Depressione e "categorie speciali" del lavoro

Gent.mo dottore.

Sono stata in psicoterapia da 10 anni per depressione e ansia. La cura è stata interrotta 2 anni fa per motivi di distanza geografica dal medico che mi seguiva.

L’anno scorso lo stesso medico mi ha somministrato Zoloft e Alprazolam, controllandomi di tanto in tanto telefonicamente o via e-mail. Ha sempre sostenuto la necessità di farmi seguire di persona da un medico psichiatra, ma non ho avuto la possibilità di farlo.

Ho cambiato di nuovo città (per il momento vivo a Parma) e si è presentata la necessità di farmi seguire di presenza da uno psichiatra.
Il nuovo specialista mi ha prescritto una cura con Cipralex, pur identificandomi come una sorta di “malata immaginaria”, anzi per l’esattezza dice che soffro di “alessitimia”, ovvero il disturbo nella capacità di esprimere le emozioni. Quindi, pur lasciandosi il beneficio del dubbio vista l’analisi affrettata fatta sulla mia persona sulla base di una visita durata una ventina di minuti, a detta di questo medico non soffrirei di alcuna patologia somatica, bensì di una sintomatologia di tipo esclusivamente psicologico. Non sarei cioè depressa, ma semplicemente incapace di esprimere le emozioni.

Aggiungo infine che sono nell’impossibilità di farmi seguire da altri specialisti perché sto per cambiare nuovamente città. E un medico o inizia una terapia in maniera regolare, oppure è pur inutile intraprenderla, o sbaglio?

IL QUESITO CHE SOTTOPONGO, ALLA LUCE DELLE PREMESSE FIN QUI DESCRITTE, È SE PER CHI SOFFRE DI DEPRESSIONE POTREBBE ESSERE RICONOSCIUTA UNA PERCENTUALE DI INVALIDITÀ.

Sarebbe importante questo riconoscimento su più fronti.
Innanzitutto qualora dovesse capitare una ricaduta o comunque un periodo di forte stress, sarebbe più automatico magari poter avere delle ore per il riposo dal lavoro.
Ma, cosa più importante, si potrebbe così appartenere alle cd "CATEGORIE SPECIALI" del lavoro che sono inserite nelle liste privilegiate per l'ottenimento di un'occupazione. Il che sarebbe d’aiuto visto che sono proprio alla ricerca di un’occupazione stabile, che mi permetta di risiedere in un comune in maniera fissa, così da poter dedicarmi in maniera regolare e continuativa alle cure mediche (psichiatriche) di cui necessito.

Ringrazio tanto per le informazioni

Distinti saluti

Alessandra
[#1]
Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.7k 227 26
Gentile Signora,

le vigenti Tabelle di riferimento per l'invalidità civile (D.M. 5 febbraio 1992) riportano diverse voci di valutazione, a seconda della condizione clinica dell'infermità:

2204 SINDROME DEPRESSIVA ENDOREATTIVA LIEVE : 10%
2205 SINDROME DEPRESSIVA ENDOREATTIVA MEDIA: 25%
2206 SINDROME DEPRESSIVA ENDOREATTIVA GRAVE: 31-40%
2208 SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA LIEVE: 30%
2209 SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA MEDIA: 41-50%
2210 SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA GRAVE: 71-80%

Tenga presente che per potere ottenere l'iscrizione alle cosiddette "Liste di collocamento mirato", è necessario:
-il riconoscimento della condizione di "invalido civile"
-un grado percentuale di invalidità civile superiore al 45%
-la certificazione riguardante le "capacità residue al lavoro", rilasciata dall'apposita Commissione ASL.

Distinti Saluti.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo dott. Mascotti.

La ringrazio per il gentile riscontro.

Sono sicura di non rientrare (per fortuna) entro le percentuali di invalidità richieste dalla legge.

Il Suo intervento è stato chiarificatore.
La ringrazio molto per il contributo.

Distinti saluti