Una discopatia degenerativa black disc

Salve, il mio problema è una discopatia degenerativa Black Disc in L5-S1 con relativa riduzione dello spazio, che da almeno 6 anni mi provoca una lombalgia cronica, specialmente quando sono disteso a letto, alla mattina appena alzato e quando sto fermo in piedi più di 10 minuti.
Negli ultimi 2 anni ho provato di tutto, fisioterapia, ozonoterapia, idrokinesiterapia, panca ad inversione, materassi di ultima generazione ecc., nel complesso con scarsissimi risultati.
In seguito, dopo essermi sottoposto ad un’analisi posturale, è risultato che il problema può essere dovuto alla malocclusione dentale; in realtà fin da bambino ho sempre sentito il cosiddetto “click” alla mandibola, senza avere comunque particolari problemi alla masticazione, anche se negli ultimi mesi soffro più spesso di mal di testa e senso di ovattamento delle orecchie.
Ora mi chiedo se alla mia età possa avere senso l’inizio di una nuova avventura consultando uno studio odontoiatrico od ortodontico, oppure concentrare l’attenzione unicamente alla colonna vertebrale e rimanere quindi nell’ambito neurochirurgico od ortopedico.
Grazie e cordiali saluti.
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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135 1
Gentile signor Renato, Lei ha una discopatia L5-S1 con una lombalgia cronica e deve curarla.
A volte sembra di avere fatto tutto, e bene, ma non è così.
Si affidi ad un ortopedico e ad un Fisiatra della sua città per delle cure specialistiche .
Non è un problema chirurgico, nè odontoiatrico.
Controlli anche il rachide cervicale, che non vi sia una riduzione della lordosi cervicale e/o una discopatia cervicale e/o un'uncoartrosi.
Faccia qualche terapia farmacologica al bisogno e tanta Fisiochinesiterapia del rachide lombo-sacrale( Marconiterapia, ionoforesi, massoterapia, correnti diadinamiche) oltre ad attività motoria, ginnastica medica specifica per la lombalgia, ed al bisogno, se vi è un " blocco articolare" o " una sindrome delle faccette articolari" faccia eseguire delle mobilizzazioni articolari e/o qualche manipolazione vertebrale da persona altamente qualificata ed esperta : qualche ortopedico e/o fisiatra esperto in Medicina Manuale.
Cordiali saluti
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedico-Traumatologo//Fisiatra
Università di Messina

Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -

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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135 1
Egr. sig. Renato, me ne sono accorto dopo, ma sia io che il Collega Zenga di Como avevamo già risposto a questo suo quesito proposto il 10 marzo u.s. ed inserito tra i consulti di neurochirurgia.
Ci deve essere stata qualche discrepanza. Adesso è nei consulti di gnatologia clinica, anche se in ortopedia era il 1° posto di inserimento per specifica competenza, essendo il suo un problema del rachide lombo-sacrale.
Comunque abbiamo risposto, anche se ripetutamente.
Cordiali saluti
Alessandro Caruso
Messina
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Dr. Stefano Paulli Chirurgo maxillo facciale, Gnatologo, Medico estetico 52
GENT SIG. anche se molti Colleghi specialisti in gnatologia, osteopati, chiroprati eccc...sostengono che vi sia una connessione tra malocclusione e postura del rachide, a tutt'oggi non esiste nessuna prova scientificamente accertata ne riproducibile, che vi sia tale correlazione, specie nei metameri dorso-lombo-sacrali del rachide.
Forse una certa correlazione c'è a livello del rachide cervicale, dove appunto la testa viene spostata inconsciamente in diverse posizioni spaziali ma in seguito a dolori articolari mandibolari o per aumentare la pervietà delle vie aeree superiori, questo per una sorta di feed-back neuromuscolare.
Nella mia esperienza clinica, se tutti i pazienti (o anche una certa percentuale)affetti da malocclusione dentale o dento-scheletrica e candidati ad intreventi corretivi ortodontici e chirurgici, avessero una relazione patologica con il rachide, di sicuro all'esame obiettivo si renderebbe sempre evidente, cosa che non mi è mai capitato di riscontrare.
Ritengo che il voler imputare ad un piccolo precontatto dentario una lombosciatalgia o quant'altro al rachide in toto, sia più una moda che una vera evidenza clinico-scientifica del problema.
Quindi gli specialisti più indicati sono il neurochirurgo, l'ortopedico,il fisiatra.
Cordialità

Stefano Dr Paulli

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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135 1
Concordo perfettamente con quanto asserisce il collega Paulli di Legnano, anzi posso aggiungere che nella mia lunghissima esperienza di ortopedico e fisiatra in centinaia e centinaia di rachialgie, di ogni tipo e modalità, non vi era alcun riscontro nè anamnestico, nè clinico, nè sintomatologico di alcuna patologia odontoiatrica, la cui relazione e causalità la si vuole insinuare sempre e comunque nelle patologie paramorfiche e dismorfiche, flogistiche e/o degenerative della colonna vertebrale.
Altresì, restando sempre in tema di informazione scientifica,
bisogna precisare che la competenza specifica primaria del rachide, in quanto apparato locomotore, è dello specialista ortopedico-traumatologo, e quindi anche la maggioranza della chirurgia del rachide è di competenza specifica del suddetto specialista, come le fratture vertebrali e le altre lesioni traumatiche del rachide, le ernie discali, le spondilolistesi e le scoliosi; anche se la neurochirurgia annovera nelle proprie attività la chirurgia vertebrale, sopratutto quella relativa alle ernie discali.
Questo di base ed in linea di massima, anche da un punto di vista medico-legale, perchè vi sono casi e malattie, come ho spiegato spesso in tanti consulti, che vi sono situazioni di " borderlaine " ossia di " confine " delle competenze, e/o con evidenza tecnica di interdisciplinarietà della patologia ed allora in tali casi è indispensabile, per il bene e la salute del paziente, il coinvolgimento di diversi tipi di medici-chirurghi specialisti, che non solo è ragionevole e proficuo, ma addirittura si impone .
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedico-Traumatologo//Fisiatra
Messina
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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista 4.2k 73 73
Provate a rivedere il trigemino, con i suoi due archi afferenti:
a) primo neurone nucleo sensitivo mesencefalico;
b) primo neurone nel ganglio del gasser;
il lemnisco trigeminale, il nucleo della radice discendente spinale del trigemino, ecc. La via efferente nucleo motorio del trigemino, generatore centrale di impulsi, ecc. Un suggerimento entrate su PubMed e provate a digitare Petrosini Troiani, hanno 14 lavori tra cui "Trigeminal stimulation modulates vestibular unitary activity." "Neuronal activity in the vestibular nuclei after trigeminal stimulation", e così via. Prima di dire che non ci sono correlazioni tra trigemino e postura, qualcuno provi a spiegare cosa sono le correlazioni trigemino-vestibolari e vestibolotrigeminali. Se poi qualcuno è interessato ad approfondire a Pisa nel Dipartimento di Fisiologia dove hanno insegnato i "grandi vecchi" della fisiologia come Giuseppe Moruzzi, ma ci sono ancora alcuni neuroscienziati tra i più conosciuti del mondo si tengono corsi sull'argomento. Sapeste quanti mal di schiena si curano dalla bocca........ Ma non si vede..............ciò che non si conosce.
Dr. Daniele Tonlorenzi medico chirurgo odontoiatra Prof A.C. "Fisiologia e patologia del movimento e della postura" Corso di Laurea "fisiopatologia" Università di Pisa

https://www.medicitalia.it/dtonlorenzi/#info

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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista 4.2k 73 73
tel 058553075
dtonlorenzi@mcarrara.com
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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista 4.2k 73 73
Dagli atti del convegno “Postura e protesi, prevenzione e riabilitazione” Faenza 8-9 marzo 2002 Edizioni CNR segue l’articolo del Prof Valentino Bartolomeo Associato di Anatomia alla II università di Napoli

Malocclusione e scoliosi

Introduzione
I dati riportati in questo studio sono stati raccolti in un depistage effettuato presso la città di Aversa nell'ambito di una convenzione tra il mio Dipartimento Universitario e la ASL/CE2. Lo scopo della ricerca è quello di dimostrare il rapporto funzionale tra piano occlusale interdentale e paramorfismi frequenti in età evolutiva.
In pratica abbiamo approfondito in particolare le interazioni tra disfunzioni occlusali e paramorfismi della colonna vertebrale del tipo scoliosi. Infatti non a caso è stata scelta la fascia di età dei 10 anni in cui sono frequenti sia alterazioni posturali di tipo scoliotico, ma anche problemi occlusali di tipo ortodontico.
La presente ricerca viene a completare e a confermare un'altra simile svolta su 6000 bambini in età scolare sottoposti ad un test emg per la diagnosi precoce della scoliosi.

Materiale e metodo
Lo studio è stato condotto presso le aule scolastiche con un minimo di attrezzature sanitarie. Ciò è stato possibile grazie all'utilizzo di elettromiografì portatili che non richiedevano eccessivi spazi. L'esame ha compreso il rilievo di dati antropometrici posturali nel senso più estensivo di questo termine, una accurata visita odontoiatrica, ma soprattutto una puntuale anamnesi che ci ha aiutato molto. Successivamente i bambini venivano sottoposti al test per la diagnosi precoce della scoliosi. Esso, come abbiamo dimostrato in nostri precedenti lavori, consisteva nel far compiere un movimento di flesso-estensione del tronco e nel registrare la differenza in microVolts tra due regioni corrispondenti della colonna vertebrale. Il test era ritenuto positivo allorquando la differenza destra-sinistra superava certi valori: soltanto questi pochi casi erano sottoposti ad un esame X-grafico di conferma della sede della scoliosi o dell'atteggiamento scoliotico.

Risultati
L'analisi dei risultati consente di affermare che la percentuale dei bambini con
scoliosi strutturate è del 4%. Questo dato conferma quello di un precedente nostro depistage del 1985. Nell'attuale studio abbiamo allargato la nostra indagine all'occlusione onde poter cogliere un eventuale nesso malocclusione-scoliosi. In tutti i bambini con scoliosi strutturate sono stati evidenziati dei problemi occlusali di tipo ortodontico. Infatti, i bambini o avevano in corso un trattamento ortodontico o avrebbero dovuto essere sottoposti ad esso.

Discussione e conclusione
Questi dati in nostro possesso confermano l'esistenza di correlazioni tra malocclusioni ed alterazioni posturali del tipo scoliosi. In secondo luogo ci suggeriscono un intervento ortodontico precoce allorquando nel bambino coesistono già alterazioni elettromiografiche di tipo scoliotico o che potrebbero evolvere in senso scoliotico. Poiché già in bambini di sei anni, come dimostrato in precedenti ricerche, sono state dimostrate alterazioni emg di tipo scoliotico nel tre per cento, possiamo concludere che già a questa età, in presenza delle alterazioni emg di tipo scoliotico, pur non di scoliosi strutturate, l'odontoiatra deve intervenire.
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