Rottura menisco a seguito caduta ufficio

Salve,
sono una ragazza di 24 anni che fa pratica assidua di sports e che lavora come "segretaria" (in realtà son responsabile d'ufficio) in un'Agenzia generale di Assicurazioni ramo Vita ed Rca;tengo a precisare che ho un contratto full-time a tempo indeterminato nato alla fine del 2008.
circa 3 mesi e mezzo fa,al rientro dalla pausa pranzo, scivolavo sullo zerbino di paglia (per cui non aderente al pavimento) posto, dai miei titolari, dinanzi alla porta dell'ufficio riportando una lesione al menisco mediale.
La mia pratica è stata gestita dall'INAIL fino a quando ho rifiutato di sottopormi ad un' artroscopia come mi consigliava l'ortopedico del suddetto istituto; da questo momento in poi la mia situazione è gestita dall'INPS in quanto non posso ancora riprendere l'attività lavorativa a causa dei fastidi che quotidianamente riporto anche svolgendo i più semplici movimenti (camminare,piegarmi..); mi sono sottoposta a delle terapie consigliatemi dal mio ortopedico di fiducia (tekar terapia, rieducazione motoria) che però a nulla sono servite.
In attesa di operarmi ad Ottobre, continuo a produrre cerfificazione medica che attesta la mia temporanea inabilità nel riprendere il lavoro (premetto che mi risulta difficile anche la guida datosi che per recarmi in ufficio devo percorrere 40 Km alla sola andata per non tener conto del ritorno)e invio quest'ultima sia al mio datore di lavoro che all'istituto di competenza INSP.
Il problema è che il mio datore di lavoro si rifiuta di pagarmi la malattia.
Gli ho inviato numero 2 Raccomandate A.R. chiedendo di ricevere quanto mi spetta di diritto ma non ho ricevuto risposte in merito.
Preciso che in 3 mesi e mezzo di infortunio, subito a causa di uno zerbino pericoloso e che non hanno voluto rimuovere quando ne feci richiesta e a causa del quale un cliente stava per riportare danni, loro non mi hanno mai contattata telefonicamente per sapere cosa fosse successo; gli unici due contatti sono avvenuti nei giorni successivi all'infortunio:
-sono stata contattata per "tornare a lavoro" nonostante i certificati da me inviati;
-il socio del mio titolare è venuto personalmente a casa mia a verificare che io fossi effettivamente immobilitata.
A conclusione di ciò chiedo se è possibile avere risarcimento per:
- i danni subiti che mi impediscono di svolgere le mie consuete attività sportive;
-la violazione della privacy a seguito della visita presso il mio domicilio;
-i tardati pagamenti ed i relativi problemi con l'Istituto bancario presso il quale sono correntista;
In più, come fare per percepire quanto mi spetta? Posso denunciare all'INPS quanto sta avvenendo?

Sicura della vostra attenzione, porgo i miei più cordiali saluti.
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Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista 3.7k 99 53
Gentile Signora,

per una lesione meniscale del ginocchio e anche considerando le sua mansioni lavorative più o meno sedentarie (segretaria in un ufficio), non è sufficientemente motivata clinicamente una astensione dal lavoro così lunga.

Per quanto riguarda il risarcimento del danno biologico conseguente alla rottura meniscale, se vi è responsabilità del datore di lavoro, può chiedere di essere risarcita.

Solo l'ASL, tramite il medico fiscale e su richiesta del suo datore di lavoro, può verificare se la sua assenza per malattia è giustificata.

La sua è una situazione che si è complicata parecchio, in quanto l'assenza dal lavoro si sta prolungando ogni ragionevole criterio clinico, ma se lei sta inviando certificati di malattia all'INPS, solo l'INPS può intervenire nel merito.


Cordiali saluti.

Mario Corcelli, MD
Milano - specialista Medicina Legale e Igiene-Tecnica Ospedaliera
http://www.medico-legale.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Corcelli,
la ringrazio, innanzitutto, per la tempestività nella risposta.
Per quanto riguarda le mansioni svolte nell'ufficio presso il quale lavoro, Le assicuro che nono sono assolutamente di tipo "sedentario" anche perchè sul contratto c'è scritto "segretaria" ma in effetti sono sempre sola a gestire tutta l'Attività; inoltre le condizioni lavorative a cui dovrei sottopormi non agevolano nemmeno i più comuni movimenti (sono chiusa tra una scrivania e un armadio e per rispondere al telefono, citofono, prendere o inviare fax, incassare...devo uscire continuamente da questa postazione e spesso ho riportato lividi e lievi contusioni appunto a causa dello spazio angusto che mi hanno riservato). Per di più mi risulta difficile la guida e percorrere 80 km al giorno, nel traffico, mi provoca dolore.

Questo per motivarle il perchè della prolungata assenza.
Aspetterò, dunque, ad Ottobre per riabilitarmi.
Per quanto riguarda i pagamenti, non trovo giusto che il Titolare dell'azienda decida di non versare quanto dovuto solo per ripicca e mi chiedo come fare per percepire il mio stipendio visto che non ho ricevuto alcuna risposta alle raccomandate di sollecito pagamento che gli ho inviato.

La ringrazio nuovamente e Le auguro una buona giornata.