Aderenze?

Buona sera,
vorrei chiedere se il dolore che ora sento in forma di fitte al basso ventre, appena sotto al taglio dell'appendicectomia; dolore che si presenta come un bruciore, possa essere ricondotto ad aderenze. Lo chiedo perchè è del tutto simile a quello sentito dopo il primo intervento in laparotomia per togliere un fibroma nel 2004. Sfortunatamente altri fibromi si andarono poi formando di nuovo: per questo nel 2009 mi sottoposi a un altro intervento per rimuovere ancora questi fibromi, pur conservando l'utero.
Quel che mi pare strano è che è passato parecchio tempo e mai si è presentato qualcosa del genere prima d'ora. E' possibile che una tale sintomatologia si presenti così distante dall'intervento chirurgico? Inoltre l'addome è parecchio gonfio e duro. Posso risolvere, come allora, ricorrendo a una settimana di Fans o è qualcosa di cui cui devo preoccuparmi? Svolgo regolarmente attività sportiva agonistica. Devo fermarmi? Quando corro non sento il dolore. E'il caso di rivolgermi al medico?
Grazie!
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
In genere il dolore da aderenze viscero-parietali (quelle che patologicamente collegano i visceri come intestino, utero, annessi uterini, vescica alla parete addominale) si rende evidente con i movimenti e negli stati fisiologici di riempimento e svuotamento del viscere cavo, sede dell'anomala fissità.
Le aderenze viscero-viscerali (quelle che patologicamente collegano i visceri fra loro), manifestano la loro presenza durante i normali processi di riempimento e svuotamento degli organi coinvolti, in situazioni come stipsi o diarrea, in occasioni di flussi mestruali, in caso di riatardato svuotamento vescicale ma poco risentono del movimento della paziente.
Le une e le altre si rendono, in genere, evidenti sia sul piano sintomatologico sia su quello anatomo-patologico dopo un periodo più o meno lungo dall'intervento addominale (ma qualunque intervento può determinarle), in relazione alle caratteristiche di riparazione tissutale del soggetto, estremamente variabili singolarmente.

Legate all'evoluzione di specifici stati patologici di natura infiammatoria, neoplastica, metaplasica (endometriosi) o all'esito di interventi chirurgici in loco o a loro sequele patologiche (ascessi, flemmoni, disepitelizzazioni, necrosi locali eccessive da uso incongruo delle correnti biomediche), le aderenze viscero-viscerali e viscero-parietali sono estremamente frequenti in patologia umana, evidenziandosi prevalentemente a livello addominale e pelvico ma potendosi osservare, in pratica, in qualunque altro distretto topografico del soma dell'uomo. Silenti per mesi o addirittura anni, danno segno di sè in genere quando si verificano o limitazioni dei fisiologici movimenti dei visceri coinvolti o quando si determinano, loro tramite, patologie con risvolti di tipo chirurgico acuto.

La loro diagnosi è spesso difficile, non evidenziandosi direttamente in alcun modo, nè in ecografia nè con esami radiologici tradizionali nè con esami radiologici contrastografici o altro.
Se ne può sospettare l'esistenza in maniera sempre indiretta (dislocazione anomala di un viscere, riduzione dell'attività motoria dello stesso in occasione di movimenti fisiologici ecc.) con esami diagnostici non invasivi.

Il loro riconoscimento è sempre legato o ad un reintervento eseguito per altri motivi o per le loro complicanze (ad esempio un volvolo intestinale su briglia aderenziale) o in occasione di indagini diagnostiche invasive, eseguite per le stesse motivazioni (es. Laparoscopia).
La loro terapia, ovviamente, consiste nel ripristino delle normali, fisiologiche relazioni anatomiche fra i visceri coinvolti, il che non sempre appare facile o fattibile.

Venendo al Suo caso, dopo l'esecuzione degli esami di routine di tipo ultrasonografico (ecografia) e/o radiologico, se si dovesse sospettare la loro presenza, si potrà valutare l'opportunità o meno di evidenziarle direttamente attraverso una Laparoscopia che, in questi casi, oltre all'accertamento diagnostico, può costituire l'atto chirurgico che ne determina l'eliminazione parziale o totale a seconda delle possibilità offerte dalla situazione anatomo-patologica da esse determinata.


Cordialmente.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio dottor Santoro per la tempestiva risposta. Ho riguardato la cartella clinica dell'ultimo intervento (novembre 2009) nel quale erano state visializzate "aderenze omento-parietali e del legamento rotondo della parete, lisate con pinza bopolare ecc" Ora, quell'intervento laparoscopico fu complicato da una forte emoraggia che costrinse il medico ad passare a laparotomia. L'intervento durò circa sei ore e fui poi trasfusa con due sacche di sangue. Aprofitto della Sua disponibilità e Le chiedo: L'esposizione a future aderenze hanno a che fare con tempi operatori lunghi?
Nonostante l'intervento fosse stato veramente invasivo, il post operatorio fu rapido e senza quelle aderenze che si erano presentate in occasione del primo intervento. La Sua spiegazione è stata chiara ma ancora una cosa vorrei che mi confermasse: è sensato pensare induttivamente e tentare con una massiccia dose di fans per vedere se questi dolori se ne vanno esattamente come è successo in occasione del primo intervento? Allora la ginecologa mi fece prendere tre bustine di Aulin al giorno e, alla fine, quei dolori andarono via senza presentarsi più.
La ringrazio ancora per la competenza e per il tempo dedicatomi
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
In genere le aderenze compaiono in maniera direttamente proporzionale anche al tempo operatorio in quanto l'esposizione dei visceri all'aria secca è uno dei meccanismi patogenetici della formazione delle stesse.
Per quanto riguarda i dolori, sono disponibili, oggi farmaci specifici che agiscono sulla degranulazione mastocitaria, che innesca i fenomeni flogisitico-algici a livello locale, con una migliore e più mirata azione terapeutica rispetto ai FANS generici.
Ne parli col Ginecologo curante.
Il trattamento non dovrebbe essere minore di tre - quattro mesi ed essere continuativo.


Saluti ed auguri.
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