Fuori sede non riesco a viverla bene.

Quando andavo a scuola non vedevo l’ora di andarmene di casa, di poter andare in una grande città al nord per poter fare tante cose così mi sono trasferita ma non mi piaceva la facoltà così ho deciso di cambiare città per prendere quella determinata facoltà. Il problema è che la situazione è peggiorata drasticamente perché non la vivo bene, non riesco a fare amicizia, non ho voglia di fare niente, se potessi starei sempre a letto. Quando scendo nel mio paese sto benissimo e faccio un sacco di cose, cose che qui non faccio. Pensavo che trasferirmi a Roma mi avesse portato a fare tante esperienze e tante cose, in realtà faccio meno di cosa potrei fare nel mio paesino. Il mio ragazzo è la mia migliore amica sta a cosenza dove c’è l’universita quando sto lì sto benissimo mi diverto e vorrei viverci e i giorni prima di ripartire sto a piangere a dirotto perché mi fa troppo male stare così, soffro molto la solitudine. Sto pensando di trasferirmi, sarebbe il terzo trasferimento ma così sarei ad un ‘ora da casa mia, allo stesso tempo ho paura del giudizio degli altri perché mi sento una disadattata sociale a non stare bene in nessun posto. Noto che le persone rispetto al Sud siano completamente diverse e questa cosa mi fa star male. Ho parlato con i miei genitori che in parte ritengono che dovrei concentrarmi sullo studio per non pensarci, ma se sto così male anche se non sono molto contenti mi farebbero trasferire. Il fatto che prima volevo scapparmene mi spaventa perché non so se sto idealizzando, ma qui mi sento pian piano morire dentro. Vivo in casa con altre ragazze, che non sono cattive, ma a me non piace perché non mi sento libera di essere me stessa per paura del loro giudizio, perlopiù se stessi giù il fine settimana potrei passarlo a casa mia. Non so cosa fare, ma sono davvero disperata, sento che sto perdendo ogni forza.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile utente,

prima di trasferirsi vicino casa, chieda una valutazione psicologica presso la Psicologa dell'università (sportello gratuito).

Oggi viviamo in un'epoca in cui la capacità di lasciare casa, viaggiare, trascorrere qualche mese all'estero
è fondamentale,
e i meccanismi di evitamente non aprono certo strade interessanti.

Lei ce la può fare a rimanere a Roma, ma solo se si toglie dalla mente l'opportunità di ... scappare.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2018 al 2022
Ex utente
La ringrazio per la sua risposta, il problema è che non saprei come cambiare le cose rimanendo qui. Sono arrivata ad un punto che ho perso ogni speranza e penso che se rimanessi qui dovrei solo rassegnarmi e stare male perché comunque nonostante i miei sforzi per fare amicizia, per legare, anche quando faccio qualcosa non mi piace l’ambiente, anzi mi fa star peggio perché non mi sento circondata da persone che mi fanno sentire a casa. Ad esempio qui a Roma vive mio fratello e nonostante ciò anche se a volte ci passo un giorno il fine settimana non mi sento felice, sento di perdere gli anni più belli della mia vita dove dovrei stare bene. Ho iniziato a pensare al trasferirmi solo ultimamente, a tratti l’ho abbandonata questa idea e ho cercato di rimboccarmi le maniche, ma nulla va sempre peggio di prima. Mi sento in un periodo buio della mia vita e non vedo nessuna soluzione. Forse non ero ancora pronta per un cambiamento così drastico di città (vivendo in un paese). Sicuramente questa scelta mi ha fatto crescere vivendo due anni fuori casa, ma ora sento appena mi sveglio un dolore quasi fisico nel trovarmi ancora lì. Sembra che i giorni passino lentamente e sto sempre e solo a pensare a come migliorare questa situazione.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

Lei, chiusa nel Suo diasgio, non ha risposto alla mia sollecitazione:
"..prima di trasferirsi vicino casa, chieda una valutazione psicologica presso la Psicologa dell'università (sportello gratuito)..."