Proteina s

Salve,
ho 34 anni e in seguito a un aborto spontaneo avvenuto a giugno 2017 alla settimana 6 la mia ginecologa mi ha consigliato di fare delle analisi per capire se soffro di trombofilia.
Ho fatto sia gli esami genetici per il gene F2, il gene F5 e MTHFR con risultati negativi (assenza di mutazione per tutti) e questi esami del sangue: proteine totali, proteina C reattiva, omocisteina, lupus anticoagulant, anti-B2-glicoproteina IgG e IgM risultati tutti nella norma.
Tra le analisi la ginecologa mi aveva dato anche la proteina S, solo che il giorno del prelievo mi hanno fatto storie al CUP (secondo loro il codice dell'esame era errato) e non l'ho potuto fare.

Alla luce dei risultati genetici e del sangue è necessario che esegui comunque l'esame per la proteina S? Posso aspettare oppure è meglio farlo subito in caso dovessi rimanere incinta? Con la proteina S alterata si fanno delle cure particolari in gravidanza?

Grazie mille!
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Dr. Raffaele Carputo Ginecologo, Patologo della riproduzione 120 6
Buonasera,
lo studio delle trombofilie ereditarie (tutte quelle che lei ha realizzato tra cui il deficit della proteina C ed S) è parte del pannello degli esami che si richiedono in presenza di aborto ricorrente. La definizione di aborto ricorrente è fonte di dibattito; in tutti i modi è certo che ci devono essere almeno due aborti per poter parlare di tale entità.
Circa le trombofilie ereditarie; la relazione di tali entità con gli aborti del primo trimestre (prima delle prime 12 settimane di gestazione) non sembra esserci. È stato per lo più evidenziato un legame tra trombofilie ereditarie ed aborti del secondo trimestre. L'unica trombofilia capace di dar luogo ad aborti del primo e secondo trimestre è di tipo acquisito e si chiama "sindrome da anticorpi antifosfolipidi"; nel suo caso tali anticorpi sono negativi.
Per un eventuale trombofilia ereditaria non sarebbe giustificato il trattamento con aspirina ed eparina.
Pertanto la mia risposta è che può aspettare e non necessita eventualmente di terapie particolari.
Cordiali saluti

Dr. Raffaele Carputo
Direttore Centro PMA Clinica Ruggiero Artemisia H srl Cava de' Tirreni (SA)

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Attivo dal 2017 al 2017
Ginecologo, Andrologo, Sessuologo
Salve
concordo con il collega sul fatto che, in presenza di un solo aborto a 6 settimane, che quasi certamente è di natura cromosomica (come spesso capita negli aborti spontanei fino alla 8° settimana), non è giustificato eseguire la batteria di esami richiesti dalla sua ginecologa.
2 aborti, ma soprattutto 3 aborti spontanei precoci, o un singolo aborto dopo la 10ma settimana sono l'indicazione più probabile per eseguire gli esami per una condizione che, chiamata poliabortività, interessa circa l'1% delle donne.

Cordiali saluti