Alimentazione parenterale

Salve, mia madre, 86 anni, si trova allettata ormai da gennaio a causa di una frattura al collo del femore prima (poi regolarmente curata) e dell'insorgenza di necrosi ai piedi (è diabetica). Non mangia più da ormai 15 gioni. Le stanno praticando l'alimentazione per via venosa. Ogni qualvolta tento di darle dell'acqua con una siringa (solidi mai) accusa conati di vomito e rifiuta ogni seppur minima quantità di liquidi.

Vorrei sapere se continunado di questo passo potrà tornare ad alimentarsi regolarmente. Voglio sottolineare che le sue condizioni generali non sono buone, in quanto ha una infezione in atto (febbri discontinue) dovuta alle ferite dei piedi.
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Medico igienista attivo dal 2011 al 2013
Medico igienista
Gent.mo Signore,
non sono specialista in geriatria ma mi occupo di organizzazione dei servizi sanitari di base per cui
immagino che sua madre sia stata inserita in un idoneo programma di cure domiciliari integrate (A.D.I.) al fine di erogare le prestazioni mediche, infermieristiche, di riabilitazione, specialistiche ed assistenziali più appropriate al caso. Di conseguenza, l'equipe assistenziale dovrebbe fornirle risposte esaustive.
Immagino ancora che il progetto assistenziale scaturito da una valutazione multidisciplinare e multidimensionale abbia tenuto conto delle difficoltà ad alimentarsi per via orale ricorrendo alla nutrizione parenterale come unica alternativa possibile, almeno al momento.
Se alla base c'è anche uno stato confusionale, un disorientamento spazio-temporale, uno stato mentale "apatico" sarà necessario correggere lo scompenso dismetabolico, curare adeguatamente le infezioni e le lesioni ulcerative da piede diabetico.
L'indicazione alla Nutrizione Parenterale deve essere riesaminata e bisogna fare ogni tentativo clinico e terapeutico per trovare un'alternativa al trattamento parenterale che non si può intendere come la soluzione ultima e definitiva del problema nutrizionale del paziente.
Se invece la condizione attuale dovesse perdurare e l’équipe assistenziale, in cui il medico di medicina generale è il responsabile clinico, lo riterrà opportuno, sarà necessario valutare il ricorso ad una PEG (gastrostomia percutanea endoscopica) indicata per tutti i pazienti che hanno la necessità di una nutrizione enterale superiore ad 1 mese. La nutrizione enterale attraverso PEG rappresenterebbe un notevole salto di qualità di vita per il paziente e la sua famiglia.

cordialmente
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