" paure che si celano dietro la paura di avere scariche di diarrea fuori casa.
I sintomi di un malessere nascondono sempre delle paure legate alla vita, alla difficolta' di vivere... del resto questo suo disagio la tiene lontano da molte cose...la isola..le fa perdere relazioni e opportunità... la tiene lontano da qualcosa che forse sente di non poter gestire (relazioni, responsabilita', obiettivi di vita ecc).
spesso dietro una sintomatologia simile si celano insicurezze, bassa autostima, paura di non essere all'altezza, scarsa fiducia nelle proprie capacità...quindi paura di fallire, di non essere apprezzato, di soffrire, ecc.
ovviamente non so quale sia il suo caso, ma ho fatto degli esempi per spiegarle che spesso per gestire un'ansia con le sue somatizzazioni dobbiamo riconoscere e gestire le insicurezze che la alimentano.
solitamente quanto più l'ansia è somatizzata tanto più il paziente non conosce le sue reali paure.
spero di essere stata di aiuto
un saluto

Dr.ssa Rosaria Nocera - Psicologo Psicoterapeuta
www.rosarianocera.it
www.facebook.com/nocera.psicoterapeutapalermo

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dopo
Utente
Utente
Gent.ma dottoressa, innanzitutto la ringrazio per la risposta. Sicuramente le mie ansie di fondo hanno un ruolo importante, la paura del futuro, dell'incertezza, ho 21 anni e a momenti finirò il primo ciclo di studi universitari, quindi penso che come me molti stanno vivendo le stesse ansie ma che io le "sopporto" meno di altri. L'approccio della mia psicoterapeuta però mi é sembrato opposto a questo che lei mi sta dicendo, da subito ha messo in chiaro che a noi non interessano le cause profonde del malessere ma dobbiamo cercare di combattere il problema attuale con la terapia cognitivo comportamentale sfatando la paura che ho per queste cose.
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Dr.ssa Rosaria Nocera Psicologo, Psicoterapeuta 37 1 1
In un'ottica psicoanalitica la gestione del sintomo impone la comprensione delle cause sottostanti.
Vista anche la giovane età le preoccupazioni sono tante e forse una particolare sensibilità la rende poco tollerante.
A prescindere dagli approcci quello che conta è come sta lei dopo un anno di terapia.
Spero di essere stata di aiuto
Un saluto
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dopo
Utente
Utente
Dopo un anno di terapia io sono migliorato molto, ma non riesco comunque a condurre una vita normale, mi manca quel quid che mi faccia superare totalmente il problema. Quando vedo che sto migliorando ed esco di casa più serenamente succede qualcosa (una scarica di diarrea per motivi x) che mi riporta al punto di partenza.
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Dr.ssa Rosaria Nocera Psicologo, Psicoterapeuta 37 1 1
In merito al quid che manca e al ritornare al punto di partenza, non posso esprimermi, le consiglio di parlarne con la sua terapeuta. Ogni dubbio o perplessità del paziente sono elementi preziosi di lavoro.
Buon lavoro
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