Bugie

Buongiorno, vorrei esporre in sintesi ciò che mi turba e preoccupa . Sto da un anno con un ragazzo e dopo un mese scopro che mi aveva mentito su casa che non aveva , soldi che non aveva , un divano per giunta bellissimo mi ha mandato una foto e appena ho detto di farmelo vedere mi disse che non aveva le chiavi a seguito. Appena scoperto rifletto e dico che è da stupidì dire di possedere cose che non puoi dimostrare , dice che lo disse perché io avevo case ecc e lui no. Andando avanti continua a mentire su alte cose magari meno pesanti ma mente . Mi ha raccontanto tante piccole cose ma che erano molto esagerate nella dinamica (es. esagerava sempre nel racconto, magari aveva preso un gelato e diceva di averne presi 10), diciamo che gonfia un pò su tutto fino s stamani . Non riesco più a crederlo voglio lasciarlo , ha un carattere insistente e nega le cose che dice o fa . Cosa costa essere sinceri? Mi fa vergognare davanti la mia famiglia quando racconta cose che anche bambini di 3 anni capirebbero che non bugie . Ho letto che può essere patologia essere bugiardi ? C’è una cura ? Lui ha assunto carbolithoim 300
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Dr. Adriano Carità Psicologo, Psicoterapeuta 56 2
Cara utente


Sebbene fare un uso frequente di menzogne non rappresenti una patologia vera e propria, autori importanti come Bion riconducono il tutto come sintomo di una personalità sviluppata in modo anomalo.

L'uso sistematico della menzogna è presente tra i criteri del disturbo antisociale di personalità e del disturbo della condotta. Ciononostante bisogna distinguere l'utilizzo della menzogna vera e propria, ossia il conoscere elementi della realtà che vengono volutamente manipolati al fine di farli passare per qualcosa che non sono (quindi distorsioni volontarie) per ottenere un vantaggio (una gratificazione o un evitamento del danno) da altre componenti che hanno parti in comune.

Per esempio il diniego, che fa parte dei meccanismi di difesa (e, quindi, è un'operazione mentale tendenzialmente automatica e inconscia), in cui un individuo gestisce una situazione conflittuale o stressante negando ciò che è evidente agli occhi di tutti. L'idealizzazione, l'onnipotenza e la svalutazione sono altre due difese che distorcono l'immagine di sé e dell'oggetto, migliorandone o peggiorandone le caratteristiche.

Tra i disturbi del pensiero, poi, ci sono i deliri, presenti nei disturbi psicotici come schizofrenia o in episodi depressivi o maniacali particolarmente severi, in cui l'individuo ha una convinzione molto forte ma erronea di un elemento della realtà che interpreta a suo modo (per esempio in modo bizzarro, ossia con contenuti non realistici, o non bizzarro, ossia con contenuti plausibili ma comunque irreale o molto infattibile come possibilità). I deliri sono caratterizzati dal fatto che sono convinzioni talmente forti che colui che li presenta è così convinto che siano reali che sosterrebbe le proprie tesi con forza anche dopo avergli presentato delle prove concrete a sconferma di quanto dichiarato.

Ora, alcuni dettagli ce li ha raccontati, altri esempi della vita con quest'uomo penso li abbia bene in mente tanto da riuscire a fare una discriminazione dei contenuti. Le descrizioni che Le ho fornito, credo possano essere un aiuto a ricondurre ciò che ha portato e non in una direzione o in un'altra.

Ma, che si tratti di una persona che fa un forte uso della menzogna o quant'altro, ciò che mi sento di dirLe è che maggiore è la distorsione che l'individuo opera per mistificare la realtà, maggiore è la possibilità che si possa avere a che fare con una patologia grave, inclusa anche la possibilità di considerare tra le diagnosi un disturbo psicotico.

In caso di psicosi, il trattamento di elezione è farmacologico, affiancato da una psicoterapia per lo più supportiva. Invece, nel caso si trattasse di un disturbo antisociale di personalità conclamato o di marcati tratti antisociali/psicopatici, per quanto possa essere di aiuto la psicoterapia, è difficile una prognosi favorevole perché si tratta di pazienti che non sono in grado di stare in una relazione umana in maniera normale, a percepire, insomma se stessi e l'altro in maniera realistica in quanto potrebbe vedere il terapeuta, per esempio, come un qualcuno di inutile da soggiogare per divertimento.

Spero di essere stato utile a chiarire i suoi dubbi.

Un cordiale saluto e buona giornata.

Dott. Adriano Carità
Psicologo, psicoterapeuta
Perfezionato in Psicologia Clinica, Counselling e mindfulness

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dopo
Utente
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Grazie mille dottore , non avevo mai ricevuto una risposta così dettagliata e attenta . Cerco di capire un po’ la situazione e convincere lui ad andare da un suo collega per parlarne . Grazie
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